Oswald de AndradeJosé Oswald de Andrade Souza (San Paolo, 11 gennaio 1890 – San Paolo, 22 ottobre 1954) è stato un poeta brasiliano, uno dei fondatori del modernismo brasiliano. BiografiaMembro del Gruppo dei Cinque con Mário de Andrade, Anita Malfatti, Tarsila do Amaral e Menotti Del Picchia, è celebre per il suo Manifesto Antropófago, pubblicato nel 1928, in cui espone di come la grande forza della storia del Brasile sia stata quella di cannibalizzare le altre culture. Fiero antipassatista, de Andrade aveva scelto la libertà di espressione come grido di battaglia e come solo unificante programma d'azione. Il suo "Manifesto antropófago" tuonava con la frase “Tupy or not Tupy, that is the question” - ispirata dalla prima tribù autoctona del Brasile costretta a sloggiare dall'arrivo della ‘civiltà’ - incitando a non fuggire di fronte al nuovo, a divorare l'”altra” cultura per assimilarne le verità[1]. Viene citato da Fabrizio De André nella sua canzone La domenica delle salme come il suo «illustre cugino de Andrade». «Tra i molti poeti sudamericani che conosco, Oswald de Andrade è uno dei miei preferiti, probabilmente per quel suo atteggiamento comportamentale oltre che poetico totalmente libertario, per quel suo anticonformismo formale che lo fa essere qualcosa di più e di meno e comunque di diverso da un poeta in senso classico. E poi è dotato di un umorismo caustico difficilmente riscontrabile in altri poeti dei primi del Novecento.» OpereManifesti
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