Pietro BigagliaPietro Bigaglia (Murano, 9 novembre 1786 – Murano, 1º maggio 1876) è stato un vetraio italiano. BiografiaPietro Bigaglia nacque a Murano il 9 novembre 1786, in una famiglia di vetrai, attivi a Murano, tra il XVIII secolo e il XIX secolo.[1] Suo padre Lorenzo lavorò ai tempi degli ultimi anni della Repubblica, e creò una florida attività basata sull'utilizzo di due fornaci.[1] La carriera scolastica di Pietro Bigaglia comprese gli studi al seminario di San Cipriano nella sua città natale, oltre che alla facoltà di legge a Padova, studio che dovette sospendere a causa della morte del padre,[2] per proseguire l'attività paterna, senza l'aiuto del fratello Giovanni, che preferì entrare nell'esercito ai tempi delle guerre napoleoniche. Nel 1815 Bigaglia interruppe la produzione di vetro soffiato per dedicarsi a quella più redditizia di perle di vetro, che prosperò tanto che in un decennio diventò uno dei principali produttori della zona e nel 1827 ricevette una medaglia d'oro per la qualità della sua produzione.[2][3] Nel 1828 Bigaglia aprì una nuova fornace e ormai i suoi prodotti erano esportati e conosciuti in gran parte dell'Europa.[2] Nel 1838 Bigaglia rifornì parte delle canne e delle perle che decoravano l'Arco Trionfale innalzato a Murano in occasione della visita di Ferdinando I di Parma, e l'anno seguente venne premiato con la medaglia d'oro all'Esposizione di Vienna.[2] In quegli anni le sue perle erano esportate anche in America e in Asia e sviluppò lavori con la filigrana e l'avventurina.[2] Nel 1845 presentò i primi pressacarte in filigrana e murrine che anticiparono e influenzarono la diffusione di pressacarte francesi e boemi.[4] Anche all'Esposizione di Parigi nel 1855 ottenne una premio speciale, presentando un lampadario e l'ultimo riconoscimento lo ricevette a Vienna nel 1873.[2] Complessivamente nell'arco della sua carriera Bigaglia fabbricò vetri a canne, filigrane, vetri picchiettati, a granito, o a vivaci colori, oltre che tondi o rulli da finestra con la tecnica delle filigrane,[1] inoltre rifece l'avventurina, già un tempo prodotta dai Miotti;[1] un'altra sua attività fu la produzione di smalti, colorati, tagliati, sia in linee rette sia in linee curve, e lavorati a mosaico, con i quali formò tavolini, pressacarte e quadretti.[4] Pietro Bigaglia morì a Murano il 1º maggio 1876.[2] Note
Bibliografia
Voci correlate
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