L'ortografia inglese, nel mondo anglofono conosciuta anche come spelling, è il sistema ortografico utilizzato dalla lingua inglese. Questa, come altre ortografie alfabetiche, presenta una serie di associazioni tra suoni parlati e corrispondenti lettere scritte. In quasi tutte le altre lingue, queste relazioni sono abbastanza regolari da essere chiamate regole. Ma nella pronuncia inglese standard, molti suoni possono essere scritti in più di un modo, e molte sillabe/lettere possono essere pronunciate in più modi e spesso più di due. Questo è dovuto soprattutto alla complessa storia della lingua inglese,[1] e all'assenza di riforme sistematiche nella scrittura, in contrasto con un certo numero di altre lingue.
In generale, l'ortografia inglese non riflette l'evoluzione dei suoni nella pronuncia del linguaggio che si sono verificate dal tardo quindicesimo secolo[2].
Funzione delle lettere
Nota: in questa voce, solo una delle due più comuni pronunce delle varietà di inglese britannico ed americano è usata per le parole citate. Potrebbero esserci delle pronunce regionali per alcune parole, ma è impensabile indicare qualsiasi possibile variante regionale.
Rappresentazione fonemica
Come nella maggior parte delle lingue alfabetiche, ogni lettera dell'alfabeto in inglese può rappresentare un determinato suono. Per esempio, la parola catgatto/ˈkæt/ consiste di tre lettere: C, A e T, dove C rappresenta il suono k, A il suono æ, e T il suono t.
Delle sequenze di lettere potrebbero svolgere lo stesso ruolo che potrebbe ricoprire una singola lettera. Per esempio, nella parola shipnave/ˈʃɪp/, il digramma SH rappresenta il suono /ʃ/. Nella parola ditchfosso il trigramma TCH rappresenta il suono /tʃ/.
Più raramente, una singola lettera può rappresentare più suoni (digrammi). Ad esempio la lettera X normalmente rappresenta il gruppo consonantico /ks/, come in sixsei, pronunciato /sɪks/.
La stessa lettera, o sequenza di lettere, può essere pronunciata in modi diversi a seconda di dove si posiziona in una parola. Per esempio, il digramma GH rappresenta il suono /f/ in fondo ad alcune parole, come roughruvido/ˈrʌf/. All'inizio di una sillaba è invece pronunciato /g/, come nella parola ghostfantasma (pronunciata /ˈɡəʊst/). Il digramma gh non è mai pronunciato /f/ a inizio di sillaba e quasi mai /g/ a fine sillaba (tra le eccezioni citiamo "Pittsburgh").
Origine delle parole
Un'altra caratteristica riguarda l'origine delle parole. Per esempio, quando rappresenta una vocale, la lettera y rappresenta il suono ɪ in alcuni prestiti dal greco (in sostituzione dell'originale ypsilon), nonostante la lettera che rappresenta questo suono nelle parole non greche sia la i. Dunque, la parola mythˈmɪθ è di origine greca, mentre pithˈpɪθ è una parola germanica. Altri esempi includono il digramma ph, quando è pronunciato /f/, suono normalmente rappresentato dalla f; ed anche ch, quando è pronunciato /k/, suono normalmente rappresentato dalla c o dalla k - di solito l'uso di queste trascrizioni dei suoni si applicano alle parole inglesi prese in prestito dal greco.
Alcuni ricercatori, come Brengelman (1970), hanno suggerito che, assieme a questo marcamento dell'origine delle parole, questo spelling indichi un livello più formale dal punto di vista dello stile e del registro in un testo, sebbene Rollings (2004) trovi questa conclusione esagerata, in quanto ci sono tante parole con quest'ortografia, ad esempio ph al posto di f (come telephone, telefono), che si possono ritrovare anche in scritti informali.
Differenziazione delle parole omofone
Lo spelling inglese aiuta anche a distinguere tra i diversi omofoni (ossia parole che hanno la stessa pronuncia ma significati diversi, e talvolta anche diversa scrittura, come nelle parole italiane hanno/anno), sebbene nella maggior parte dei casi la distinzione venga fatta per motivi storici e non è stata introdotta di proposito, per distinguere. Per esempio, le parole heirerede ed airaria, nella maggior parte dei dialetti, sono pronunciate nello stesso modo (ˈɛər), ma sono distinte l'una dall'altra a livello ortografico, attraverso l'aggiunta della lettera H. Un altro esempio sono la coppia di omofoni plainpianura e planeaeroplano, che sono pronunciati entrambi ˈpleɪn ma hanno due scritture differenti del suono eɪ.[3]
Nel linguaggio scritto, questo può aiutare a risolvere eventuali ambiguità che potrebbero altrimenti presentarsi (per esempio nelle frasi He's breaking the car, Sta rompendo la macchina ed He's braking the car, Sta frenando la macchina: qui, le parole breaking e braking hanno lo stesso suono). Tuttavia, esistono ancora molti omofoni non distinti dallo spelling (per esempio, la parola bay può avere anche cinque significati differenti, tra i quali abbaiare, corona di alloro, baia e colore baio).
