Si trova nel pieno centro del bacino minerario del Sulcis[4] a 98 metri sopra il livello del mare su un territorio pianeggiante circondato da rilievi collinari tra cui monte Narcao e monte S'Orcu ed è attraversato dal rio Monte S'Orcu che sfocia nel lago artificiale di Monte Pranu. La zona è ricca di piombo argentifero estratto dalle miniere di Peppixedda e di San Simplicio ora abbandonate.
Origini del nome
Molto probabilmente il suo nome trae origine dal latino Petrarium che vuol dire "luogo pietroso" forse suggerito dal massiccio roccioso di monte s'Orcu, in cui sorge.
Storia
Chiesa campestre di San Leonardo
Come attestano i numerosi ritrovamenti il paese fu abitato fin dall'epoca nuragica e in particolare in località Su Moinu de Perdaxius è possibile visitare alcune caverne le quali erano adibite al tempo come sepolcro.
Lo sviluppo del centro abitato si ebbe però solo nel Medioevo, in conseguenza della fondazione da parte dei monaci benedettini di un convento di cui sono ancora visibili tracce come il pozzo, la casa dei religiosi e parte delle stalle. Fu parte della curatoria di Sulcis, appartenente al Giudicato di Cagliari. L'esistenza della villa col nome di Petrargio, Perdacha o Pantagus è attestata dal 1260 al 1421, anno in cui risulta abbandonata, come il resto dei centri abitati del Sulcis.
Ripopolato attorno al XVIII secolo, ebbe una popolazione altalenante fino ad assumere un assetto stabile solo nel 1958 divenendo comune autonomo.
Simboli
Lo stemma e il gonfalone del Comune di Perdaxius sono stati concessi con decreto del presidente della Repubblica del 14 marzo 2002.[5]
«Stemma inquartato: il 1° d'oro, alla lettera maiuscola P di rosso; il 2° di azzurro, alle cinque spighe di grano d'oro, impugnate, legate di rosso; il 3° di azzurro, alla campana d'oro, legata di rosso; il 4° di rosso, alla pecora d'argento, con la testa rivolta, riposante sulla campagna di verde. Sotto lo scudo, su lista bifida e svolazzante di azzurro, la scritta in lettere maiuscole di nero, ANNO DOMINI MCMLVIII. Ornamenti esteriori da Comune.»
(D.P.R. del 14 marzo 2002)
Il gonfalone è un drappo di giallo bordato di azzurro.
^ Francesco Floris (a cura di), La Grande Enciclopedia della Sardegna - 7° volume (PDF), Sassari, Editoriale La Nuova Sardegna, 2007, pp. 188 (pdf 194). URL consultato il 27 febbraio 2010 (archiviato dall'url originale il 2 gennaio 2014).
Francesco Floris (a cura di), Grande Enciclopedia della Sardegna, Sassari, Newton&ComptonEditori, 2007. URL consultato il 7 dicembre 2012 (archiviato dall'url originale l'11 giugno 2012).