Michel Le Nobletz
Venerabile Michel Le Nobletz (in bretone: Mikêl an Nobletz; Plouguerneau, 29 settembre 1577 – Le Conquet, 5 maggio 1652) è stato un religioso e missionario francese, considerato assieme a Julien Maunoir uno dei due grandi missionari presso la popolazione della Bretagna[1][2], ai quali si deve il risveglio della devozione cristiana a cui si assistette in quella regione nel XVII secolo[1]. Soprannominato per il suo zelo da alcuni detrattori ar beleg foll, ovvero il "prete folle"[1][2], Le Nobletz ideò un metodo che prevedeva l'insegnamento di parabole e scene bibliche attraverso delle immagini che recavano delle scritte in bretone.[3] Queste tavole illustrate, dette in bretone taolennoù[3], sono state in seguito usate anche da missionari di altri Paesi fino al 1950[3] e sono state tradotte in 256 lingue[3]. A lui è intitolato un collegio a Le Conquet.[4] BiografiaMichel Le Nobletz nacque a Kerodern[1][2][5] nei dintorni di Plouguerneau, il 29 settembre 1577[1][2][5]Era il quarto figlio[5] di Hervé Le Nobletz e Françoise de Lesvern (o Lesguern), entrambi di origine nobile[1] e aveva sei sorelle e quattro fratelli[1]. Dopo aver studiato in varie scuole locali[1], all'età di 13 anni si recò a Ploudaniel, dove studiò per 6 anni presso un sacerdote di nome Alain Le Guern.[1] In seguito studiò teologia e filosofia presso i Gesuiti, dapprima a Bordeaux e poi ad Agen.[1][5][2] Terminati gli studi, fece ritorno nella casa natale, ma fu cacciato dal padre.[1] Andò così a stabilirsi nella casa della sua vecchia balia, dove per sei mesi insegnò catechismo a i bambini.[1] Le Nobletz decise quindi di trasferirsi a Parigi, per proseguire i propri studi alla Sorbona.[1] Nel 1607, fu ordinato sacerdote[1][2][5], come consigliatogli da Padre Cotton, un gesuita, confessore di Enrico IV di Francia.[1] Tornato in Bretagna, si votò per un periodo a vita ritirata sulla spiaggia di Trémenech (o Trémenach), situata nei dintorni della sua città natale.[1][5] Nel 1608 si recò presso un convento di Dominicani di Morlaix, ma fu cacciato dopo sei mesi per aver strappato il quadro di una benefattrice.[5] In seguito, iniziò la propria attività di missionario[1]: nel 1611 si stabilì a Lochrist, nei dintorni di Plougonvelin[1]; predicò quindi nelle isole di d'Ouessant, di Molène e di Batz[1][5]. In seguito, si trasferì da Pointe de Saint-Mathieu raggiungendo la Bassa Bretagna.[1] Qui fu però considerato un fanatico[1], anche se in sua difesa intervenne l'abate di Louët, il grande vicario del Léon[1]. Quindi, dopo una missione fallimentare a Landerneau, nel 1614 Le Nobletz partì per la provincia della Cornovaglia[1][5][2], dove predicò a Pont-l'Abbé, a Concarneau e Audierne[1]. Nel 1618, si ritirò quindi nei dintorni di Douarnenez, dove rimase per 25 anni[1], prima di trasferirsi a Le Conquet, nella diocesi di Léon.[1][2] Morì a Le Conquet il 5 maggio 1652, all'età di 74 anni.[1][5][2] Fu sepolto nella proprietà della famiglia Halgouët a Lochrist, dove in sua memoria fu eretta una statua a grandezza naturale.[1] Dopo la sua morte, gli furono attribuiti vari miracoli[5] e la sua tomba divenne per molto tempo luogo di pellegrinaggio[5]. La procedura di beatificazioneIl processo di beatificazione di Dom Michel Le Nobletz fu aperto nel 1701. Fu rilanciato dal monsignor Lamarche, vescovo di Quimper e Léon nel 1888. Un decreto del papa Leone XIII del 6 Aprile 1897 autorizzó l'introduzione della Causa presso la Sacra Congregazione dei Riti. Il Papa Pio X riconobbe il 14 Dicembre 1913 l'eroismo delle virtú di Dom Michel. Taolennoù di Michel Le NobletzNote
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