Museo civico archeologico Anton Celeste Simonini
Il Museo civico archeologico Anton Celeste Simonini è un museo archeologico situato a palazzo Piella, a Castelfranco Emilia in provincia di Modena. È intitolato all'artista omonimo castelfranchese.[1] StoriaIl museo civico archeologico è sorto nel 1999 in seguito alla individuazione, nell'ambito della raccolta civica preesistente, di materiale di interesse archeologico e di reperti rinvenuti in tempi successivi sul territorio. Dagli anni novanta sono stati scoperti nuovi reperti in seguito alla conduzione di scavi archeologici in area urbana e non, da quelli di Forte Urbano a quelli di via Peschiera, di via Canale, o ancora di piazza Moro. L'amministrazione comunale ha individuato e riorganizzato gli spazi da adibire a museo e a deposito temporaneo e ha catalogato i reperti, selezionando quelli idonei a rappresentare il patrimonio locale, insieme alla Soprintendenza per i Beni Archeologici dell'Emilia-Romagna. L'allestimento è stato rinnovato per rendere più interattiva l'esperienza museale. Il nuovo allestimento è stato inaugurato a dicembre 2021.[2] Percorso musealeIl percorso museale si snoda in vari ambienti e rivisita la storia del popolamento nel territorio di Castelfranco dall'epoca preistorica sino alla nascita del Borgo Franco nel XIII secolo, da cui trae origine il centro odierno.[3] Neolitico ed età del BronzoIl territorio di Castelfranco, infatti, partecipa appieno ai processi di occupazione dell'alta pianura emiliana che coincidono con l'insorgenza dell'epoca neolitica, qui rappresentata dal sito dei vasi a bocca quadrata di Cava Rondine di Piumazzo, e raggiungono l'apogeo con gli abitati di cultura terramaricola, documentati nell'area dai siti dei Poderi Pradella, Rastellino e Gaggio. Di particolare importanza è il ripostiglio di aes signatum rinvenuto nel 1897 nel podere Cappella: si tratta di un deposito di lingotti di bronzo contrassegnato risalenti al VI secolo a.C., da interpretarsi come mezzo di scambio premonetale o come riserva di un artigiano metallurgo in vista della produzione di nuovi manufatti.[3] Età del FerroProseguendo la visita, si scopre l'età del Ferro attraverso l'area archeologica detta al Galoppatoio, sede sia di un abitato villanoviano che della relativa necropoli ad incinerazione.[3] Età etrusco-celticoL'insediamento etrusco-celtico del Forte Urbano illustra a sua volta le caratteristiche del popolamento fra il V e la prima metà del IV sec. a.C., in un ambiente culturale fortemente etruschizzato.[3] Età romana e medievalePer l'età romana, secondo le fonti antiche esisteva un antico centro abitato nei pressi della via Emilia, fra Bologna e Modena, chiamato Forum Gallorum, menzionato in relazione alla Guerra di Modena del 43 a.C. .[3] La fase della romanizzazione è ampiamente documentata da una serie di materiali, fra i quali una serie di epigrafi sepolcrali di diverso ambito cronologico che indiziano ricche sepolture dislocate sul territorio.[3] Un cippo milliario con dedica agli imperatori Valentiniano I e Valente, rinvenuto in località Noce, si ricollega invece a una sistemazione della via Emilia nel corso del IV sec. d.C..[3] A nord della via Emilia in direzione di Modena, le indagini più recenti su Castelfranco e il suo territorio hanno portato alla scoperta di una stazione di sosta caratterizzata da diverse fasi strutturali a partire dall'epoca repubblicana, costituita da stalle, vani di servizio e aree ad uso abitativo.[4] Dopo un periodo di abbandono, in un momento non precisabile dell'età medievale il sito è stato nuovamente occupato in maniera stabile da un edificio di dimensioni più ridotte forse destinato all'accoglienza, un ospitale dedito all'assistenza ai viaggiatori, in analogia con altri complessi sorti lungo i grandi assi di percorrenza.[3] AttivitàIl servizio di apertura e visita della collezione e delle mostre temporanee è assicurato dalle locali associazioni di volontariato. Il Museo civico archeologico svolge attività didattiche con le scuole e di aggiornamento per docenti. Si occupa inoltre di ricerca scientifica e divulgazione attraverso mostre temporanee e pubblicazioni. Una serie di mostre tematiche che hanno toccato vari aspetti della storia e della cultura locale è stata organizzata dal museo, in collaborazione con altri enti ed istituzioni. Il museo cura la pubblicazione dei cataloghi delle mostre e di edizioni dedicate all'archeologia per i più piccoli e ai beni culturali e naturali del territorio. Il museo pubblica inoltre una rivista dedicata alle forme di religiosità attestate nel territorio nel passato. A favore della tutela del patrimonio archeologico sono stati predisposti strumenti a supporto della pianificazione territoriale: la carta archeologica e la carta di rischio archeologico. Il museo ha inoltre seguito direttamente l'esecuzione di uno scavo di emergenza di epoca romana e una campagna di scavo sull'area del villaggio dell'età del ferro del Forte Urbano, grazie alla collaborazione con la Soprintendenza per i Beni Archeologici dell'Emilia-Romagna. Note
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