Indicare il cambio di suono di certi grafemi
Un'altra funzione di alcune lettere in inglese è quella di indicare la pronuncia di altre lettere presenti nella parola. Rollings (2004) per questo tipo di lettere usa il termine "markers" (traducibile con indicatori). Le lettere possono anche veicolare informazioni di tipi diversi. Per esempio, la lettera E, nella parola cottageˈkɒtɪdʒ indica che la G precedente assume il suono dʒ, invece di g, come accade quasi sempre in fine di parola, per esempio in tag, cartellinoˈtæɡ. Molto spesso la E indica anche un'alterazione nella pronuncia della vocale precedente. Per esempio, nelle parole ban, bandire e bane, avvelenare la A di ban ha come valore fonetico æ, mentre la A di bane è accompagnata dalla E, cosicché assume come valore fonetico eɪ. In questo contesto, la E non viene pronunciata, e ci si riferisce a essa con il termine "E muta".
Una singola lettera può addirittura indicare simultaneamente più variazioni fonetiche. Ad esempio, nella parola wage, salario la E non marca soltanto il passaggio del valore fonetico della A da æ ad eɪ, ma anche la pronuncia della G come dʒ.
Più funzioni
Una certa lettera (o lettere) può avere una doppia funzione. Per esempio, la lettera I, nella parola cinema ha innanzitutto la funzione di rappresentare il suono ɪ ed inoltre indica la pronuncia della C come s, anziché k.
Forma sottostante
Come in molte altre scritture alfabetiche, l'inglese non rappresenta gli allofoni (cioè, piccole differenze di pronuncia non necessarie per distinguere parole differenti). Per esempio, nonostante la lettera T sia pronunciata da alcuni parlanti con un'aspirazione (tʰ) a inizio di parole, questo non viene mai indicato nella scrittura, ed infatti questo dettaglio spesso non viene notato dal parlante madrelingua medio non avvezzo alla fonetica. Comunque, a differenza di altre ortografie, l'ortografia inglese spesso rappresenta una forma sottostante delle parole.
[4]
(EN)
«[T]he postulated underlying forms are systematically related to the conventional orthography ... and are, as is well known, related to the underlying forms of a much earlier historical stage of the language. There has, in other words, been little change in lexical representation since Middle English, and, consequently, we would expect ... that lexical representation would differ very little from dialect to dialect in Modern English ... [and] that conventional orthography is probably fairly close to optimal for all modern English dialects, as well as for the attested dialects of the past several hundred years.»
(IT)
«Le presunte forme sottostanti sono sistematicamente collegate all'ortografia convenzionale... e sono, come ben si sa, collegate alle forme sottostanti d'uno stadio molto più antico della lingua. In altre parole, ci sono stati pochi cambiamenti nella rappresentazione delle parole a partire dal Medio inglese, e, di conseguenza, ci aspetteremmo... che la rappresentazione delle parole differisca veramente poco da un dialetto all'altro dell'inglese moderno... e l'ortografia convenzionale è probabilmente, nella giusta misura, vicina all'ottimale per ogni moderno dialetto[5] inglese, come per i dialetti attestati di molti secoli fa.»
(Chomsky & Halle 1968:54)
In questi casi, un dato morfema, cioè un componente d'una parola, ha un'ortografia precisa anche se viene pronunciato diversamente tra le varie parole. Ne è un esempio il suffisso del tempo passato, "ed", che ha tre pronunce diverse: /t/, /d/, o /ɨd/, a seconda della parola (tra gli esempi, dip/ˈdɪp/, dipped/ˈdɪpt/; boom/ˈbuːm/, boomed/ˈbuːmd/; loot/ˈluːt/, looted/ˈluːtɨd/). Quando ciò accade, tra tali diverse pronunce del nesso "ed" sono prevedibili in base ad alcune regole di fonetica, ma non è questo il motivo per cui tale ortografia è fissa.
Un ulteriore esempio coinvolge le differenze tra le vocali (con annessi cambi di accenti) in molte parole collegate. Per esempio, la parola "photographer", fotografo, viene da photograph, con l'aggiunta del suffisso "er". Quando questo suffisso viene aggiunto, la pronuncia della vocali cambia radicalmente:
Tra gli altri esempi c'è il suffisso "ity", ad esempio in coppie del tipo "agile-agility", "acid-acidity", "divine-divinity", "sane-sanity".
