Regent Street, New Bond Street, Park Lane, Tottenham Court Road, Great Portland Street, New Oxford Street, St Giles Circus, Poland Street, Berwick Street, Wardour Street, Dean Street, Great Titchfield Street, Park Street, North Audley Street, Davies Street, Argyll Street, James Street, John Prince's Street, Berners Street, Wells Street, Great Chapel Street, Holles Street, Duke Street, Ramillies Street, Soho Street, Adam and Eve Court, Marylebone Lane, Woodstock Street, Orchard Street, Old Cavendish Street, Dering Street, Vere Street, Stratford Place, Binney Street, Oxford Circus, Gilbert Street, Old Quebec Street, Rathbone Place, Newman Street, Bayswater Road, Hill's Place, Balderton Street e Hanway Street
Con i suoi oltre trecento punti vendita, si tratta di una delle più famose e attive strade commerciali del mondo. Ad ogni ora freme infatti di attività ed è sconsigliabile raggiungere la zona con auto e mezzi pubblici come gli autobus, mentre la metropolitana offre numerose linee e ben quattro stazioni lungo il percorso.
La strada è interrotta circa a metà da Oxford Circus, dalla quale si dirama Regent Street a nord e a sud. Altra importante traversa è New Bond Street, sede dei negozi di fascia più alta della capitale.
Descrizione
Il tracciato rettilineo di Oxford Street è lungo 2.5 km e collega Marble Arch a Tottenham Court Road passando per Oxford Circus. Proseguendo verso est, la strada diventa New Oxford Street fino a quando non incrocia High Holborn. Ad ovest di Marble Arch, invece, diventa Bayswater Road, poi Notting Hill Gate e Holland Park Avenue fino alla Shepherd's Bush Roundabout, dopo la quale diviene Uxbridge Road.
Durante la seconda metà del Novecento tale strada è divenuta abbastanza nota anche per il particolare attivismo che la contraddistingueva. Il più famoso attivista e cartellonista fu Stanley Green, nel periodo 1968-1993[1]. Nel 2008 tale attività venne messa al bando.[2]
Storia
Il tracciato di Oxford Street ricalca quello dell'antico tratto urbano della via Trinobantina, strada romana che collegava l'Hampshire con Colchester: si trattava di uno dei principali assi viari dell'antica Britannia.
Tra il XII ed il XVIII secolo la strada era conosciuta come «Tyburn Road» (toponimo che si riferisce al fiume Tyburn che anticamente vi scorreva a sud), Uxbridge Road (nome tuttora in uso nel tratto fra Shepherd's Bush e Uxbridge), Worcester Road e Oxford Road.[3] In quest'epoca, era principalmente nota poiché era l'ultimo tratto di strada percorso dai detenuti della prigione di Newgate, prima di essere decapitato ai patiboli di Tyburn (ubicati presso Marble Arch). Fu solo nel 1792 che la via assunse il nome di Oxford Street, con cui è tuttora nota.[4]
Il nome probabilmente deriva dal conte di Oxford, che nel tardo Settecento acquistò gran parte dei campi circostanti; questi ultimi nel tempo si svilupparono, ospitando dapprima mascherate ed eventi e poi, nell'Ottocento, i primi negozi. Il fatto che la strada è anche parte della via principale entre Londra e Oxford è solo una coincidenza.
Oxford Street subì pesanti bombardamenti durante la seconda guerra mondiale. Tristemente noto è quello avvenuto nella notte fra il 17 ed il 18 settembre 1940, che coinvolse anche grandi punti vendita come John Lewis, Selfridges, Peter Robinson e Bourne & Hollingsworth.[5]
Shopping
Oxford Street si attesta come la passeggiata commerciale più lunga della capitale, con numerosissimi punti vendita di vari tipi di merce.
