Le origini della famiglia, come attestano alcuni documenti, risalgono al X secolo con Uvidone Poncarali.
Varie fonti offrono nomi e notizie sparse sui componenti di questa famiglia, i quali dopo il Mille vivevano parte in Brescia e parte nel castello di Poncarale, poco fuori del suburbio cittadino meridionale. I Poncarali ebbero rapporti feudali col vescovato, il capitolo e i principali monasteri bresciani, e costituirono una delle più potenti casate bresciane del Medioevo.
La famiglia godette di una posizione di rilievo nella Brescia comunale del Medioevo: Teobaldo, Giroldo, Giacomo e Florino furono membri del consiglio di Brescia nel XIII secolo e sottoscrissero molti trattati e accordi tra il comune bresciano e le città confinanti.
Alcuni palazzi di appartenenza ai vari rami di questo casato esistono nella città di Brescia, tra cui la torre, detta dei Poncarali, unita e non collegata ai muri del palazzo Broletto e a questo anteriore, in prospetto al fianco settentrionale del Duomo[4].
Ardizzon Losco Poncarale, fu capitano di Carpenedolo e difensore del suo castello e nel 1239 divenne podestà di Bologna.
Guido Poncarale, figlio di Ardizzone, nel 1267 venne nominato capitano del popolo di Bologna.
Nel 1326 Bresciano Massa di Seniga, stando in Pontevico, ricevette da Giacomo, figlio del fu Fiorino Pocarale, sei lire imperiali per la vendita di terre "sedumate" nel castello di Seniga.
Nello stesso anno, 20 ottobre, il vescovo di Brescia Tiberioinvestì Giacomino, Guitesto e Mafezolo, fratelli e figli di Fiorino Poncarale, del feudo paterno che la famiglia teneva dall'episcopato di Brescia nella terra di Poncarale, con le decime di Seniga, Comella, Casaloldo e Mazzano.
Nel 1359 il vescovo di Brescia investì Zenoino e Fiorino, fratelli e figli del nobile milite Giacomo Poncarali, Irelino e Guitesto fratelli e figli del fu Maffeo Poncarale.
Un gruppo di nomi appartenenti a questa stessa famiglia sono ricordati inoltre in pergamenevaticane, nel Liber Potheris del comune di Brescia, e in altre fonti, quasi sempre senza l'indicazione patronimica, per cui non è possibile unire questa serie in un albero genealogico. Occuparono comunque posti di responsabilità, come consoli di giustizia a Brescia in varie città di tradizione guelfa, svolsero il ruolo di podestà o di capitani del popolo[10].
Come già accennato, i Poncarale ebbero rapporti di parentela anche con i conti di Casaloldo: un Antonio Poncarali fu nominato erede nel testamento di Giacomo Casaloldi, uno degli ultimi di questa famiglia, che morì nel 1405 a Castel Goffredo[11]. Nel 1441 la Repubblica di Venezia stabilì che i cittadini bresciani residenti nella quadra asolana pagassero la tassa ducale ad Asola, fatta eccezione per Antonio Poncarali, che avrebbe continuato a pagarla a Brescia[12].
Note
^Famiglia Poncarali, su bresciagenealogia.wordpress.com. URL consultato il 21
aprile 2024.
^CASTAGNA PREDARI 1991-93, vol. II, pagg. 224-227.
^ Francesco Bonfiglio, Notizie storiche di Castelgoffredo, 2ª ed., Mantova, pag. 2, 2005.
^AA. VV., Casaloldo nel tempo, Circolo didattico di Castel Goffredo - Comune di Casaloldo, Mantova, 2002, p. 48. Nel testamento di Giacomo Casalodi steso a Castel Goffredo l'8 novembre 1405 si legge infatti: "...in omnibus ante suis bonis instituit quod Antonius de Pontecaralibus, civis Brixie, et ipsius domini Jacobi heres"; cfr. ibidem, p. 59.
Giancarlo Piovanelli, Casate bresciane nella storia e nell'arte del Medio Evo, Montichiari, Zanetti, 1981.
Emilio Spada, Eugenio Zilioli, Carpenedolo nuova storia.
Mario Castagna, Valerio Predari, Stemmario mantovano, Vol. II, Montichiari, Zanetti, 1992.
Mariano Vignoli, Giancarlo Cobelli, Da terra aperta a ben intesa fortezza. Le mura e le fortificazioni di Castel Goffredo, Città di Castel Goffredo, Mantova, 2010.
Francesco Bonfiglio, Notizie storiche di Castelgoffredo, 2ª ed., Mantova, 2005. ISBN 88-7495-163-9
AA. VV., Casaloldo nel tempo, Circolo didattico di Castel Goffredo - Comune di Casaloldo, Mantova, 2002.
Enzo Boriani, Castelli e torri dei Gonzaga nel territorio mantovano, Brescia, 1969.