Lo scultore è noto solo per aver firmato con il suo nome una statua del tipo della Afrodite pudica, simile alla Venere capitolina.
L'iscrizione, in lingua e caratteri greci ("ἀπὸ τῆc / ἐν Τρῳάδι / Ἀφροδίτηc / Μηνόφαντοc / ἐποίει"", trascritta "Apo tes / en troadi / Afrodites / Menofantos / epoiei")[1], riferisce inoltre che si tratta di una copia da un originale di Alessandria Troade, probabilmente dell'inizio dell'epoca ellenistica (fine del IV - inizi del III secolo a.C.)[2].
^Fotografia dell'iscrizione in greco; Philip Smith, voce "Menophantus", in William Smith (a cura di), A Dictionary of Greek and Roman biography and mythology, volume II, Boston 1867, p. 1044 (EN) .
^ Fu rinvenuta nel 1760 presso la "vigna Cornovaglia": Ridolfino Venuti, Accurata e succinta descrizione topografica delle antichità di Roma. Parte prima, Giovanni Battista Bernabò e Giuseppe Lazzarini editori, Roma 1763, p.143