Phaeophyceae
La classe Phaeophyceae comprende le cosiddette alghe brune. Esse sono organismi complessi da un punto di vista anatomico e morfologico, sempre pluricellulari, quasi esclusivamente marini e che prediligono acque fredde e ben ossigenate. Comprendono circa 250 generi per un totale di oltre 1500 specie.[2] Alcune specie, come Ascophyllum nodosum, hanno un'importanza commerciale tale da giustificare studi specifici in proposito.[3] DescrizioneLe alghe brune esibiscono una grande varietà di forme e dimensioni. I membri più piccoli del gruppo crescono come filamenti di celle lunghi pochi centimetri,[4] ma alcune specie hanno addirittura uno stadio della loro vita in cui consistono solo di poche cellule, rendendo così l'alga microscopica. Alcune specie raggiungono dimensioni ragguardevoli e possono diventare l'elemento più cospicuo del loro habitat, come l'Ascophyllum nodosum.[5] Le dimensioni in questi casi vanno dal poco più di mezzo metro della Postelsia, alla gigantesca Macrocystis pyrifera, una tra le alghe più grandi che può superare i 45 m di lunghezza.[6][7] Possono raggrupparsi per formare una sorta di cuscini,[8] tappeti di fronde tra loro intrecciate e galleggianti come i sargassi, delicate e soffici trecce come l'Ectocarpus o ramificazioni a ventaglio come la Padina pavonica. CaratteristicheContengono clorofilla a e clorofilla c, caroteni (in particolare betacarotene) e grandi quantità di xantofille come pigmenti accessori. Tra queste la fucoxantina è quella responsabile della colorazione di queste alghe. Questa varietà di pigmenti consente di effettuare la fotosintesi clorofilliana a differenti profondità negli oceani dove lo spettro luminoso sfruttabile non è completo. I loro cloroplasti sono rappresentati da membrane fotosintetiche raggruppate in lamelle formate da 3 tilacoidi. Hanno una parete formata da acido alginico nella parte più esterna e cellulosa nell'interno. La sostanza di riserva principale è il laminarano (un polisaccaride), che ha localizzazione citoplasmatica e non plastidiale. Hanno due tipi di talli:
Sono solitamente le alghe di dimensioni maggiori e si possono trovare galleggiare in acqua grazie a delle strutture dette cisti ricche di aria o di olio. Il fatto che siano così esposte alla luce solare non è un problema per il disseccamento, perché producono delle sostanze mucillaginose, tra le quali alginati, che fanno in modo che le cellule di queste alghe siano sempre ben idratate. EsempiLe laminariali sono uno degli ordini in cui sono suddivise le alghe brune. Possiedono un tallo plostico di tipo parenchimatico, in cui è necessario un sistema di trasporto dei prodotti della fotosintesi dalle zone illuminate dell'alga in cui vengono sintetizzati alle zone in cui vengono utilizzate. Il tallo delle laminariali si divide in 3 parti:
Alle alghe brune appartengono anche i sargassi (Sargassum), caratterizzati dalle aerocisti, ovvero cellule piene di gas che permettono il galleggiamento delle fronde ed evitano che queste si spezzino. Le fronde sono l'unica parte fotosintetizzante di queste alghe e contengono le solenocisti, cellule allungate e slargate, ricche di vacuoli che permettono il passaggio di sostanze nutritive. La funzione di trasporto è simile a quella del floema nelle piante superiori. UsiLe alghe brune sono usate in agricoltura come fertilizzanti organici; nell'industria cosmetica, farmaceutica, tessile, della carta e delle vernici. Inoltre, per il loro contenuto in alginati (dei ficocolloidi: composti che conferiscono viscosità alle soluzioni) vengono utilizzati nell'industria alimentare, per esempio per la produzione di gelati, in quanto impediscono la formazione di cristalli di ghiaccio anche a basse temperature. Inoltre l'acido alginico estratto dalle alghe è indicato nelle diete, visto che riduce il senso di fame e l'assorbimento di grassi e zuccheri.[9] Note
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