Un'altra categoria di tali parole include signˈsaɪnsegno e bombˈbɒmbomba con rispettivamente G e B mute. Tuttavia, in parole correlate come signature e bombard quelle lettere vengono pronunciate, infatti si ha ˈsɪɡnətʃər e bɒmˈbɑrd. Qui si potrebbe dimostrare che la forma sottostante di sign e bomb sia |saɪɡn| e |bɒmb|, dove |ɡ| e |b| sono effettivamente pronunciate solo quando seguite da certi suffissi, quali "-ature", "-ard". Altrimenti, quei suoni non sono effettivamente realizzati (per esempio quando le parole sono isolate o quando agganciate a suffissi differenti, come "-ing" ed "-er"). In questi casi, l'ortografia indica le consonanti sottostanti, presenti in alcune parole ma assenti in altre, comunque correlate. Altri esempi sono la T di fastˈfɑːst e fastenˈfɑːsən, e la H di heirˈɛər e inheritɪnˈhɛrɨt.
Un altro esempio sono le parole come meanˈmiːnsignificare e meantˈmɛntsignificò. Qui, il nesso vocalico "ea" è pronunciato diversamente in queste due parole, che sono correlate fra loro. Un'altra volta, l'ortografia usa una sola scrittura corrispondente a un solo morfema, piuttosto che la forma fonologica effettiva.
L'ortografia inglese non sempre prevede una forma sottostante; talvolta prevede invece una forma intermedia, tra forma sottostante e pronuncia effettiva. È il caso del plurale regolare, che viene scritto sia con il suffisso "S" (come in tick,ticks-mite,mites) sia con "ES" (box,boxes). Qui la S può esser pronunciata sia s che z (a seconda del contesto: "ticks" ˈtɪks e pigsˈpɪɡz), mentre ES solitamente è sempre ɨz (boxesˈbɒksɨz). Dunque, ci sono due scritture differenti corrispondenti alla stessa rappresentazione sottostante /z/ del suffisso del plurale ed alle tre pronunce effettive. La scrittura indica infatti l'epentesi di /ɨ/ prima di /z/ nel nesso es, ma non fa distinzione nella scrittura "S" tra S sorda o sonora.
La rappresentazione astratta delle parole, come indicate da tale ortografia, può essere considerata vantaggiosa finché rende più evidenti ai lettori di un testo inglese le relazioni etimologiche. Questo rende lo scrivere in inglese più complesso, ma rende allo stesso tempo più efficiente la lettura.[6] Comunque, forme sottostanti molto lontane dallo scritto sono talvolta considerate troppo astratte perché possano riflettere accuratamente la capacità di comunicazione dei parlanti nativi. I fautori di quest'idea sostengono che scritture meno lontane dalla pronuncia siano più "reali", psicologicamente, e dunque più utili in termini di pedagogia.[7]
Diacritici
Alcune parole inglese possono esser scritte con l'accento; quasi tutte queste sono prestiti da altre lingue, normalmente il francese. Tuttavia le parole importate, diventando sempre più "naturali" nella lingua", subiscono sempre più l'aumento di una tendenza all'omissione degli accenti, persino nella scrittura formale. Per esempio, parole come rôle ed hôtel furono inizialmente scritte con l'accento quando entrarono nella lingua inglese, ma oggi questi stessi accenti sono pressoché in disuso. Ed al tempo venivano effettivamente percepite come straniere, e taluni consideravano preferibili le alternative già presenti in lingua, ma oggi la loro origine è stata dimenticata. Le parole meno inclini a perdere l'accento sono quelle più atipiche per la morfologia inglese e comunque percepite ancora come straniere. Per esempio, café e pâté hanno entrambi una e finale non muta, che altrimenti lo sarebbe date le normali regole di pronuncia inglese. Anche se, oggigiorno, café è talvolta pronunciato "caff", mentre in pâté, l'accento è utile a distinguerlo da pate.
Altre parole di questo tipo sono: Ångström (considerato anche che il simbolo di tale unità di misura è "Å"), appliqué, attaché, blasé, bric-à-brac, Brötchen,[8]cliché, crème, crêpe, façade, fiancé(e), flambé, naïve, naïveté, né(e), papier-mâché, passé, piñata, protégé, résumé, risqué, über-, voilà.
Un tempo era comune nell'inglese americano l'uso di una dieresi per indicare gli iati: ad esempio, coöperate, daïs, reëlect. Le riviste The New Yorker e Technology Review ancora applicano questa regola, nonostante sia sempre più rara nell'inglese moderno. Oggigiorno le dieresi sono quasi sempre tralasciate, o piuttosto viene utilizzato un trattino (cooperate, co-operate). È ancora comune, invece, nei prestiti del tipo naïve e Noël.
Gli accenti sono usati inoltre occasionalmente in poesia e nella scrittura di drammi, per indicare che una certa sillaba, normalmente non accentata, di una parola, debba essere accentata per avere un effetto diverso, o per mantenere la metrica giusta. Quest'uso è frequente in scritti arcaici e pseudo-arcaici con il suffisso "ed", per indicare che la "e" deve essere pronunciata, per esempio "cursèd" (normalmente pronunciato con la E muta).
