Il territorio è posto sulla riva sinistra del Ticino, con orografia dolcemente digradante verso il fiume interrotta sporadicamente da collinette, depressioni e arginature. Il territorio comunale è vasto e prevalentemente destinato ad uso agricolo.
La vegetazione comprende, a partire dalle sponde del fiume, salici, robinie e pioppi, questi ultimi coltivati per la produzione di carta. Si possono osservare diversi boschi con pioppi dal fusto diritto disposti in regolari file parallele.
Dall'epoca romana giungono testimonianze di insediamenti coloniali nell'area dell'attuale comune. Alcuni toponimi delle frazioni (fara, dal tedesco fahren, gruppo di guerrieri) ricordano la presenza di stanziamenti longobardi.
La storia seguente di Morimondo ruota intorno alle vicende dell'abbazia omonima e dei monaci dell'ordine dei Cistercensi che vi risiedettero.
Questa relazione è testimoniata anche dallo stemma comunale, che rappresenta nella parte superiore una mitra, indicativa del potere religioso, il bastone pastorale, poiché l'abate priore aveva dignità vescovile ed una spada, simbolo del potere civile-giudiziario.
Nel XV secolo infatti l'abbazia viene resa commenda.
Nella parte inferiore dello stemma è rappresentato un mappamondo sormontato da una croce, altro simbolo di dominio religioso.
La fondazione della prima chiesa risale al 1134, quando i primi monaci vi arrivarono qui dall'abbazia di Morimond, vicino a Digione. Lentamente bonificarono l'area adiacente al Ticino, vi realizzarono canali di irrigazione e la trasformarono in fertile zona agricola con coltivazione a marcite.
Nel 1182 iniziò l'edificazione della chiesa attualmente esistente tutta in laterizio, con facciata a capanna e tiburio ottagonale sulla crociera. Nell'interno a tre navate su pilastri con volte a crociera: a destra acquasantiera trecentesca e, alla parete della navata un affresco strappato di Bernardino Luini. L'edificio venne ampliato e decorato con coro ligneo intagliato. Del chiostro, rifatto nei secoli XV-XVI, solo un'ala è originale; accanto è la sala capitolare di forme cistercensi, a due navate.
Secondo altre fonti il nome del luogo deriverebbe dalle parole francesi moire mont, cioè "monte nella palude", poiché l'abbazia fu costruita su un rilievo in mezzo alle zone paludose.
Nel XIV secolo gran parte dei territori circostanti l'abbazia era di proprietà della chiesa e vi sorgevano numerose cascine ed edifici di servizio.
Nel 1786 il comune passò alla provincia di Pavia.
Nel 1798, con l'avvento di Napoleone I il monastero fu soppresso e il patrimonio culturale andò disperso. Oggigiorno grazie al supporto della comunità locale l'attività religiosa e culturale dell'abbazia è rifiorita.
Amministrativamente, il piccolo abitato di Morimondo era da sempre vissuto in simbiosi col vicino paese di Coronate, tanto che fu l'imperatrice Maria Teresa ad istituire un unico comune che raggruppasse i due abitati. Raggiunti i 662 abitanti nel 1771, il Comune di Coronate fu ingrandito dal governo napoleonico, che gli annesse Ticinello e Caselle nel 1809, e Basiano nel 1811. Sebbene gli austriaci avessero sospeso questi provvedimenti al loro ritorno nel 1815, finirono poi per confermare definitivamente quelli relativi a Ticinello e Basiano nel 1841, aggiungendovi anche Fallavecchia. Per tutto il periodo di vigenza del Regno Lombardo-Veneto, il territorio comunale tornò ad appartenere alla provincia di Pavia. La realizzazione dell'unità d'Italia riportò Coronate coi suoi 1 596 abitanti sotto Milano, mentre fu nel 1870 che fu decisa la nuova incorporazione di Caselle[7], e il 12 marzo 1871 che il comune cambiò nome in Morimondo, riconoscendo nell'omonima abbazia l'elemento di notorietà e lustro del territorio.[8]
Simboli
Lo stemma e il gonfalone sono stati concessi con DPR del 9 ottobre 1981.
«Troncato: il primo di rosso, alla spada d'argento e al pastorale d'oro, posti in croce di Sant'Andrea; sul tutto una mitra d'argento; il secondo d'azzurro, al globo terrestre sormontato da una croce d'argento. Ornamenti esteriori da Comune.»
Edificata forse poco dopo il completamento della chiesa abbaziale di Morimondo, la chiesa di San Bernardo era posta allora come oggi appena fuori le mura dell'abbazia e probabilmente fungeva da chiesa parrocchiale per l'abitato di Morimondo, essendo quindi ad esclusivo uso del popolo, ma sotto la protezione dei monaci dell'abbazia che l'amministravano (si veda a questo proposito la dedicazione appunto a san Bernardo). La chiesa venne pesantemente rimaneggiata nel corso della fine del XVII secolo, lasciando inalterato solo l'abside ed il campanile trecentesco. L'interno si presenta con un impianto ad aula unica. Oggi la chiesa è di proprietà privata ed è attualmente sconsacrata
Turismo e cultura
A Morimondo è presente la Fondazione Abbatia Sancte Marie de Morimundo: una fondazione museale che organizza numerose attività didattiche che vogliono illustrare nel dettaglio alcune attività tipiche della vita dei monaci cistercensi. Tra questi, laboratori di miniatura, storia delle scritture, erboristeria e visite guidate del cenobio e della chiesa.
Senza dimenticare, la grandiosa manifestazione Trecentesca, una grande rievocazione storica che ospita gruppi di rievocatori da tutta Europa e che si svolge ogni due anni, sotto al vigile controllo del CERS (Consorzio Europeo Rievocazioni Storiche) che garantisce la veridicità storica di ogni dettaglio ricostruito.
Si svolgono diversi eventi durante l'anno. La chiesa ospita concerti e mostre, e nel periodo natalizio è possibile visitare un'esposizione di presepi.
In agosto, in occasione della festa patronale si svolgono manifestazioni storiche ed una fiera.
Durante i fine settimana il paese è meta di molti milanesi che si concedono una mezza giornata nel verde, tra i numerosi percorsi in mezzo alle campagne fino al fiume e le abbondanti piste ciclabili.
Secondo le statistiche ISTAT[10] al 1º gennaio 2019 la popolazione straniera residente nel comune era di 48 persone, pari al 4,4% della popolazione. Le nazionalità maggiormente rappresentate in base alla loro percentuale sul totale della popolazione residente erano:
^Lombardia Storica. Prevalse alla fine dell'Ottocento la volontà di chiamare il paese Morimondo in relazione al nome acquisito dall'abbazia e per il legame storico che l'abitato doveva ai monaci cistercensi.