Noctua comesLa nottua della vite (Noctua comes Hübner, 1813) è un lepidottero appartenente alla famiglia Noctuidae, diffuso in Eurasia, Nordamerica e Nordafrica. DescrizioneQuesta specie ha generalmente l'aspetto di una più piccola (apertura alare 38–48mm) versione della Noctua pronuba dalle grandi ali posteriori gialle. Le ali anteriori sono ugualmente variabili nel modello e nel colore, dall'argilla pallida all'argilla rossastra, dal marrone chiaro al quasi nero. Le stimmate sono scure e delineate con giallo pallido. Le linee trasversali sono deboli. La linea ondulata scorre sul bordo anteriore come una macchia non più che marrone scuro (mai nera), che a volte si estende lungo l'intera linea ondulata. Le ali posteriori sono di colore giallo arancio con un'ampia fascia sub-terminale nera e lunule discale centrale (solitamente assente nella Noctua pronuba). È anche simile alle ali posteriori giallo lunare della Noctua orbona. Nell'impressione generale una specie ad ali larghe. Vola di notte da luglio a settembre[1] ed è attratto dalla luce e dai fiori come l'erica, l'erba di marram e il senecione di San Giacomo. La larva è anche molto simile a quella della Noctua pronuba - verde o marrone con trattini neri lungo la schiena. Le sue abitudini alimentari, tuttavia, sono molto diverse: questo non ha abitudini terricole ma si nutre del fogliame di una serie di piante, alberi e arbusti, nonché di piante erbacee (vedi elenco sotto). Questa specie sverna come una larva. Distribuzione e habitatSi trova nell'ecozona paleartica (Europa, Nord Africa, Isole Canarie, Medio Oriente, Russia meridionale, Caucaso, Transcaucasia, Turchia, Iraq, Iran, Afghanistan, India nord-occidentale, Novosibirsk, Asia centrale e a Denver, Colorado). Fu introdotta nella Columbia Britannica verso il 1982 e si è diffuso a sud nel nord-ovest del Pacifico. È stata recentemente segnalata nell'Ontario (Crolla 2008). Sinonimia completa data in Lafontaine.[2] È una specie comune ma non così abbondante come il suo parente più grande (Noctua pronuba). Piante alimentari registrate
Vedi Robinson, GS et al.[3]
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