Oostvaardersplassen
Gli Oostvaardersplassen costituiscono una riserva naturale nel centro-nord dei Paesi Bassi, situata tra le città di Lelystad ed Almere[1] del centro-nord dei Paesi Bassi, situata tra le città di Lelystad ed Almere[1][2], nella provincia del Flevoland. Si tratta della più grande area paludosa dei Paesi Bassi[3], circa 56 Km quadrati, gestita dallo State Forestry Service. Questa riserva, situata sotto il livello del mare, è un Polder che è stato creato nel 1968, ed è ritenuta un esempio di gestione della natura (REWILDING EUROPE). In gran parte del territorio è precluso l'accesso ai visitatori, per preservarne l'ambiente naturale e per non disturbare la fauna presente. GeografiaGli Oostvaardersplassen si trovano nella parte sud-occidentale del Flevoland, lungo la costa che si affaccia sul Markermeer, a sud/sud-ovest di Lelystad e a nord-est di Almere.[2] TerritorioLa riserva naturale degli Oostvaardersplassen si caratterizza per la presenza, oltre che di laghi, anche di pianure fangose, prati e boschi di salici.[1] FaunaGli acquitrini sono popolati da numerosi uccelli acquatici, limicoli e migratori quali: l'airone, l'ibis sacro, l'oca selvatica, il rallo, la spatola, il tarabuso, ecc.[4] Vi si possono trovare anche l'aquila di mare e l'albanella reale (simbolo della provincia del Flevoland). Bovini (per allevamento) Grandi erbivoriLa riserva si trova sotto il livello del mare, è paludosa ma possiede anche vasti pascoli. I biologi suggerirono di ripopolare questa nuova area vergine con la fauna originaria del Paleolitico, un tempo presente in questa zona d'Europa: il cervo (Cervus elaphus), il bisonte (Bison priscus), il cavallo selvatico Tarpan (Equus ferus ferus) e l'uro (Bos taurus primigenius). I bovini, i cervi ed i cavalli si sono moltiplicati, ma c'è un limite al numero di animali che quest'area può sostenere. In assenza di un predatore naturale (solamente la volpe è presente; l'introduzione del lupo è stata scartata a priori), i Rangers sono costretti ad uccidere gli animali in eccesso. È comunemente accettato che dal 30 al 60 percento della popolazione animale debba essere eliminata. Gli animali non possono migrare (come avviene nel Serengeti) per cercare nuovi pascoli, e quindi danneggiano la vegetazione, in maniera eccessiva. Durante l'inverno 2005, che fu particolarmente duro, alcuni animali morirono di fame, scatenando così le ire della pubblica opinione. Note
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