Numerose sono le aziende che hanno eletto la strada come sede del proprio flagship store:
Debenhams, catena di grande distribuzione organizzata britannica prima nota come «Marshall & Snelgrove». Il primo punto vendita era ubicato presso l'incrocio con Wigmore Street.
HMV. La catena di negozi musicali ha aperto il suo primo negozio proprio in questa strada, al civico n. 150; attualmente lo store di HMV sta al n. 363, mentre la sede originaria (grande 5,000 m2) è stata chiusa.
House of Fraser, catena di grande distribuzione, è stato il primo negozio a collegare ogni piano con l'ausilio di scale mobili.
Marks & Spencer ha aperto a Oxford Street (angolo Orchard Street) il suo punto vendita più grande, di 16,000 m2.
Selfridges, il grande magazzino più grande di tutto il Regno Unito dopo Harrods, si è insediato proprio a Oxford Street.
Primark, presente con un negozio di 4 piani di 82.000 piedi quadrati.
Luci e decorazioni natalizie
Ogni anno, durante il periodo natalizio, Oxford Street viene rifinita con luci e decorazioni sul tema del Natale. Questa celebrazione è cominciata nel 1959 e si ispira a quella della vicina Regent Street, che però la tira avanti dal 1954. Purtroppo, nel 1967 le luci smisero di essere appese poiché un periodo di recessione colpì la città di Londra e l'organizzazione riprese solo nel 1978, oltre un decennio più tardi. Nel 2019 sono state accese il 21 Novembre e con una novità: dopo ben sei anni le sfere luminose hanno lasciato il posto a grandi schermi digitali con oltre 200.000 luci, come riporta Londra Today .[6]
Dal 1981 una celebrità accende le luci intorno alla metà-fine del mese di novembre. L'elenco delle star che hanno illuminato Oxford Street è disponibile di seguito:
Numerosissimi sono gli edifici di Oxford Street protetti in quanto monumenti classificati di grado II; fra questi, vi sono anche le quattro facciate di Oxford Circus.[29][30]
Costruzione di inizio Novecento, con la facciata realizzata negli anni trenta[41]
Influenza culturale
Oxford Street viene citata in molte opere di Charles Dickens. In Racconto di due città, sebbene sotto le vesti di «Oxford Road», la strada viene descritta come «povera di edifici», malgrado lo sviluppo urbanistico della zona fosse in uno stadio avanzato già alla fine del Settecento. Viene fatta menzione di Oxford Street anche in Sketches by Boz e Casa Desolata.[42]
La strada è anche un "terreno" dell'edizione britannica del gioco da tavolo Monopoly, dove insieme a Regent Street e Bond Street forma il set verde; questi toponimi sono stati raggruppatti in quanto rappresentano principali strade dello shopping londinese.
«They [the Spice Girls] were an obvious choice, for example, to switch on the Oxford Street Christmas Lights in November 1996, a commitment which they took conspicuous delight in fulfilling.»
^ Mike McGeever, Peter Andre's got the 'Time', in Billboard, 20 dicembre 1997, p. 18. URL consultato il 28 novembre 2010.
«Andre has become a familiar face in Britain, where he was the celebrity chosen for the high-level media of switching on the Christmas lights Nov. 7 on London's Oxford Street.»
^Charlotte lighting up London, su charlottechurch.net, 21 novembre 2000. URL consultato il 17 agosto 2012 (archiviato dall'url originale il 24 marzo 2009).
^ Claire Hu, Seven light up Oxford St heavens, su Evening Standard, 1º novembre 2001. URL consultato il 28 novembre 2010 (archiviato dall'url originale il 5 maggio 2013).
^Rihanna lights up Westfield, London Evening Standard, 5 novembre 2010. URL consultato il 28 novembre 2010 (archiviato dall'url originale l'8 novembre 2010).
^Listed buildings, su www3.westminster.gov.uk, Westminster City Council. URL consultato l'8 luglio 2015 (archiviato dall'url originale il 9 luglio 2015).