Pianoforte preparatoUn pianoforte preparato è un pianoforte il cui suono è stato modificato inserendo vari oggetti tra le sue corde. L'idea di cambiare il timbro di uno strumento mediante l'uso di oggetti esterni è stata applicata ad altri strumenti oltre al pianoforte: si veda ad esempio la chitarra preparata. Nei pezzi per piano preparato si inseriscono tra le corde del pianoforte svariati oggetti, in modo che l'esecutore produca suoni che non sono del tutto volontari. È uno studio sulla casualità del timbro: il compositore indica la preparazione dello strumento, ma non decide completamente il risultato sonoro della sua opera. Si generano suoni che suggeriscono il suono prodotto da un'orchestra di percussioni. È una provocazione nei riguardi dell'inviolabilità degli strumenti classici. Informazioni generaliIl compositore statunitense Richard Bunger ha scritto un libro, The Well-Prepared Piano, in cui spiega come John Cage prepari i suoi pianoforti e anche quali pianoforti siano adatti poiché la lunghezza delle corde cambia in base alle diverse case produttrici. Bunger chiarisce inoltre perché le preparazioni fossero fatte in un certo modo e quindi quale adattamento creasse un certo suono (effetti armonici, effetti sul timbro, ecc). Il timbro di uno strumento cambia profondamente quando si introduce una preparazione. Molte tecniche sono legate alla posizione armonica delle corde, per cui una preparazione a 1/2 produce un suono diverso da una a 1/3. La preparazione non causa, quindi, un suono casuale. StoriaAlla fine della seconda guerra mondiale il panorama compositivo si animò spinto da una forza innovativa che tendeva a stravolgere ogni regola o forma fino allora seguita. L'avanguardia e la sperimentazione divennero i caratteri distintivi di questo periodo. I musicisti volevano cercare e percorrere nuove strade alla ricerca di nuove possibilità espressive e comunicative allargando lo spazio sonoro molto al di là di quello occupato dagli strumenti tradizionali. I compositori del primo Novecento svilupparono tecniche e linguaggi che portarono all'evoluzione della tonalità e a interpretazioni nuove del suono pianistico. In primo luogo Claude Debussy, Maurice Ravel, Aleksandr Skrjabin e Sergej Prokof'ev concorsero all'instaurazione di un pianismo "percussivo". I primi esperimenti di piano preparato risalgono ad Erik Satie, che nell'opera Le Piège de Méduse. Sept pièces pour piano ("La trappola di Medusa. Sette pezzi per pianoforte") inserì per la prima volta nella cassa armonica del piano degli oggetti (pezzetti di carta, striscioline di metallo ed altro) che, vibrando insieme alle corde quando queste venivano martellate, modificavano il suono producendone uno alterato. Successivamente il compositore statunitense Henry Cowell compose pezzi per piano in cui bisognava suonare le corde con le dita e con barrette di metallo, e poi nel 1940 viene commissionata a John Cage una musica per il balletto Bacchanale: qui per la prima volta Cage sperimenta coscientemente la tecnica del "piano preparato" piazzando una piastra di metallo sulle corde, così da modificare il timbro dello strumento e produrre suoni percussivi. L'invenzione del pianoforte preparato nasceva da un lato da un'intuizione di Henry Cowell e dall'altro da esigenze squisitamente pratiche: come ricorda anche Emanuele Arciuli nel suo Musica per pianoforte negli Stati Uniti il compositore statunitense John Cage si trovava a lavorare nei primi anni Quaranta presso la Cornish School che non offriva gli spazi adatti ad ospitare un gruppo di percussionisti che accompagnassero le coreografie del collega e amico Merce Cunningham. Arciuli così commenta: “Cage si trovò a fare di necessità virtù. Il pianoforte diviene, nel risultato sonoro, una batteria di strumenti a percussione, grazie ai diversi oggetti che, inseriti fra le corde, alterano tempi di attacco, di rilascio, timbro, intensità e intonazione; nonché la meccanica dello strumento, in quanto alcuni tasti sono più pesanti, meno veloci nel ritorno e nella percussione, impedendo la regolarità dell'articolazione digitale e, dunque, determinando un ulteriore cambiamento delle modalità esecutive”. Uso nella popular music
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