Museo Van Loon
Il Museo Van Loon (in olandese: Museum Van Loon) è una casa-museo di Amsterdam, ubicata in un'abitazione patrizia del XVII secolo, situata al nr. 672 di Keizersgracht[1][2][3][4] ed appartenute un tempo alla potente famiglia di commercianti dei Van Loon[1][2][3][4][5][6][7]. DescrizioneIl Museo Van Loon si trova nella cerchia dei canali orientale[3], nelle vicinanze dell'Amstelkerk[3]. Il museo offre uno spaccato di vita di una ricca famiglia di Amsterdam del XVII-XIX secolo[1][3]: gli interni sono abbelliti con mobili eleganti, ritratti di famiglia, sculture, ceramiche (tra cui le celebri ceramiche di Delft) e stucchi che celebrano il giardinaggio e la musica.[1][3][8] Tra i dipinti, figurano i cosiddetti witjes, quadri illusionistici creati da Jacob de Wit (da cui il nome)[3], e il dipinto Le quattro età della vita e i cinque sensi di J. Molenaar[2]. Tra le sale di interesse, vi è la cosiddetta "Sala dipinta", le cui pareti sono ricoperte da una tela che raffigura un paesaggio italiano immaginario, con rovine e navi.[8] Negli interni, vi si trova inoltre una balaustra di uno scalone su cui sono incise le iniziali di due abitanti della casa, Abraham van Hagen e sua moglie Caterina Elisabbeta Trip[3][8] L'edificio è circondato da un giardino in stile classico[3], che ospita anche una rimessa per carrozze[3]. StoriaL'edificio che ospita il museo risale al 1671[6] o 1672[1][2][3][4][7] e fu realizzato su progetto del celebre architetto Adriaan Dortsman[1][2][3][4][6][7], che realizzò due case gemelle simmetriche[1][3][5]"/>[6] per Jeremias van Raey[1][3][6], un ricco fiammingo che commerciava in ferro e armamenti[1]. Van Raey fece aggiungere alla balaustra del tetto di uno dei due edifici statue raffiguranti Marte, Minerva, Vulcano e Cerere, che simboleggiavano i prodotti che venivano prevalentemente commercializzati dai fiamminghi, ovvero armi, ferro e cereali.[4][6] ed affittò uno dei due edifici al pittore Ferdinand Bol[1][5][6][7], allievo di Rembrandt[6][7]. Van Raey fece aggiungere alla balaustra del tetto statue raffiguranti Marte, Minerva, Vulcano e Cerere, che simboleggiavano i prodotti che venivano prevalentemente commercializzati dai fiamminghi, ovvero armi, ferro e cereali.[4][6] Van Raey cadde in dissesto finanziario nove anni dopo.[4] Nel 1752, si trasferirono in una delle due case il Dottor Abraham van Hagen e sua moglie Caterina Elisabbeta Trip[3] e l'edificio fu ridecorato[3]. Nel 1884, l'edificio al nr. 672 fu acquistato come dono di nozze per il figlio[8] da Jonkheer van Loon, discendente di uno dei fondatori della Compagnia delle Indie Orientali[1]. Nel 1963, iniziò un ampio lavoro di restauro dell'edificio[3], che durò fino al 1974, anno in cui fu inaugurato il museo[3]. Note
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