Metropolia di Samo e Icaria

La chiesa di San Spiridone di Samo.
Il monastero Megali Panagia
Il monastero di Vronta.
Il monastero della Santa Croce.
Eusebio di Samo, metropolita dal 1995.

La metropolia di Samo e Icaria (in greco: Ιερά Μητρόπολις Σάμου και Ικαρίας; Ierá Mitrópolīs Sámou kai Ikarias) è una diocesi del patriarcato ecumenico di Costantinopoli, pastoralmente affidata alla Chiesa di Grecia, con sede a Samo, nell'Egeo Settentrionale, dove si trova la cattedrale metropolitana di San Nicola.

Dal 22 luglio 1995 il metropolita è Eusebio Pistolis.[1]

Territorio

La metropolia comprende le isole di Samo, Icaria e l'arcipelago di Furni nel mar Egeo orientale di fronte alle coste turche.

Sede del metropolita è la città di Samo, dove si trova la cattedrale metropolitana di San Nicola.[2]

La metropolia comprende 64 chiese sull'isola di Samo[3], 45 su quella di Icaria e 3 a Fourni[4]; sul territorio vi sono inoltre 18 monasteri, di cui 12 a Samo, 5 a Icaria e 1 a Fourni.[5]

Dal punto di vista canonico, la metropolia fa parte del patriarcato ecumenico di Costantinopoli. Tuttavia, trovandosi in territorio greco, la gestione pastorale è affidata alle cure dell'arcivescovo di Atene e della Chiesa di Grecia.

Storia

Samo è un'antica sede vescovile della Grecia, suffraganea dell'arcidiocesi di Rodi nel patriarcato di Costantinopoli. L'isola fu uno degli approdi di san Paolo nel suo viaggio verso Gerusalemme per essere sottoposto a processo (Atti degli apostoli 20,15). La sede appare in tutte le Notitiae Episcopatuum del patriarcato al primo posto tra le suffraganee di Rodi, a partire da quella dello pseudo-Epifanio e databile alla metà del VII secolo fino alla Notitia del XII secolo.[6]

Il primo vescovo storicamente accertato è Isidoro, di cui parla Giovanni Mosco, monaco bizantino (550-619), nell'opera Prato spirituale; in quest'opera Giovanni narra le vicende del monaco Isidoro, «esimio per virtù, caritatevole verso tutti, e insigne per umiltà e semplicità», che fu fatto vescovo di Samo, forse attorno al VI secolo. Due vescovi di Samo presero parte ai concili ecumenici del primo millennio cristiano: Isidoro, che prese parte al concilio in Trullo del 692; e Eraclio, che tra i padri del concilio di Nicea del 787. Numerosi vescovi di Samo sono noti grazie alla scoperta dei loro sigilli episcopali.

Nella seconda metà del XV secolo l'isola, troppo spesso attaccata e messa a ferro e a fuoco dai pirati, fu abbandonata dalla popolazione e solo dopo la conquista ottomana si cominciò a ripopolarla, in particolare a partire dal 1572. In questo periodo sono noti alcuni vescovi titolari di Samo, ma non residenziali. Alla fine del secolo, tra il 1585 e il 1590, la diocesi di Samo, ripristinata, fu elevata al rango di arcidiocesi; il primo arcivescovo noto è Partenio, menzionato nel 1623.[2]

Nel 1864 la sede fu elevata al rango di metropolia e i metropoliti ebbero il titolo di "Metropolita di Samo e Icaria, Ipertimo e Esarca delle Isole Cicladi".[2] Nel 1918 alla metropolia fu aggiunto anche l'arcipelago di Furni (in greco: Φούρνοι Κορσέων, Fournoi Korseon).[7]

Icaria, che già ebbe sporadicamente dei vescovi indipendenti nel XV e XVI secolo, dopo la catastrofe dell'Asia Minore nel 1924 fu eretta a metropolia, separata da quella di Samo. Due ne furono i vescovi: Gioacchino Kaviris (1924-1926) e Neofito Kotzamanidis (1926-1931). Alla morte di quest'ultimo, la sede fu soppressa e il suo territorio reintegrato in quello di Samo.[2]

Cronotassi

Note

  1. ^ (EL) ΒΙΟΓΡΑΦΙΚΟ, www.imsamou.gr
  2. ^ a b c d Η ΙΣΤΟΡΙΑ ΤΗΣ ΜΗΤΡΟΠΟΛΕΩΣ, imsamou.gr
  3. ^ (EL) ΙΕΡΟΙ ΝΑΟΙ ΣΑΜΟΥ, www.imsamou.gr
  4. ^ (EL) ΙΕΡΟΙ ΝΑΟΙ ΙΚΑΡΙΑΣ, www.imsamou.gr
  5. ^ (EL) ΙΕΡΕΣ ΜΟΝΕΣ, www.imsamou.gr
  6. ^ (FR) Jean Darrouzès, Notitiae episcopatuum Ecclesiae Constantinopolitanae. Texte critique, introduction et notes, Paris, 1981, vedere indice p. 512, voce Samos.
  7. ^ (EL) Μανώλης Βαρβούνης, Η Εκκλησία της Σάμου και η ενσωμάτωση του νησιού στο ελληνικό κράτος» στο «Από την αυτονομία στο εθνικό κράτος. Η ενσωμάτωση της Σάμου στην Ελλάδα» Πρακτικά Συνεδρίου (Σάμος, 2-4 Νοεμβρίου 2012), Σάμος: Γενικά Αρχεία του Κράτους, 2014, p. 183.
  8. ^ a b (LA) Michel Le Quien, Oriens christianus in quatuor Patriarchatus digestus, Parigi, 1740, Tomo I, coll. 929-930.
  9. ^ (LA) Le Quien, Oriens christianus in quatuor Patriarchatus digestus, I, coll. 930-931.
  10. ^ (FR) Sylvain Destephen, Prosopographie chrétienne du Bas-Empire 3. Prosopographie du diocèse d'Asie (325-641), Paris, 2008, p. 525.
  11. ^ (FR) Destephen, Prosopographie du diocèse d'Asie (325-641), p. 937.
  12. ^ (DE) Anonymus, Prosopographie der mittelbyzantinischen Zeit, ed. online, nº 10737.
  13. ^ (DE) Isidoros, Prosopographie der mittelbyzantinischen Zeit, ed. online, nº 3496.
  14. ^ (FR) Jean Darrouzès, Listes épiscopales du concile de Nicée (787), in Revue des études byzantines, 33 (1975), p. 54.
  15. ^ (FR) Gustave Léon Schlumberger, Sigillographie de l'empire byzantin, 1884, p. 259.
  16. ^ (DE) Sergios, Prosopographie der mittelbyzantinischen Zeit, ed. online, nº 27041.
  17. ^ Vitalien Laurent, Le corpus des sceaux de l'empire Byzantin, vol. V/1, Paris, 1963, nº 704.
  18. ^ Vitalien Laurent, Le corpus des sceaux de l'empire Byzantin, vol. V/1, Paris, 1963, nº 705.
  19. ^ (DE) Prosopographisches Lexikon der Palaiologenzeit, CD ROM-Version, Wien, 2001, nº 14042.
  20. ^ (DE) Prosopographisches Lexikon der Palaiologenzeit, CD ROM-Version, Wien, 2001, nº 1379.

Voci correlate

Altri progetti

Collegamenti esterni