Lettere legate
In alcuni testi antichi (normalmente britannici), viene spesso usata la legatura, ottenendo lettere come æ ed œ, in parole come archæology, diarrhœa, o encyclopædia. Queste parole sono di origine latina o greca; oggiogiorno, comunque, questi grafemi nell'inglese britannico sono stati rimpiazzati da digrammi (encyclopaedia, diarrhoea) e talvolta da una semplice E come in economy, ecology, mentre nell'inglese americano hanno quasi tutte acquistato la E semplice (encyclopedia, diarrhea; però si scrive paean, amoeba, oedipal, Caesar). In alcuni casi vengono usate entrambe le scritture; ad esempio sia la scrittura encyclopedia che quella encyclopaedia vengono correntemente usate nel Regno Unito.
Irregolarità fonetiche
L'ortografia inglese, in confronto a molte altre lingue, è molto complessa ed irregolare. Mentre il francese, e varie altre lingue, presentano una difficoltà simile quando si codifica (scrive), l'inglese è più difficile da decodificare (leggere), essendoci molte pronunce possibili per uno stesso nesso di lettere. Per esempio, in francese, il suono [u] può esser scritto ou, ous, out, o oux (ou, nous, tout, choux), ma la pronuncia di questi nessi è sempre uguale. In inglese, il suono /uː/ può esser scritto oo o u, u-e, ui, ue, o, oe, o-e, o-b, ou, ough, o ew (food, truth, rude, fruit, blue, to, shoe, move, tomb, group, through, flew), ma tra questi 12 nessi ben 10 hanno altre pronunce possibili: flood, build, go, toe, comb, out, rough, sew (che possono essere trascritte approssimativamente come "flad", "bild", "gheu", "teu", "keum", "raf", "seu"[9]). Nel caso della sequenza ough, persino i parlanti nativi più colti talvolta non sono in grado di pronunciare parole particolarmente poco usate che la contengono, soprattutto nomi come Gough, Hough, o Slough.
Inoltre, l'inglese non ha mai avuto organi di regolazione dell'ortografia formali, al contrario dello spagnolo con la Real Academia Española o del francese con l'Académie française.
Irregolarità ortografiche
I tentativi di regolarizzare o riformare la lingua, incluse vere e proprie "riforme dello spelling", sono quasi sempre falliti. L'unica eccezione significativa è la serie di riforme di Noah Webster, che ha creato molte delle attuali differenze tra scrittura britannica ed americana, come "center-centre", "dialog-dialogue" (altre differenze, invece, come la scrittura dei suffissi "ise/ize" in parole come "realize-realise", si crearono invece spontaneamente).
Oltre alle stranezze che il sistema ortografico inglese ha ereditato dal suo passato, vi sono altre trappole che lo rendono difficile da imparare. L'inglese contiene infatti (con differenze tra le diverse varietà), 24-27 diversi suoni consonantici, e 14-20 vocalici. Tuttavia, ci sono soltanto 26 lettere nell'alfabeto inglese moderno, quindi non può esserci una corrispondenza 1:1 tra lettere e suoni. Molti suoni vengono scritti con più lettere o con gruppi di lettere, ed anche in quelle parole in cui può essere indovinata la pronuncia è necessario guardare la parola nel suo complesso. Per esempio, il digramma "th" rappresenta due suoni (la fricativa dentale sonora e quella sorda, vedi Pronuncia del th inglese), e la fricativa alveolare sorda può venire scritta sia S che C.
Tuttavia, non è la quantità di lettere a rendere irregolare la scrittura inglese, ma soprattutto dall'uso di varie scritture per uno stesso suono, e l'uso dello stesso nesso per rappresentare più suoni.
L'inglese ormai tende a non anglicizzare la scrittura dei prestiti, preservando quella straniera, anche quando le convenzioni per pronunciarli vengono avvertite come "esotiche", come nel digramma polaccocz di Czech (pronunciato "Cèk") o in quello norvegesefj di fjord. Nel Middle English arcaico, fino al 1400, quasi tutti i prestiti francesi vennero riscritti secondo le regole dell'inglese (bataille>battle, bouton>button, ma non accadde con double e trouble). Talvolta, piuttosto che riscrivere i prestiti conformemente allo standard inglese, la pronuncia cambia in conseguenza della scrittura. Un esempio di tale fenomeno è ski, importato dal norvegese durante la metà del XVIII secolo, anche se non divenne comunemente usato fino al 1900. Inizialmente veniva pronunciato /ʃiː/, similmente alla pronuncia norvegese, ma la popolarità acquistata dallo sport a partire dalla metà del XX secolo favorì il rimpiazzamento con /skiː/[senza fonte]
Ci fu inoltre un periodo in cui la scrittura di alcune parole venne alterata perché diventasse conforme alla presunta etimologia della parola stessa. Per esempio venne aggiunta la lettera B a debt (originariamente dette) per tentare di ricollegarla al latino debitum, e la lettera S in island per ricollegarla al latino insula (in queste due parole tali lettere sono mute), ma in realtà la parola discende dall'inglese anticoīġland. La P di Ptarmigan allo stesso modo non ha giustificazioni etimologiche, fu inserita solo per richiamare il greco, nonostante si tratti di una parola gaelica.
