Panatto
Panatto o Panacto (in greco antico: Πάνακτον o Πάνακτος?, Pánakton o Pánaktos) era una fortezza dell'Attica situata al confine colla Beozia, vicino all'odierna Prasino. In passato Panatto è stata scorrettamente identificata con Gyphtokastro (le cui rovine in realtà sono quelle di Eleutere). StoriaNell'estate del 422 a.C., durante la guerra del Peloponneso, i Beoti presero Panatto a tradimento:[1] in passato c'era infatti stato un accordo tra Ateniesi e Beoti secondo il quale nessuna delle due parti avrebbe dovuto abitare il luogo, del quale avrebbero usufruito entrambe le parti.[2] Nel 421 a.C. la pace di Nicia stabilì che Panatto ritornasse in possesso degli Ateniesi.[3] I Beoti tennero però il controllo del forte e allora gli Spartani, sperando di convincere gli Ateniesi a dar loro Pilo in cambio di Panatto,[4] durante l'inverno 421/420 a.C. stipularono un'alleanza coi Beoti a patto che ridessero Panatto agli Ateniesi.[5] Nell'estate del 420 a.C., però, gli ambasciatori spartani (Andromene, Faidimo e Antimenida) che dovevano restituire ad Atene Panatto e i prigionieri ateniesi ancora in mano beota scoprirono che Panatto era stata distrutta dai Beoti stessi,[6] ma decisero di restituirne comunque ad Atene le macerie assieme ai prigionieri;[2] gli Ateniesi si adirarono con gli ambasciatori, ritenendo che Panatto avrebbe dovuto essere restituita intatta e che il trattato stipulato da Sparta coi Beoti violasse la pace di Nicia.[7] La fortezza di Panatto fu resa di nuovo efficiente da Cassandro I e venne restituita agli Ateniesi da Demetrio I Poliorcete.[8] NoteBibliografia
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