Michele VolpettiMichele Volpetti o Volpetto (XVI secolo – XVII secolo) è stato un criminale italiano che il 3 gennaio 1593 uccise, a Castel Goffredo, il marchese di Castiglione Rodolfo Gonzaga, fratello di san Luigi[1]. ![]() ![]() BiografiaDopo l'assassinio del secondo marchese di Castel Goffredo, Alfonso Gonzaga, avvenuto a Gambaredolo il 7 maggio 1592 per ordine del nipote Rodolfo di Castiglione, costui si impadronì della fortezza proclamandosi signore del luogo ed instaurando un regime di terrore. Rodolfo fu scomunicato.[2] Domenica 3 gennaio 1593, Rodolfo uscì dal suo palazzo, posto nella piazza principale e a poca distanza dalla Chiesa prepositurale di Sant'Erasmo per recarsi a messa, nonostante la scomunica, accompagnato dalla moglie Elena Aliprandi, dalla figlioletta Cinzia[3] e da alcuni cortigiani. Quando giunse sulla porta della chiesa, dalla casa di fronte venne esploso un colpo di archibugio da parte di Michele Volpetti,[4] già servitore di Alfonso Gonzaga,[5] che colpì il marchese lasciandolo a terra senza vita. La morte del tiranno provocò la sollevazione del popolo, che infierì facendo scempio del cadavere. Volpetti fu poi incaricato di condurre nel suo palazzo Elena e la figlia, al fine di sottrarle alla furia dei rivoltosi.[6] Un anno dopo il tragico avvenimento, la comunità castellana fece dono a Volpetti di cento ducati, che impiegò nell'acquisto di un'abitazione.[7] Nel 1595 Rudolf Coraduz, in veste di commissario imperiale di Rodolfo II d'Asburgo, si recò a Castel Goffredo per occuparsi delle vicende legate al duplice assassinio dei marchesi Gonzaga e rimase sorpreso nell'apprendere che nessuno, compreso Volpetti, era stato ancora processato.[8] Nel 1597 il Senato di Mantova riconobbe la responsabilità di Rodolfo Gonzaga e dei suoi complici, condannati a morte, per l'assassinio di Alfonso Gonzaga,[9] mentre assolse la comunità di Castel Goffredo[10] per l'uccisione di Rodolfo e Volpetti fu lasciato impunito.[11] Note
Bibliografia
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