Nasce a Calzada de Calatrava, nella Castiglia-La Mancia, il 25 settembre del 1949. All'età di otto anni si trasferisce con la famiglia in Estremadura, dove studia presso i frati Francescani e Salesiani. A sedici anni si trasferisce a Madrid per studiare alla Scuola Nazionale di Cinema. Lavora per dodici anni nella società Telefónica e contemporaneamente si interessa di cinema e di teatro d'avanguardia, prendendo parte come membro del gruppo teatrale Los Goliardos. Nello stesso periodo si dedica alla pubblicazione di fumetti e racconti in riviste underground. Nei primi anni ottanta gira anche i suoi primi lungometraggi.
Carriera
Esordio
Pepi, Luci, Bom e le altre ragazze del mucchio è il suo film di esordio nel 1980 (ma aveva girato anche un primo film lungo in Super 8 due anni prima). È seguito nel 1982 da Labirinto di passioni, nel 1983 da L'indiscreto fascino del peccato e nel 1984 da Che ho fatto per meritare questo. In questi film si trovano storie surreali, personaggi eccentrici e il regista alterna il registro drammatico con quello comico, la tragedia e la parodia.[3]. Con Matador del 1986 e La legge del desiderio del 1987 inizia a definirsi la componente melodrammatica del suo cinema, pur sempre venata di toni ironici.
Il successo
Donne sull'orlo di una crisi di nervi del 1988 ottiene la consacrazione a livello internazionale, coronata da una nomination agli Oscar e da una lunga lista di premi e riconoscimenti in tutto il mondo. Il film rappresenta una mirabile sintesi del cinema di Almodovar degli anni ottanta.[4]
Seguono negli anni novanta alcuni importanti realizzazioni come Il fiore del mio segreto, Carne tremula e Tutto su mia madre nei quali si vanno definendo i caratteri peculiari della sua poetica: il rapporto fra arte e vita, la diversità sessuale, l'amore come malattia e salvezza.[5]
Pedro Almodóvar è dichiaratamente ateo[7] e omosessuale[8]. Inoltre, nella sua biografia-intervista Tutto su di me (Conversations avec Pedro Almodóvar), scritta da Frédéric Strauss e pubblicata nel 2008, si dichiara contrario alla psicoanalisi.
Stile e influenze
Nonostante gli studiosi delle opere di Almodovar non risultino essere in totale accordo tra loro, è possibile ricondurre le opere di Almodovar a quattro tappe stilistiche:
Tappa sperimentale: film come Pepi, Luci, Bom e le altre ragazze del mucchio, Labirinto di passioni, Che ho fatto io per meritare questo?
Tappa di perfezionamento stilistico: La legge del desiderio, Donne sull'orlo di una crisi di nervi, Légami!, Kika - un corpo in prestito
Tappa sociale: Il fiore del mio segreto, Parla con lei, Tutto su mia madre, La mala educación
Tappa introspettiva: La pelle che abito, Volver - Tornare, Gli amanti passeggeri, Julieta, Dolor y gloria
Oggi Almodovar, senza rinunciare alla rappresentazione delle realtà marginali della società, caratteristica principale delle sue pellicole d'esordio, sviluppa trame principalmente basate sulle passioni e i sentimenti, sempre più sofisticate e "colorate", con un'abbondanza di elementi scandalistici e provocatori. Temi tipici del regista sono i rapporti fra donne, l'ambiguità sessuale, l'amore e la passione omosessuale (spesso trattata con tocco ironico e autoironico), la critica alla religione.