Il Palazzo Rossi Poggi Marsili è un palazzo storico nel centro di Bologna. Già sede dell'Opera pia dei poveri vergognosi, ne ospita l'archivio storico e dal 2016 anche La Quadreria, una pinacoteca gestita dall'ASP Città di Bologna.
Il palazzo
Il palazzo è stato costruito nel XV secolo.[1] Si trova nel quartiere Santo Stefano, in via Marsala, odonimo ufficiale dalla riforma toponomastica napoleonica del 1873-78, di quella che era chiamata via di Mezzo di San Martino.[2]
Storia
Il palazzo prende il nome dai Rossi Poggi Marsili, la nobile famiglia bolognese che vi abitava. L'ultimo erede, il conte Giovanni Francesco, in continuità con la sua attività di amministratore dell'istituto religioso, nel 1715[3] lasciò in eredità all'Opera pia dei poveri vergognosi il palazzo e il resto dei suoi beni. Questa opera pia, dedita a soccorrere nobili e possidenti caduti in povertà ma che si dimostravano meritevoli e probi,[4]
Nel 1716, l'Opera pia vi istituì la propria sede, che eccezionalmente riuscì a preservare anche durante la Restaurazione.[5]
Tra il 2014 e il 2015, dalla fusione delle maggiori ex opere pie cittadine[6] è nato l'ente pubblico a partecipazione comunale "ASP Città di Bologna", che ne ha acquisito anche l'ingente patrimonio storico-artistico.[7]
La Quadreria è stata inaugurata il 24 novembre 2016. Nel 2017 sono state aggiunte la Sala delle Mappe e la ruota dei trovatelli.[7][8]
Dal 2024 la Quadreria è accreditata al Sistema museale nazionale.[9][10]
La Quadreria
Nelle otto stanze in cui si sviluppa il percorso museale[11] sono esposti circa cinquanta dipinti che vanno dal Cinquecento al Settecento, raggruppati per epoca o stile. Si tratta principalmente di opere della scuola bolognese.[7]
Al museo si accede dal cortile interno e si sviluppa al piano terra del palazzo.
Sala delle mappe
Dall'ingresso, attraversando l'atrio ci si trova nella Sala delle mappe, in cui sono raccolte cinque antiche mappe dell'ultimo quarto del Seicento.
Le quattro mappe raffiguranti i quattro continenti[12], sono copiate da Frederick de Wit al bulino su lastra di rame, e stampate ad inchiostro dal tipografo Giuseppe Longhi su carta. Le stampe, con le vedute di Willem Janszoon Blaeu incise da Pietro Todeschi, sono state in seguito fissate su tavola. Oltre alle iscrizioni in italiano e latino le mappe presentano una cornice di vedute esotiche di città lontane, raffiguranti risorse e informazioni in chiave coloniale. La quinta mappa, la Nova totvs terrarvm orbis tabvula, raffigura un planetario. Incisa da Carlo Scotti, è stata stampata sempre a Bologna da Giuseppe Longhi.[13][14][13]
Nella stanza VI è in mostra anche una ruota degli esposti, risalente all'epoca della Confraternita, utilizzata per depositare i bambini abbandonati.
La Stanza VIII o del Gandolfi conserva sette tele a soggetto religioso di Ubaldo Gandolfi, commissionate tra il 1768 e il 1776 dal marchese Gregorio Filippo Maria Casali Bentivoglio Paleotti, e donate alla Confraternita del Baraccano.[7]
Opere principali
Tra le opere principali qui esposte si annoverano:[15]
Madonna col Bambino benedicente, olio su tela di Giovanni Francesco Barbieri detto Il Guercino
Ritorno del figliuol prodigo, olio su tela di Giacomo Cavedone e Bottega
Giudizio di Salomone, olio su tela sagomata e centinata di Giuseppe Varotti
Note
^Quadreria di Palazzo Rossi Poggi Marsili, su TourER - portale del patrimonio culturale dell'Emilia-Romagna, Segretariato regionale del Ministero della cultura e per il turismo per l'Emilia-Romagna, 13 settembre 2021. URL consultato il 21 giugno 2024.
^Marsala (Via), su Origine di Bologna. URL consultato il 31 maggio 2024.
^Fondata nel XIV secolo e inizialmente governata da una congregazione detta dei frates verecundorum, l'Opera pia dei poveri vergognosi era stata rifondata nel 1479 e dedicata a San Nicolò, con lo scopo di portare soccorso a persone cadute in povertà, che perciò si vergognano di questuare. Offriva «sussidi in contanti ed in generi a famiglie decadute di fortuna, di origine civilissima e già possidenti, o almeno esercenti le più nobili mercature ed arti liberali, esclusi gelosamente i poveri dell’ultima classe e specialmente i mendicanti.»
^La sede e la storia, su quadreria.aspbologna.it, ASP Città di Bologna, ultimo aggiornamento 29 marzo 2024. URL consultato il 21 giugno 2024.
^La Quadreria di ASP Città Bologna, su PatER – Catalogo del Patrimonio culturale dell’Emilia-Romagna, Regione Emilia-Romagna, ultimo aggiornamento 6 marzo 2024. URL consultato il 21 giugno 2024.
^Rappresentavano tutto il mondo conosciuto: infatti nel XVII secolo, all'epoca della loro realizzazione, in Europa erano noti solo quattro continenti: Europa, Africa, Asia e America.
^abIntroduzione alla sala delle mappe, su quadreria.aspbologna.it. URL consultato il 21 giugno 2024. (scheda accessibile cliccando sulla "i" della Sala delle Mappe)
La Quadreria di ASP Città Bologna, su PatER – Catalogo del Patrimonio culturale dell’Emilia-Romagna, Regione Emilia-Romagna, ultimo aggiornamento 6 marzo 2024. URL consultato il 21 giugno 2024.
Veronesi Namioka, VN 360° - visita virtuale, su La Quadreria - ASP Città di Bologna. URL consultato il 21 giugno 2024.