Movimento di Unità Proletaria
Il Movimento di Unità Proletaria (MUP) fu un movimento antifascista italiano clandestino attivo durante il 1943. StoriaIl movimento nacque clandestinamente a Milano il 10 gennaio 1943, dopo mesi di febbrile attività clandestina, per opera di Lelio Basso, Domenico Viotto, Corrado Bonfantini, Carlo Andreoni, Paolo Fabbri, Roberto Veratti[2]; vi confluirono gruppi che provenivano da Bologna, Torino, Roma, Venezia, Firenze, Brescia[3]. Il movimento, costituito da uomini che rappresentavano le diverse anime del proletariato e della piccola borghesia (massimalisti, riformisti, comunisti, anarchici, repubblicani di sinistra, giovani di Giustizia e Libertà), si proponeva di rinnovare i vecchi schemi della tradizione socialista italiana, per realizzare la massima unità del movimento proletario «attorno ad un programma concreto e attuale». Dopo la caduta di Mussolini, durante i quarantacinque giorni prima dell'armistizio e l'occupazione tedesca dell'Italia, la fedeltà che la maggioranza dei lavoratori dimostrò di avere per la vecchia bandiera del PSI non permise al MUP di raccogliere l'adesione delle masse. Durante la Resistenza, gli uomini che avevano fatto parte del MUP costituirono l'ossatura ed ebbero funzioni di comando delle formazioni Matteotti in Piemonte (Renato Martorelli), Lombardia (Corrado Bonfantini), Emilia-Romagna (Fernando Baroncini) e nel Lazio (Carlo Andreoni). Note
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