La scrittura inglese continua a evolversi. Molti prestiti vengono da lingue in cui la pronuncia delle vocali corrisponde a quella dell'inglese antico, a sua volta simile a quella italiana o spagnola, e questi sono i valori associati ai grafemi [a], [e], [i], [o] e [u] nell'IPA. Ne risulta un sistema di pronuncia dei prestiti linguistici piuttosto regolare[senza fonte], ed in alcuni di essi è stata anche modificata la loro grafia perché si conformasse a tale sistema. Per esempio, Hindu veniva originariamente scritto Hindoo, ed il nome Maria veniva pronunciato come il nome Mariah, ma fu modificato per renderlo conforme a questo sistema.
Anche le pubblicità hanno avuto un effetto sull'ortografia inglese. È da loro che provengono scritture semplificate come "lite" al posto di "light" (luce), "thru" al posto di "through" (attraverso), "smokey" al posto di "smoky" (fumoso), e "rucsac" al posto di "rucksack" (zaino). Anche la scrittura dei nomi è stata una fonte di innovazioni: le versioni diminutive dei nomi femminili, con lo stesso suono di nomi maschili, hanno sviluppato scritture differenti: "Nikki"-"Nicky", "Toni"-"Tony", "Jo"-"Joe".
Tra gli esempi dell'idiosincratica natura della scrittura inglese, c'è la combinazione "ou", pronunciabile in almeno 4 maniere differenti: ə in famous (famoso), aʊ in loud(con forza), ʊ in should(dovrebbe), uː in you(tu); e la vocale iː, trascrivibile in almeno 9 modi: paediatric (pediatrico), me (me), seat (sedile), seem (sembrare), ceiling(soffitto), people (persone), machine (macchina), siege(assedio), phoenix(fenice). (Questo almeno nell'inglese britannico standard).
Talvolta gli inglesi cambiano una pronuncia che non ci si aspetterebbe, semplicemente per questo. Cambiamenti di tale tipo non vengono normalmente visti come "standard", ma possono diventarlo, a patto che vengano applicati sufficientemente. Ne è un esempio "miniscule", che ancora è in competizione con l'originale "minuscule", ma questo potrebbe anche accadere per analogia con mini.[senza fonte]
Storia
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Motivo: La traduzione del passo del libro non è certa.
Le inconsistenze e le irregolarità nella pronuncia e scrittura inglese sono gradualmente aumentate di numero durante la storia della lingua inglese. Ci sono vari fattori che vi contribuiscono. Primo, i graduali cambiamenti nella pronuncia, come il grande spostamento vocalico, han creato un grande numero di irregolarità. Secondo, i prestiti linguistici importati recentemente da altre lingue normalmente mantengono l'ortografia originale, spesso non-fonetica in inglese. La romanizzazione di lingue come il cinese, con alfabeti derivati da quello latino ha complicato ancora di più le cose, per esempio quando si deve pronunciare un nome proprio cinese (di persona o luogo).
La scrittura regolare dell'inglese antico fu spazzata via dalla conquista normanna, e lo stesso inglese, in alcuni ambiti, fu soppiantato dal francese normanno per tre secoli, e riemergendo con una scrittura influenzata dal francese. L'inglese ha anche acquistato un gran numero di parole dal francese, che ovviamente mantennero la loro scrittura originale non essendoci né ragione né meccanismi per modificarla. L'ortografia del medio inglese, come quello degli scritti di Geoffrey Chaucer, è piuttosto irregolare, con parole scritte in più modi, talvolta addirittura nella stessa frase. Ad ogni modo, queste erano generalmente guide più affidabili per la pronuncia rispetto a quanto succede nell'inglese moderno.
Per esempio, il suono ʌ, normalmente scritto u, è scritto o in son,love,come ecc. a causa delle norme ortografiche normanne, che proibivano di scrivere "u" prima di "v","m" o "n", per la confusione grafica che ne sarebbe risultata (V, U ed N venivano scritti identici con due minimi, cioè dei segni, nella grafia normanna; la W diventava due U, mentre la M usava tre minimi, per cui MM poteva apparire come VUN, NVU, UVU ecc.). Allo stesso modo, le convenzioni ortografiche proibivano di scrivere una V finale. Per cui la scrittura identica di tre vocali differenti in love, grove e prove è dovuta all'ambiguità nel sistema ortografico del Medio Inglese, piuttosto che ai cambiamenti fonetici.
