Nikolaj Vasil'evič NevrevNikolaj Vasil'evič Nevrev (in russo Николай Васильевич Неврев?; Mosca, 1830 – Orša, 1904) è stato un pittore russo, specializzato in scene di genere e storiche[1]. BiografiaNikolaj Vasilievič Nevrev nacque a Mosca nel 1830, in una famiglia di mercanti.[1] Si avvicino all'arte prendendo le sue prime lezioni dal suo patrigno, che era un insegnante di disegno.[1] All'età di ventuno anni, Nevrev iniziò a frequentare la Scuola di pittura, scultura e architettura di Mosca, dove studiò sotto la guida del pittore italo-russo Michele Scotti.[1][2][3][4] Dopo essersi diplomato nel 1855, diventò "artista libero",[1] dedicandosi inizialmente ai ritratti, che attirarono l'attenzione della critica.[5] Tra le opere di quegli anni si ricorda un Autoritratto (1863), un Ritratto di una donna sconosciuta , eseguito in modo rigorosamente realistico, attento nel disegno ed espressivo nella pittura;[5] l'opera si caratterizzò per la spiritualità dello sguardo, la figura orgogliosa della testa, gli occhi penetranti.[5] Negli anni sessanta, Nevrev dipinse alcuni dei suoi capolavori, come L'affare (1866), in cui raffigurava la vendita di un servo,[2]oltre che La tutela (1867). Alcuni altri suoi dipinti erano incentrati sulle critiche alla Chiesa.[1] Negli anni sessanta e anni settanta, Nevrev si dedicò con successo alla pittura di denuncia sociale e di costume, con tele che espressero un'acuta satira del ceto mercantile, del clero, della servitù della gleba, delle ingiustizie economiche e sociali, grazie a dipinti tendenti al racconto, all'approfondimento psicologico e all'espressione di tipi simbolici.[6] Sospese temporaneamente di lavorare nel 1870, per ragioni ignote,[1] ma ricominciò a dipingere arte storica negli anni ottanta,[1] con una serie di opere su temi ispirati dalla storia russa, interessandosi anche qui al tipo umano, caratteristico e singolare, più che all'evento storico;[6]tra le opere La principessa P. G. Jusupova prima di prendere il velo (1886).[3] Nel 1881 divenne membro dei Peredvižniki (Itineranti o Ambulanti).[1][3][4] Il suo miglior lavoro in questo periodo fu probabilmente la sua serie di quadri, ognuno dei quali esprimeva una morale umana.[1] Dal 1887 al 1890, insegnò alla Scuola di pittura, scultura e architettura e, nel 1889, divenne curatore alla Galleria Tret'jakov.[1][3][4] Intorno agli anni novanta si interessò della pittura di genere, di critica di costume e alla ritrattistica.[6]
Note
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