Monte Aldone
Il monte Aldone è una montagna dell'Appennino ligure alta 810 m s.l.m. e posta sul confine tra i comuni di Pianello Val Tidone, di cui rappresenta il punto più elevato, e Alta Val Tidone, fino al 2017 Pecorara[1], in provincia di Piacenza. La vetta è posta sul versante destro della val Tidone e fa parte dello spartiacque che separa la val Tidone stessa dalla val Chiarone e dalla val Tidoncello, entrambe formate da due affluenti del Tidone[2]. Il monte fa parte dal 1985 di una zona tutelata ai sensi del piano di tutela paesaggistica della regione Emilia-Romagna, per motivi storici, come la presenza della Rocca d'Olgisio e degli scavi archeologici della piana di San Martino, e naturalistici, come boschi, grotte naturali, praterie e stazioni di uccelli rapaci[3]. DescrizioneLe pendici orientali del monte Aldone, il cui massiccio comprende anche la cima del monte Bono[3], formano, insieme ai monti Ciarello, Poggio Uccello e Fernico, lo spartiacque tra la val Chiarone, a nord, e la val Tidoncello, a sud, entrambe formate da affluenti del Tidone, questo spartiacque procede fino al monte Serenda[2], da qui si origina la val Luretta[4]. Sulle pendice meridionale del rilievo si trova, invece, il centro abitato di Pecorara, fino al 2017 sede dell'omonimo comune[5]. Il rilievo è modellato su una formazione classificabile come appartenente ai flysch di monte Cassio; a questo litotipo calcareo-marnoso, caratterizzato da una resistenza all'erosione non particolarmente pronunciata, si deve l'ambiente roccioso dotato di versanti particolarmente ripidi che lo caratterizzano[6]. Le pendici del rilievo presentano un'alternanza di pascoli e superfici coltivate nella parte bassa, mentre sono coperte da boschi in quella più alta, inclusa la vetta, coperta di vegetazione e dalla quale non è possibile godere di una vista panoramica[5]; nei pressi della cima si trova un fabbricato in condizioni di abbandono, probabilmente adibita in origine a osservatorio o a ripetitore radiotelevisivo[7]. L'intera zona del monte Aldone si caratterizza per un livello di antropizzazione estremamente basso, che lascia ampie possibilità per una valorizzazione naturalistica dell'area[8]. I boschi sulle pendici sono composti in prevalenza da varie essenze di latifoglie tra cui spiccano la roverella, il carpino nero, il sorbo e il pino silvestre[3]. TurismoIl percorso che dal passo Ca' del Diavolo conduce fino alla cima del monte è dotato di segnavia CAI ed è stato attrezzato per la percorrenza in mountain-bike da parte dell'associazione I Cinghiali della Val Tidone, che ha curato anche il posizionamento di cartellonistica informativa e mappe dei percorsi disponibili nella zona[7]; all'incirca alla metà del percorso è stato adibito un punto di ristoro attrezzato con tavoli e panchine[7]. Note
Bibliografia
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