Il patrono era san Vittore martire, cui ancor'oggi è dedicata la chiesa di Bedero.
Storia
Scarse sono le informazioni circa la pieve della Val Travaglia, anche se si ha ragione di credere che la sua fondazione risalga al XII secolo, epoca in cui la parrocchia di Bedero ricadeva sotto la direzione del monastero di San Pietro in Ciel d'Oro di Pavia.
[1]
Dal punto di vista amministrativo, la dominazione milanese sull'area divenne completa nel Trecento, secolo in cui i Visconti crearono un'unica pieve per tutta la zona. Molto più sfaccettata era invece la situazione religiosa, con varie zone di confine sottoposte alle confinanti Arcisate, Cuvio, Cannobio e, soprattutto, Agno, in gran parte sostituita da Marchirolo quando la precedente cadde sotto la dominazione svizzera. Gli elvetici anzi occuparono tutta la Valtravaglia nel 1512, senza celare i loro avanzati progetti annessionistici, ma la sconfitta nella battaglia di Marignano del 1516 li costrinse a ritirarsi.
Sempre dal lato civile, la pieve amministrativa fu oggetto di un esperimento riformatore di stampo illuminista da parte dell'imperatore Giuseppe II, che nel 1786 la incluse nella neocostituita Provincia di Varese, ripartizione cancellata però dopo soli cinque anni dal fratello Leopoldo II, imperatore ben più conservatore. La pieve fu poi soppressa nel 1797 in seguito all'invasione di Napoleone e alla conseguente introduzione di nuovi e più moderni distretti che si rivelarono però effimeri.
Per quanto riguarda invece la pieve religiosa, divenuta sede di un vicariato foraneo con le disposizioni del concilio di Trento, Bedero recuperò Campagnano da Cannobio nel 1529, vide una nuova parrocchia a Due Cossani nel 1934, e rimase capopieve sino al 1972 quando venne soppressa dai decreti del cardinale e arcivescovo milanese Colombo, sebbene già da tempo la parrocchia di Luino fosse divenuta autonoma.[1] Oggi il suo territorio comprende 42 parrocchie.
Territorio
Nella seconda metà del XVIII secolo, il territorio della pieve era così suddiviso:
^In questo caso c'era radicale discrasia fra pieve civile ed ecclesiastica, dato che il comune corrispondeva alla parrocchia dei Santi Fedele e Silvestro, compresa ecclesiasticamente dal 1633 nella Pieve di San Martino di Marchirolo appartenente alla diocesi di Como.
^In questo caso c'era discrasia fra pieve civile ed ecclesiastica, dato che il comune corrispondeva alla parrocchia di Santa Maria Nascente, compresa ecclesiasticamente nella pieve di San Vittore di Arcisate.
^In questo caso c'era radicale discrasia fra pieve civile ed ecclesiastica, dato che il comune corrispondeva alla parrocchia di San Giulio, compresa ecclesiasticamente dal 1633 nella pieve di San Martino di Marchirolo appartenente alla diocesi di Como.
^In questo caso c'era radicale discrasia fra pieve civile ed ecclesiastica, dato che il comune corrispondeva alla Parrocchia di Sant'Abbondio, dal 1633 compresa ecclesiasticamente, per distacco dalla pieve di San Lorenzo in Val Cuvia, nella pieve di San Martino di Marchirolo appartenente alla diocesi di Como.
^In questo caso c'era radicale discrasia fra pieve civile ed ecclesiastica, dato che il comune corrispondeva alla parrocchia della Purificazione di Maria Vergine, compresa ecclesiasticamente dal 1633 nella pieve di San Martino di Marchirolo appartenente alla Diocesi di Como.
^In questo caso c'era radicale discrasia fra pieve civile ed ecclesiastica, dato che i comuni corrispondevano alla parrocchia dei Santi Pietro e Paolo, compresa ecclesiasticamente dal 1633 nella pieve di San Martino di Marchirolo appartenente alla diocesi di Como.
^La correlata viceparrocchia dell'Assunta divenne una parrocchia della diocesi di Como nel 1886.
^In questo caso c'era radicale discrasia fra pieve civile ed ecclesiastica, dato che la parrocchia corrispondeva al comune di Maccagno Inferiore, libero feudo imperiale civilmente autonomo da ogni forma di amministrazione locale.
^In questo caso c'era radicale discrasia fra pieve civile ed ecclesiastica, dato che il comune corrispondeva alla parrocchia di San Martino, dal 1633 ecclesiasticamente posta a capo dell'omonima pieve appartenente alla diocesi di Como.
^In questo caso c'era radicale discrasia fra pieve civile ed ecclesiastica, dato che il comune corrispondeva alla parrocchia di San Sebastiano, compresa ecclesiasticamente dal 1633 nella pieve di San Martino di Marchirolo appartenente alla diocesi di Como.
^In questo caso c'era radicale discrasia fra pieve civile ed ecclesiastica, dato che il comune corrispondeva alla parrocchia di San Giovanni Battista, compresa ecclesiasticamente dal 1633 nella pieve di San Martino di Marchirolo appartenente alla diocesi di Como.
Bibliografia
Liber notitiae sanctorum Mediolani di Goffredo da Bussero. Manoscritto della Biblioteca Capitolare di Milano, a cura di M. Magistretti, U. Monneret de Villard, Milano, 1917.
Diocesi di Milano. Sinodo 46°, Milano, 1972, Pubblicazione curata dall'ufficio stampa della Curia arcivescovile di Milano.
G. Vigotti, La diocesi di Milano alla fine del secolo XIII. Chiese cittadine e forensi nel “Liber Sanctorum” di Goffredo da Bussero, Roma, 1974.
Istituzione dei nuovi vicariati urbani e foranei, 11 marzo 1971, Giovanni Colombo, arcivescovo di Milano, Rivista Diocesana Milanese, 1971.