NGC 6811
NGC 6811 è un ammasso aperto visibile nella costellazione del Cigno; possiede dimensioni apparenti pari alla metà della Luna piena ed è relativamente brillante. OsservazioneSi tratta di un ammasso aperto abbastanza appariscente, visibile quasi due gradi a nordest della stella δ Cygni, in un campo stellare piuttosto ricco di stelle di fondo sul bordo della Via Lattea. Può essere individuato anche attraverso un binocolo 10x50, in cui appare come una chiazza chiara e nebulosa, impossibile da risolvere in stelle; le sue componenti più luminose infatti, essendo di decima e undicesima magnitudine, diventano visibili solo con un telescopio da almeno 120mm di apertura. Già a 80x l'ammasso è completamente risolto in diverse decine di stelle. NGC 6811 può essere osservato da entrambi gli emisferi terrestri, sebbene la sua declinazione molto settentrionale favorisca notevolmente gli osservatori dell'emisfero nord; dalle regioni boreali si presenta estremamente alto nel cielo nelle notti d'estate, mentre dall'emisfero australe resta sempre molto basso, ad eccezione delle aree prossime all'equatore. È comunque visibile da quasi tutte le aree abitate della Terra.[2] Il periodo migliore per la sua osservazione nel cielo serale è quello compreso fra giugno e novembre. Storia delle osservazioniNGC 6811 venne osservato per la prima volta da John Herschel nel 1829, che lo vide attraverso gli strumenti appartenuti al padre William Herschel; in seguito lo inserì nel suo General Catalogue of Nebulae and Clusters, pubblicato nel 1864.[3] CaratteristicheSi tratta di un ammasso non particolarmente ricco, ma ben in risalto sui campi stellari circostanti; possiede un'età di almeno 700 milioni di anni ed è pertanto piuttosto evoluto. In esso le popolazioni stellari di debole luminosità scarseggiano, anche a causa della sua evoluzione dinamica. Un'altra caratteristica che condivide con altri ammassi di grande età è la sua posizione alle alte latitudini galattiche.[4] Studi condotti sull'analisi dei dati della Missione Kepler hanno permesso di identificare 71 stelle di piccola massa fisicamente legate all'ammasso, come emerso dalla loro velocità radiale; lo studio ha preso in esame i parametri rotazionali di queste stelle, allo scopo di definire maggiormente la relazione fra periodo di rotazione, età e massa.[5] La sua distanza si aggira sui 1200 parsec (circa 4000 anni luce), in una zona del Braccio di Orione particolarmente ricca di nubi molecolari e di gas ionizzato per via della presenza del grande complesso di Cygnus X. PianetiIl 26 giugno 2013 con un articolo su Nature è stata data la notizia che due pianeti sono stati scoperti orbitare attorno ad una stella appartenente all'ammasso analizzando i dati di Kepler[6]. Si tratta dei primi esopianeti scoperti all'interno di un ammasso stellare mediante il metodo del transito. L'interno degli ammassi stellari è sempre stato giudicato come luogo non adatto alla formazione planetaria, in quanto le forze gravitazionali dovute alla vicinanza tra le stelle e l'intensa luce ultravioletta che proviene da giovani stelle, potrebbero disgregare in tempi brevi l'eventuale disco protoplanetario; su più di 800 pianeti conosciuti infatti, solo quattro fanno parte di ammassi stellari. I pianeti scoperti hanno una raggio 2,8 e 2,9 volte quello terrestre[7]. Note
Bibliografia
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