Prendiparte Pico di Paolo
Prendiparte Pico (... – 20 giugno 1394) è stato un condottiero e politico italiano. BiografiaEra figlio di Paolo Pico (?-febbraio 1354) e di Isabella Malaspina (?-15 agosto 1376), figlia del marchese Azzolino. Nel 1354, dopo l'uccisione del padre durante un tumulto popolare a Verona (città in cui era stato nominato podestà o pretore da Fregnano della Scala), divenne Signore della Mirandola congiuntamente ai fratelli Francesco, Spinetta e Tommasino; nello stesso anno l'imperatore Carlo IV di Lussemburgo rinnovò loro l'investitura della corte di Quarantola. Allo scoppio della guerra fra la lega guelfa degli Estensi e i Visconti, la Mirandola fu assediata nel 1355 e occupata dai milanesi, costringendo i Pico all'alleanza. A seconda delle vicende, i Pico parteggiarono ora per i guelfi ora per i ghibellini, fino al 1374 quando confermarono l'alleanza con i Visconti, che li contraccambiarono con onori e terre nel veronese. Il doge Andrea Dandolo ascrisse i Pico nella nobiltà veneziana, mentre il vescovo di Reggio concesse loro l'investitura di San Martino Spino.[1] Nel 1390 si riunì all'interno della chiesa di San Francesco un concilio di 13 giudici che risolse la disputa sorta sul dominio della Mirandola sorto tra i quattro fratelli Spinetta, Francesco II, Prendiparte e Tommasino (figli di Paolo Pico) contro i cugini Giovanni e Prendiparte (figli di Niccolò Pico).[2] Ricoprì anche la carica di podestà di alcune importanti città: Pavia nel 1387 e nel 1389, Milano nel 1390 e Brescia nel 1394. Fu al soldo di Gian Galeazzo Visconti nelle imprese contro Bologna e Firenze: nel 1390 fu fatto prigioniero dei bolognesi comandati da Alberico da Barbiano a San Giovanni in Persiceto. Fu liberato dal Senato bolognese dopo due anni, il 28 febbraio 1392, a seguito della pace di papa Bonifacio IX: in tale occasione festosa fu protagonista di un torneo insieme al capitano Corra Prosperi, che riuscirono a vincere contro un gruppo di cavalieri tedeschi in maniera così splenfida che a Prendiparte fu regalato un bellissimo cappello decorato con perle finissime. Morì nel 1394 e venne sepolto nella Chiesa di San Francesco a Mirandola, inizialmente nella cripta e poi nella tomba commissionata dalla moglie Caterina all'intagliatore veneziano Paolo dalle Masegne, figlio del celebre Jacobello. TombaLa tomba di Prendiparte Pico fu commissionata dalla moglie Caterina Caimi: quest'ultima, dopo aver visto la bellezza della tomba del cognato Spinetta, non volle essere da meno e commissionò un'opera ancora più bella al prestigioso intagliatore veneziano Paolo dalle Masegne, figlio del celebre Jacobello:[3] la tomba riporta infatti l'iscrizione in lingua volgare «Questa opera de talio fata in preda Nella parte sottostante vi è la lapide con l'iscrizione latina: «Iustitiae cultor fuit hic magnificus miles; Il monumento costituisce uno dei maggiori capolavori del gotico veneziano in Emilia: l'urna è scolpita in un unico blocco di marmo con al centro la scena della Crocifissione, affiancata dalle figure molto espressive di Maria, San Giovanni e la Maddalena che urla di dolore; ai lati della tomba una mula piegata dal peso di un sacco (che rappresenta il dolore insopportabile della vedova) e di un cane (simbolo di fedeltà) insieme con iscrizioni di lingua inglese antica "AWO WEAR" (how wear) e "HAIS NOT SOT" (have not soot), a testimonianza del legame tra Prendiparte e Giovanni Acuto (John Hawkwood). Il coperchio in gesso è scolpito a grandezza naturale a immagine del defunto giacente sul letto di morte con l'armatura da battaglia, similmente alla tomba di Giacomo Cavalli scolpita dallo stesso artista nella Basilica dei Santi Giovanni e Paolo a Venezia. Ancora visibili tracce dorate e di colore, tipiche delle tombe dei Delle Masegne.[4] DiscendenzaPrendiparte sposò Caterina Caimi, figlia del cavaliere milanese Protasio Caimi, appartenente ad una delle grandi famiglie estinte di Milano e sepolto nella Basilica di Sant'Eustorgio nel sarcofago scolpito da Bonino da Campione. La coppia non ebbe eredi. Ascendenza
Note
Bibliografia
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