Norbert Elias, che oggi viene considerato uno dei più autorevoli sociologi, pur avendo prodotto le sue opere più importanti nel corso degli anni trenta, è stato a lungo ignorato dalla comunità accademica internazionale e dal pubblico. Nel 1933 fuggì dalla Germania perché ebreo, nel 1940 rinchiuso in una prigione inglese perché tedesco. I suoi genitori morirono nell'Olocausto. Durante la seconda guerra mondiale e negli anni che seguirono non ebbe un impiego fisso, rimanendo ai margini della cerchia accademica britannica fino a che, nel 1954, accettò la cattedra offertagli dall'Università di Leicester, iniziando così la sua carriera accademica all'età di 57 anni. A Leicester le sue ricerche poterono fiorire e dar frutto, sotto forma di pubblicazioni di grande rilievo. In tutti gli anni trascorsi a Leicester però, nessuno dei suoi libri venne mai tradotto in inglese. Solo dopo la nomina (1962 – 1964) a professore presso l'Università Legon di Accra, nel Ghana, la sua opera venne riscoperta, durante gli anni settanta, prima nei Paesi Bassi e poi in Germania e in altri paesi.
La sua opera più importante è Il processo di civilizzazione (Über den Prozeß der Zivilisation). Quest'opera, scritta da Elias nel Regno Unito, dove emigrò nel 1933 e dove visse fino ai primi anni 1960, venne pubblicata nel 1939 in Germania e in inglese solo nel 1962.
La sua opera completa venne nel frattempo recepita a livello mondiale da storici e sociologi. La sua nuova descrizione sociologica dell'uomo lo ha portato ad occupare un posto centrale nell'ambito delle scienze sociali.
È stato il vincitore della prima edizione del Premio Europeo Amalfi per la Sociologia e le Scienze Sociali.
Altra sua opera di rilevanza storiografica è La società di corte, nella quale, partendo dalla corte di Versailles di Luigi XIV, svolge un'analisi sociologica e antropologica dei comportamenti cortigiani, e più in generale dell'ethos nobiliare, individuando nell'etichetta, nei cerimoniali e nella prossemica della quotidianità i tratti di un'articolata struttura sociale, nella quale è possibile anche rintracciare il riflesso di una gerarchia economica espressione diretta della volontà e del gradimento del sovrano. L'opera accantonata per diversi decenni, è stata riscoperta solo in seguito.[1]
Ricevette il premio Nonino "Maestro del nostro tempo" nel 1990[2].
Opere
La società di Corte, traduzione di G. Panzieri, Bologna, il Mulino, 1980.
La civiltà delle buone maniere, traduzione di G. Panzieri, collana Saggi 224, Bologna, il Mulino, 1982.
Potere e civiltà. Il processo di civilizzazione. II, traduzione di G. Panzieri, collana Saggi 247, Bologna, il Mulino, 1983.
La solitudine del morente, collana Intersezioni n.22, Bologna, il Mulino, 1985.
Saggio sul tempo, Bologna, il Mulino, 1986.
Humana conditio, collana Intersezioni, Bologna, il Mulino, 1987, ISBN978-88-15-01480-1.
I tedeschi. Lotte di potere ed evoluzione dei costumi nei secoli XIX e XX, collana Le occasioni n.39, Bologna, il Mulino, 1991.
Mozart. Sociologia di un genio, collana Intersezioni, Bologna, il Mulino, 1992.
Teoria dei simboli, traduzione di E. Scoppola, collana Saggi, Bologna, il Mulino, 1998, ISBN978-88-15-06296-3.
Tappe di una ricerca, Collezione di Testi e Studi/Sociologia, Bologna, il Mulino, 2001.
Norbert Elias e John L. Scotson, Strategie dell'esclusione, Collana Saggi, Bologna, il Mulino, 2004, ISBN978-88-15-09627-2.
Marinaio e gentiluomo. La genesi della professione navale, collana Intersezioni, Bologna, il Mulino, 2010.
L'illusione del quotidiano. Sociologia con le scarpe slacciate, collana Le api, Milano, Medusa, 2010, ISBN978-88-7698-216-3.
Oltre il muro dell'io. Sociologia e psichiatria, Collana Le zattere, Milano, Medusa, 2011, ISBN978-88-7698-234-7.
La pazienza dell'inquietudine. Quattro interviste con Norbert Elias, Collana Polaroid, Milano, Medusa, 2014, ISBN978-88-7698-318-4.
con Eric Dunning, Sport e aggressività, (1986), 2001, il Mulino, Bologna.
Note
^Importante nella stessa opera la tesi della genesi della rivoluzione francese, individuata nell'inadeguatezza del sovrano e della nobiltà nella gestione dei rapporti con la borghesia, e nell'incapacità del controllo nei confronti delle pressioni esercitate dal terzo stato; nobiltà e sovrano apparivano, secondo Elias, scleroticamente ferme nella difesa delle rispettive sfere di privilegio e riluttanti, almeno nelle alte élite, all'allargamento della base decisionale.
^Norbert Elias, su premio.grappanonino.it (archiviato dall'url originale il 28 novembre 2017).