Palazzo Marchi
Il Palazzo Marchi è un edificio dalle forme neoclassiche, situato in strada della Repubblica 57 a Parma; è considerato uno degli edifici più belli della città.[1] StoriaIl palazzo fu costruito tra il 1770 e il 1774 per il marchese Scipione Grillo, duca dell'Anguillara, su disegno dell'architetto e abate Giovanni Furlani.[1] Verso il 1780 l'edificio fu acquistato dal conte Francesco Galantino, amministratore delle Finanze Ducali, che tuttavia nel 1782 fu accusato di illeciti amministrativi.[2] Nel 1859 il palazzo fu venduto alla famiglia Marchi,[1] che pochi anni dopo acquistò la scenografica fontana di Proserpina, realizzata negli anni '20 del XVIII secolo da Giuliano Mozzani per il giardino della Reggia di Colorno; essa fu collocata nel giardino sul retro dell'edificio, ma già nel 1890 fu smantellata e venduta a un antiquario veneziano, che a sua volta la alienò all'estero; giunta scomposta e senza disegni che ne testimoniassero l'originaria disposizione, i suoi pezzi furono suddivisi in due gruppi per formare due fontane separate, posizionate rispettivamente davanti e dietro al castello di Waddesdon Manor in Inghilterra.[3] Durante la seconda guerra mondiale il palazzo divenne la sede del comando militare provinciale dell'esercito repubblicano; per questo subì un'irruzione dei partigiani nei primi giorni di luglio del 1944, che riuscirono a impossessarsi di una cospicua quantità di armi e munizioni.[4] Nei decenni seguenti la famiglia Marchi si occupò del restauro dell'intero edificio, parte del quale fu destinata a una pubblica funzione: dopo essere stato adibito per alcuni anni a sede dell'Istituto degli Studi Verdiani,[5] tra il 2003[6] e il 2009 il palazzo ospitò la sede di rappresentanza della Fondazione Arturo Toscanini.[7] Nel novembre 2021 nel palazzo fu aperto al pubblico un percorso museale, riallestito nell'ottobre 2023 e arricchito con l'esposizione permanente del dipinto San Rocco del Parmigianino;[8] l'edificio fu destinato anche a sede di mostre temporanee, tra cui, nel settembre-ottobre 2022, quella intitolata Persona, dell'artista multimediale Yuval Avital.[9] DescrizioneIl palazzo si estende tra strada della Repubblica e le laterali via Fra' Salimbene e borgo Lalatta, occupando tutta la porzione settentrionale dell'isolato.[1] La simmetrica facciata principale, interamente rivestita in finto bugnato, è suddivisa orizzontalmente da alti marcapiani intonacati, arricchiti da formelle; al centro si apre il grande portale d'ingresso, affiancato da due colonne doriche in marmo, che sorreggono un balcone balaustrato; ai lati si aprono tre grandi finestroni per parte, delimitati da cornici e sormontati da frontoni in alternanza triangolari e curvilinei; al piano nobile si affacciano nel mezzo una portafinestra e ai suoi fianchi sei imponenti finestroni, incorniciati da lesene scanalate a sostegno dei frontoni triangolari e curvilinei; al livello superiore si trovano sette finestre quadrate, delimitate da cornici modanate; in sommità si allunga il cornicione a dentelli di coronamento.[10] All'interno il palazzo si sviluppa attorno a un elegante cortile quadrato, circondato da un quadriportico ad arcate a tutto sesto rette da alte colonne doriche, sostituite negli spigoli da quattro pilastri quadrati; dal porticato di fronte all'ingresso si accede al secondo cortile, aperto su un lato.[10] Sulla destra della corte si affaccia l'imponente scalone a forbice in marmo e pietra, arricchito da numerose sculture in terracotta dello scultore neoclassico Giuseppe Carra;[10] al piano nobile gli ambienti sono caratterizzati dalle decorazioni in stucco realizzate da Giocondo Albertolli;[11] le sale sono inoltre impreziosite da eleganti arredi settecenteschi e da quadri, tra cui il San Rocco del Parmigianino.[12] L'ambiente più fastoso è l'ampio Salone delle Feste, decorato con ricchissimi stucchi sia sulla volta a padiglione sia sulle pareti.[6] Percorso musealeIl percorso museale, aperto al pubblico nel 2021 e riallestito nel 2023, si snoda all'interno di alcuni ambienti del piano nobile, decorati con stucchi dell'Albertolli; le sale espongono una serie di opere d'arte collezionate dalla famiglia Marchi, comprendente arredi, sculture, argenterie, ceramiche, stampe e dipinti, tra cui il cinquecentesco San Rocco del Parmigianino.[13] Note
Bibliografia
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