Minna di virgini
La minna di virgini (in italiano "seno di vergine") è un dolce tradizionale di Sambuca di Sicilia, città siciliana in provincia di Agrigento. È stata inserita dal Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali tra i Prodotti Agroalimentari Tradizionali. StoriaLa minna di virgini fu ideata nel 1725 da suor Virginia Casale di Rocca Menna, del Collegio di Maria di Sambuca. La suora la creò in occasione del matrimonio del Marchese don Pietro Beccadelli con donna Marianna Gravina. Ella la descrive in questo modo: «Guardavo questa mattina dalla finestra della mia stanzetta le colline che si susseguono dalla Valle dell'Anguillara sino alla collina del Castellaccio e alla costa della Minnulazza. La forma delle colline mi ha suggerito che noi dovremmo presentare ai marchesi un dolce che abbia la forma e, in quanto al contenuto porti la dolcezza di questa terra. Insomma un dolce paesano, ma prelibato, fine che susciti nel momento del degusto l'istinto del sentimento, ed elevi al tempo stesso lo spirito».[1] Il nome discenderebbe, come narra Alfonso Di Giovanna nel suo libro Per modo di dire, dalla stessa suora che ideò il dolce, Virginia della Menna. Probabilmente invece deriva da un'antichissima tradizione legata a culti femminili preesistenti, sviluppatisi in tutta la Sicilia. DescrizioneLa minna di virgini è un dolce di forno. Ha la forma mammellare con all'apice una protuberanza più scura. È composta da pasta frolla e contiene al suo interno crema di latte, zuccata, scaglie di cioccolato e cannella.[1] Sagra della minna di virginiNel mese di maggio, in concomitanza con i festeggiamenti per Maria SS. dell'Udienza, santa patrona di Sambuca di Sicilia, che avvengono ogni anno la terza domenica del mese, si svolge la sagra della minna di virgini. Fanno da contorno a tale sagra numerosi eventi, spettacoli e iniziative varie.[2] CitazioniLa minna di virgini è citata da vari autori siciliani. Ecco alcuni esempi:
Ecco un passo del racconto: - Farina, uova, latte, lievito. Si compone una pinna di pasta tonda come una luna piena; al centro si accumula un po' di tutto: cose, comunque, che debbo studiare con attenzione: non dovrebbero mancare la zuccata, la crema, l'essenza di garofano e di cannella, qualche pezzo di cioccolato e… quant'altro mi ispirerà il Signore… Vedrà che ci riusciremo a fare un dolce sensitivo -.[1]
Note
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