Ci fu anche una serie di cambiamenti fonetici durante la fine di questo periodo, tra cui lo stesso grande spostamento vocalico, dove la I di mine, per esempio, da vocale semplice diventò dittongo. Questi cambiamenti in larga parte non si detrassero dalle regole dell'ortografia; ma in alcuni casi introdussero confusione, come la varie pronunce possibili di "ough". Quasi tutti questi cambiamenti avvennero prima che la stampa approdasse in Inghilterra. Tuttavia, il suo arrivo congelò il sistema allora corrente, piuttosto che favorire un riallineamento con la pronuncia. In più introdusse altre irregolarità, in parte a causa dell'uso dei compositori tipografici diventati tali all'estero, soprattutto nei Paesi Bassi. Per esempio, la H di ghost fu aggiunta per influenza dell'olandese. L'aggiunta o rimozione di E mute in fine di parola fu talvolta usato per comporre la linea di margine della mano destra più ordinatamente.
Quando i dizionari furono introdotti, a metà del XVII secolo, il sistema ortografico inglese aveva già cominciato a stabilizzarsi. Attorno al XIV secolo, la maggior parte delle parole aveva già fissato la propria scrittura, anche se ci volle un po' di tempo prima che questa potesse diffondersi in tutto il mondo anglofono. In un'opera del 1860, lo scrittore George Eliot faceva satira sull'atteggiamento verso l'ortografia della popolazione rurale:
(EN) Mr. Tulliver did not willingly write a letter, and found the relation between spoken and written language, briefly known as spelling, one of the most puzzling things in this puzzling world. Nevertheless, like all fervid writing, the task was done in less time than usual [...] like himself, to a generation with whom spelling was a matter of private judgment.
(IT) Il signor Tulliver non scriveva volentieri una lettera, e trovava la relazione tra lingua parlata e scritta, detta brevemente "spelling", una delle cose più sconcertanti di questo mondo sconcertante. Ciò nonostante, come ogni fervido scrittore, il compito veniva terminato in meno tempo del solito [...] come lui stesso, apparteneva a una generazione con cui lo spelling era una questione di giudizio privato.
L'ortografia inglese moderna, con le sue varianti nazionali, si diffuse con l'espansione dell'educazione pubblica più tardi, nel XIV secolo.
"Ough" words
Uno delle più note difficoltà della scrittura inglese, il gruppo ough, è comunemente pronunciato in almeno 10 modi, 6 dei quali illustrati nel detto Though the tough cough and hiccough plough him through, citato da Robert A. Heinlein in La porta sull'estate per illustrare gli ostacoli riguardanti le trascrizioni automatiche del parlato e la lettura. Lo stesso ough è una parola, ossia un'esclamazione di disgusto, simile a ugh.
Per finire, c'è il nome Loughborough, dove il primo ough suona come in tough ed il secondo rima con thorough.
Corrispondenze grafema-suono
Vocali
In un approccio generativo all'ortografia inglese, Rollings (2004) identifica venti vocali "ortografiche" principali, rintracciabili nelle sillabe accentate, racchiuse in quattro categorie: "Lax", "Tense", "Heavy", "Tense-R" (che in italiano si potrebbero tradurre come "rilassate", "tese", "pesanti" "tese ad R"). Essendo tale classificazione basata sull'ortografia, non tutte le vocali rilassate lo sono necessariamente anche dal punto di vista fonologico (si rimanda alla pagina Tensione (fonetica)).
Per esempio, la A può rappresentare la rilassata æ, la tesa eɪ, la pesante ɑː, o [ɛə] prima di |r| (spesso come allofono). Le vocali pesanti e quelle tese ad R sono le rispettive controparti rilassate e tese seguite da R.
Le vocali tese sono distinte dalle rilassate con una E muta aggiunta in fine di parola. Quindi, la lettera A di hat è rilassata
/æ/, ma aggiungendo una E in fondo si ottiene hate, dove la A è tesa /eɪ/. Similmente, vocali pesanti e tese ad R si comportano in questo modo; il nesso ar in car è pesante /ɑr/, mentre ar seguito da E muta, come in care dà /ɛər/. La lettera U rappresenta due differenti modelli di vocali, di cui il primo è /ʌ/, /juː/, /ə/, /jʊ/ ed il secondo /ʊ/, /uː/, /ʊ/. Non vi sono distinzioni tra vocali pesanti e tese ad R con la lettera O, mentre con la U il modello /ʊ-uː-ʊ/ non possiede una vocale pesante.
Oltre alla E muta, un'altra strategia per indicare vocali tese e tese ad R, consiste nell'aggiunta di un'ulteriore vocale diacritica formando così un digramma. In tal caso, la prima vocale è solitamente la principale, mentre la seconda è la vocale "marcante". Per esempio, la parola "man" ha un'A rilassata, pronunciata /æ/, ma l'aggiunta di una I, dando così main, rende la A tesa, così che viene pronunciata /eɪ/. Queste due strategie producono parole scritte diversamente ma pronunciate identiche, come in manecriniera(dove si usa la E muta), mainprincipale (dove si usa un digramma) e MaineMaine[10] (dove si usano entrambe). L'uso di due differenti strategie si richiama alla necessità di distinguere parole che sarebbero altrimenti omonimi.
