Il padre Carlo, immigrato a Verona nel 1738, esercitava la professione di capomastro muratore[1]. Nella città scaligera fu avviato a studi umanistici propendendo ben presto per gli studi d'architettura. Per necessità familiari dal 1760, con base a Venezia, per tre anni, fu capitano di nave mercantile, dedito a spedizioni marittime in Dalmazia e nel Mediterraneo orientale[2].
Nel 1801, in occasione dell'inaugurazione del monumento a Virgilio nella Piazza Virgiliana (30 Ventoso Anno IX- 15 ottobre 1797), progettò gli apparati effimeri per la festa (una piramide posticcia dentro un boschetto di alloro). La sistemazione urbanistica dell'ex Piazza dell'Argine, con lo slargo che sporge ad anfiteatro entro tre nuovi edifici, fu ottenuto demolendo, prima del 1797, la chiesa della Madonna dell'Argine. La festa popolare fu immortalata in una incisione di Luigi Rados.[3]
Ristrutturò numerosi ambienti all'interno di Palazzo Ducale come il monumentale scalone delle Duchesse e Piazza Santa Barbara. Nel 1783 creò l'appartamento del Plenipotenziario e all'interno della Magna Domus ricavò l'Appartamento dell'Imperatrice per Maria Beatrice d'Este.
^Memorie dell'Imperiale regio Istituto del Regno lombardo-veneto, Volume 1, cit., pag. 49.
^Memorie dell'Imperiale regio Istituto del Regno lombardo-veneto, Volume 1, cit., pag. 50.
^ Giuseppina Benassati, Lauro Rossi (a cura di), L'Italia nella Rivoluzione 1789 1799, Casalecchio di Reno, Grafis Edizioni, 1990, pp. 276-277 con immagine, SBNCFI0133599. Catalogo mostra alla Biblioteca Nazionale Centrale di Roma.