Paganesimo secolareIl paganesimo secolare o paganesimo umanistico è una visione di neopaganesimo che sostiene virtù e principi associati al paganesimo antico, pur mantenendo una visione secolare del mondo. Gli approcci al paganesimo secolare variano, ma possono includere il rispetto per le creature viventi e per la Madre Terra, rifiutando al contempo la fede nelle divinità come esseri personali; i pagani secolari possono riconoscere gli dèi come metafora degli innumerevoli aspetti legati alla natura (naturalismo), arrivando a intendere la magia come una pratica puramente psicologica.[1] Contesto storicoMentre l'Europa veniva cristianizzata, i Padri della Chiesa secolarizzavano regolarmente i miti pagani attraverso l'evemerismo, una pratica con cui le divinità venivano interpretate come figure storiche successivamente venerate come dèi[2]. Clemente Alessandrino ha riassunto questo approccio nella Cohortatio ad gentes, rivolgendosi ai pagani: "Coloro ai quali ti inchini una volta erano uomini come voi"[3]. Il XVIII secolo produsse un considerevole corpus di opere che cercavano di "svelare" concetti del mondo antico, inclusi gli dèi pagani[4]. Ciò ha dato vita a interpretazioni razionaliste e atee di antichi concetti mitologici, e testi antichi a volte venivano letti come se fossero stati scritti dai contemporanei dei filosofi dell'illuminismo, discutendo gli stessi argomenti dalla stessa prospettiva umanista[5]. L'estetica del neoclassicismo fu l'espressione artistica di ciò. Un paganesimo secolarizzato si trova in autori neoclassici e romantici quali Ugo Foscolo[6][7], Giacomo Leopardi[8], John Keats, Lord Byron, Percy Bysshe Shelley[9], Goethe, Hölderlin, Richard Wagner, nell'opera di Nietzsche e nell'estetismo di intellettuali che cercarono di recuperare il vitalismo pagano[10] senza ricostruzionismi e spesso escludendo gli aspetti mistico-esoterici di altri autori; sulla stessa linea le riprese odierne di filosofie come la cura di sé, l'epicureismo e lo stoicismo moderno.[11][12][13][14] Note
Bibliografia
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