Oltre a queste 20 ortografie vocaliche basiche, Rollings descrive una categoria di vocali neutralizzate (/ə, ɪ/), una categoria mista (/ɔɪ, aʊ, aɪ, aʊ/, /j/ e /w/ più vocale, e le coppie di vocali).
Combinazioni di vocali
Ricavare la pronuncia di una parola inglese dalla sua scrittura richiede non solo un'adeguata conoscenze delle regole[11], qui sotto esposte (molte delle quali non sono conosciute esplicitamente dai parlanti nativi, che imparano la scrittura di una parola assieme alla sua pronuncia) e le molte eccezioni, ma anche:
Sapere quando una sillaba è accentata o meno, il che non è desumibile dalla scrittura (si possono confrontare hallowsantificare e allowpermettere);
Quali combinazioni di vocali formino una o due sillabe.
Si ricordi che non c'è un metodo preciso per determinare se dei suoni siano morfemi o parti integranti d'una parola.
Corrispondenze suoni-scritture
La tabella seguente mostra le varie ortografie associate a ciascun suono. Il simbolo "..." indica un'eventuale consonante aggiuntiva. I nessi sono in ordine di frequenza, dunque il primo è il più comune. Alcune ortografie sono rarissime o addirittura uniche, come, in alcuni accenti, l'au per il suono [æ]. In alcuni casi, le scritture mostrate si trovano in una sola parola esistente in inglese (come "mh">/m/, o "yrrh">/ɜr/).
music*, use, feud, cue, view, beautiful*, adieu*, queue, nuisance*, ewe, few, * In alcuni dialetti si verifica il fenomeno dell'elisione di iod, vedi Inglese americano.
Indicazioni per la pronuncia
Sono riportati degli esempi suddivisi secondo le lettere dell'alfabeto. La pronuncia dei cognomi e dei nomi geografici, spesso irregolare, non è qui trattata.
È riportata la pronuncia chiamata Received Pronunciation, con i simboli fonetici IPA. Data la grande varietà di pronunce dell'inglese, questa pronuncia è usata spesso come riferimento, ma è da notare che è usata in pratica solo dal 3–5 % dei madrelingua di inglese.
/ ə / nelle sillabe non accentate: es. apart[ə'pɑːt].
Nota: i due punti indicano un suono vocalico allungato. Non esiste in inglese la pronuncia della doppia consonante. Un simbolo fonetico in corsivo indica che tale suono può essere tralasciato, cioè una pronuncia facoltativa.
nel gruppo bt a fine parola o in pos. intermedia: es. doubt[daʊt], debt[dɛt], subtle[ˈsʌtəl]. Ci sono alcune eccezioni, come per es. obtain[əbˈtʰeɪn], obtuse[əbˈtʰjuːs].
C ) Può avere diverse pronunce:
Davanti alle vocali a, o, u: c dura come nell'italiano casa: [k].
Una rara eccezione è hiccough[ˈhɪkʌp] (che significa singhiozzo), che però è spesso scritta, specialmente nell'Inglese Americano, nella forma più regolare hiccup.
Il gruppo gn si pronuncia con la g ed n separati: magnet[ˈmægnət], ignore, magnificent.
Nel gruppo gn a inizio parola la g è muta: es. gnat[næt], gnaw[nɔː].
H ) È aspirata, cioè è presente e non muta, come in hit [hɪt], con alcune eccezioni: honest[ˈɒnɪst], honour[ˈɒnə*], hour[aʊ̯ə*], heir[ɛə̯*] e parole derivate.
I ) Può avere le seguenti pronunce:
/ aɪ / es. light[laɪ̯t], might, dialogue, item, wind (quando è un verbo).
/ ɪ / es. bill, fit, inch, quit, insurance, mint, wind (quando è un sostantivo).
Nel secondo caso però la i non è pronunciata come in italiano, ma con un suono breve tendente ad / ə /.
È velarizzata in fine di parola [ɫ] (es. fill[fɪɫ], call, compel, still) e nel gruppo lk (es. milk, silk).
M ) Come la m italiana [m]. È muta nel gruppo mn iniziale: es. mnemonic[nəˈmɒnɪk].
N ) Come la n italiana [n], ma nei gruppi ng e nk è velarizzata, con una pronuncia simile alla n dell'italiano angolo: es. running[ɹʌnɪŋ], song[sɒŋ], link[lɪŋk], monk[mʌŋk], singing[ˈsɪŋɪŋ].
Nel gruppo mn in posizione finale la n è muta: damn[dæm], hymn'[hɪm].
