Parlamento slesianoIl Parlamento slesiano o Sejm slesiano (in polacco: Sejm Śląski, in tedesco: Schlesisches Parlament, in ceco: Slezský parlament) fu un'istituzione del Voivodato della Slesia, uno dei voivodati della Seconda Repubblica di Polonia esistita tra il 1920 e il 1945. Era eletto con elezioni democratiche ed aveva una certa influenza sull'impiego delle tasse che venivano raccolte nella Slesia. Consisteva di 48 deputati, 24 dal 1935. StoriaLa parte orientale dell'Alta Slesia divenne parte della Polonia a seguito delle rivolte nella Slesia, che si verificarono nella regione tra il 1918 e il 1921, e a seguito del plebiscito dell'Alta Slesia. La terra fu successivamente divisa da una commissione alleata e dalla Società delle Nazioni, lasciando la regione di Katowice alla parte polacca. Insieme alla Slesia di Cieszyn, andò a costituire il Voivodato della Slesia, che godeva di una consistente autonomia (il Parlamento slesiano era la legislatura e il Consiglio del Voivodato della Slesia rappresentava il potere esecutivo). EdificioDisegnato dall'architetto Lech Wojtyczko, il Parlamento fu costruito tra il 1925 ed il 1929 e per un lungo periodo di tempo fu il più grande edificio della Polonia.[1] Oggi ospita gli uffici del Voivodato della Slesia. Il palazzo conta sette piani e contiene uno dei quattro paternoster attualmente in uso in Polonia. L'architetto polacco Adolf Szysko-Bohusz annunciò una competizione per il progetto del nuovo Parlamento slesiano nel 1925, e desiderava un edificio che manifestasse l'identità culturale locale polacca invece del più classico stile tedesco-prussiano. Quando il palazzo fu inaugurato nel maggio 1929, Michal Grazynski, Presidente della Provincia dell'Alta Slesia, definì l'edificio il "simbolo materiale della cultura e del potere polacco".[2] Note
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