Nota: la /aʊ/ inglese non è uguale alla /au/ italiana. La [ʊ] di questo dittongo indica una vocale più rilassata della [u] che si realizza come l'arrotondamento delle labbra dopo la pronuncia della [a]. Analogamente dicasi per il dittongo / əʊ̯ / il cui punto di partenza è uno scevà (suono usato in alcuni dialetti italiani come ad esempio la lingua napoletana e il punto di arrivo è la [ʊ]).
La doppia o può avere diverse pronunce:
/ uː / es. food[fuːd], cool[kʰuːl], balloon[bəˈluːn], stool[ˈstuːl]. Nota: la u corta (non seguita dai due punti) non è pronunciata come in italiano, ma tende al suono / ə /.
Nell'accento Received Pronunciation, come molti altri accenti definiti non rotici, il suono [ɹ] è presente se e solo se seguito da un suono vocalico. Ad esempio:
la frase There's a glass of water on the table si pronuncerà invece [ðɛəz ə ɡlɑːs əv ˈwɔːtə ɹɒn ðə tʰeɪbɫ]. La [ɹ] comparsa tra le parole water e on si chiama r di collegamento, ovvero linking r.
Una caratteristica tipica degli accenti non rotici è quella di inserire una r intrusa (ovvero intrusive r) successivamente ai suoni /ə/, /ɪə/, /ɑː/, e /ɔː/ quando questi sono seguiti da vocale. Ad esempio nella canzone "A day in the life" dei Beatles la frase I saw a film today, oh boy è stata pronunciata [aɪ sɔː ɹə fɪlm təˈdeɪ əʊ̯ bɔɪ].
In alcune varietà di inglese, come nel General American, in Scozia e Irlanda (pronunce rotiche), la r viene pronunciata in tutte le posizioni.
S ) Può avere il suono / s / (come nell'italiano sole) oppure / z / (come nell'italiano smania).
Nota: a inizio di parola la s è sempre aspra come nell'italiano sole: es. sleep[sliːp], slow[sləʊ̯], sweet[swiːt]. Un tipico errore è di pronunciarla come la s dolce dell'italiano smeraldo.
^Questo solitamente succede perché un tempo la pronuncia di ciascuna parola era diversa, dopo di che è divenuta uguale, ma la scrittura originale è rimasta: plane era pronunciato ˈpleːn, ma il suono eː si unì in un unico suono con l'eɪ di plain, rendendo le due parole omofone.
^Nel mondo anglofono, l'accezione di dialetto non è perfettamente uguale a quella italiana: spesso si intende "la variante regionale di lingua", piuttosto che un vero e proprio dialetto.
^Per attutire gli ostacoli dovuti ai dialetti, i valori fonetici qui dati rispondono alle convenzioni scritte nella pagina Aiuto:IPA per l'inglese. La tabella include H, W e Y quando rappresentano suoni vocalici; se si danno informazioni, si presuppone che la vocale si trovi in sillaba accentata.
^Nelle tabelle, i trattini hanno due significati differenti. Uno dopo la lettera indica che questa deve essere ad inizio di sillaba, per esempio "j- ... jumper, ajar". Uno di essi prima della lettera indica che non può trovarsi ad inizio di parola, per esempio "-ck ... sick, ticket". Ovviamente le regole più specifiche prevarranno sulle più generali; inoltre, quando un nesso di lettere sarà indicato come "finale di parola", generalmente vi si potranno aggiungere suffissi senza che la pronuncia cambi. Infine, qui si farà riferimento alla Received Pronounciation, e verranno esclusi i prestiti stranieri che seguono regole isolate.
^Si noti che in inglese, a differenza dell'italiano, le consonanti semplici e doppie non sono distinte a livello di suono.
^Soprattutto nel gruppo "bt", con poche eccezioni come "obtain" ed "obtuse".
^Si noti che si tratta del fonema /d/alveolare e non del fonema dentale italiano, spesso trascritto identico, /d̪/. Stesso discorso vale per /t/.
^In inglese non esiste la nasale palatale: questo significa che il gruppo GN, quando è letto, deve essere letto con due fonemi separati, dunque /gn/ e non /ɳ/.
^In inglese tale lettera è infatti sempre pronunciata (almeno nelle varietà standard), a differenza dell'italiano.
^Generalizzando, il grafema è muto soprattutto nei grupi LF e LM, e talvolta in LK, come in "walk" e "talk".
^Nel mondo anglofono, si parla talvolta di "informal spelling" ortografia informale per designare la scrittura di alcune parole in maniera diversa da come prescriverebbe la tradizione, usate per esempio nelle abbreviazioni da SMS, insomma linguaggio informale, o, come detto sopra, nelle campagne pubblicitarie.
^Crystal, David (1997). English as a Global Language. Cambridge: Cambridge University Press. ISBN 0-521-53032-6.
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