Il nome generico (Matricaria) deriva dalla parola latina"matrice, matrics" che significa "grembo, utero" e fa riferimento ad un antico uso medicinale nel trattamento delle infezioni uterine e dei disturbi femminili in generale.[3][4]. L'epiteto specifico (discoidea) fa riferimento al particolare tipo del capolino privo dei fiori periferici raggianti.
Il nome scientifico della specie è stato definito dal botanico Augustin Pyramus de Candolle (1778-1841) nella pubblicazione " Prodromus Systematis Naturalis Regni Vegetabilis ... (DC.)" (Prodr. [A. P. de Candolle] 6: 50) del 1838.[5]
Descrizione
Portamento. La specie di questa voce è una pianta erbecea annuale (o bienne) con indumento a peli basifissi, alcune parti possono essere anche glabre. La forma biologica è terofita scaposa (T scap), ossia in generale sono piante erbacee che differiscono dalle altre forme biologiche poiché, essendo annuali, superano la stagione avversa sotto forma di seme e sono munite di asse fiorale eretto e spesso privo di foglie. La pianta ha un odore sgradevole.[6][7][8][9][10][11][12][13]
Fusto. La pianta ha radici a fittone e un portamento cespitoso, con più fusti (da 1 a 10) eretti, ascendenti o decombenti, molto ramificati nella porzione superiore. Altezza media: 1 - 2 dm (massimo 40 cm).
Foglie. Le foglie sono alterne e sessili, oblunghe (il contorno è lanceolato). La lamina è 3-pennatosetta, con lacinie lineari larghe 1 mm (quelle cauline). Dimensione delle foglie: 1 x 3 cm.
Infiorescenza. Le sinflorescenze sono formate da diversi (da 4 a 50) capolini solitari o raccolti in modo corimboso lasso. Le infiorescenze vere e proprie sono composte da un capolino terminale peduncolato di tipo discoide. Il peduncolo è grosso, robusto e foglioso fino alla base. I capolini sono formati da un involucro, con forme ovate, composto da diverse (da 29 a 47) brattee, al cui interno un ricettacolo fa da base ai fiori di due tipi: fiori del raggio (qui assenti) e fiori del disco. Le brattee, con forme oblunghe o da ovate a spatolate o lineari-spatolate e a consistenza erbacea (scariose scure o chiare ai margini), sono disposte in modo più o meno embricato su più serie (da 2 a 3). Il ricettacolo è conico (al disotto del quale si apre una cavità) ed è sprovvisto di pagliette a protezione della base dei fiori.
Corolla: (solo fiori del disco) la forma della corolla è tubulare bruscamente divaricata in 4 - 5 lobi ed è lievemente zigomorfa in quanto due lobi sono più larghi degli altri; i lobi, patenti o eretti, hanno una forma deltata; il colore può essere giallo o verdastro.
Androceo: l'androceo è formato da 5 stami (alternati ai lobi della corolla) sorretti da filamenti generalmente liberi con un collare a forma di balaustra; gli stami sono connati e formano un manicotto circondante lo stilo. Le antere possono essere sia di tipo basifissa che medifissa (ossia attaccate al filamento per la base – nel primo caso; oppure in un punto intermedio – nel secondo caso).[15] Questa caratteristica ha valore tassonomico in quanto distingue i generi gli uni dagli altri. Il tessuto endoteciale (rivestimento interno dell'antera) non è polarizzato. Il polline è sferico con un diametro medio di circa 25 micron; è tricolporato (con tre aperture sia di tipo a fessura che tipo isodiametrica o poro) ed è echinato (con punte sporgenti).
Gineceo: l'ovario è inferouniloculare formato da 2 carpelli. Lo stilo (il recettore del polline) è profondamente bifido (con due stigmi divergenti) e con le linee stigmatiche marginali separate o contigue. I due bracci dello stilo hanno una forma troncata e possono essere papillosi o ricoperti da ciuffi di peli.
Frutti. I frutti sono degli acheni senza pappo a forma ob-ovoide/ob-lunga, a sezione circolare o debolmente piatta dorsoventralmente, con 3 - 5 deboli coste longitudinali biancastre. L'apice è arrotondato con una stretta coroncina. Il pericarpo può possedere alcune cellule mucillaginifere. Le coste laterali contengono dei canali resiniferi.
Biologia
Impollinazione: tramite insetti (impollinazione entomogama tramite farfalle diurne e notturne).[7][8] Riproduzione: la fecondazione avviene fondamentalmente tramite l'impollinazione dei fiori. Dispersione: i semi cadono a terra e vengono dispersi soprattutto da insetti come formiche (disseminazione mirmecoria). Un altro tipo di dispersione è zoocoria: gli uncini delle brattee dell'involucro (se presenti) si agganciano ai peli degli animali di passaggio che portano così i semi anche su lunghe distanze. Inoltre per merito del pappo (se presente) il vento può trasportare i semi anche per alcuni chilometri (disseminazione anemocora).
Habitat: l'habitat tipico per queste piante sono i suoli calpestati, i sentieri e le massicciate. Il substrato preferito è calcareo ma anche siliceo con pH neutro, alti valori nutrizionali del terreno che deve essere umido.
Distribuzione altitudinale: sui rilievi alpini, in Italia, queste piante si possono trovare fino a quote comprese tra 500 e 1500 ms.l.m.; nelle Alpi frequentano quindi i seguenti piani vegetazionali: collinare, montano e in parte quello subalpino.
Fitosociologia
Areale alpino
Dal punto di vista fitosociologico alpino Matricaria discoidea appartiene alla seguente comunità vegetale:[17]
Alleanza: Polygono arenastri-Coronopodion squamati Br.-Bl. ex Sissingh,1969
Descrizione. L'alleanza Polygono arenastri-Coronopodion squamati è relativa alle comunità nitrofile di specie di piccola taglia, soggette a calpestio di luoghi secchi, sui substrati argillosi, a distribuzione eurosiberiana. Sono comunità che si mantengono a causa del disturbo dovuto al calpestio.[19]
La famiglia di appartenenza di questa voce (Asteraceae o Compositae, nomen conservandum) probabilmente originaria del Sud America, è la più numerosa del mondo vegetale, comprende oltre 23.000 specie distribuite su 1.535 generi[20], oppure 22.750 specie e 1.530 generi secondo altre fonti[21] (una delle checklist più aggiornata elenca fino a 1.679 generi)[22]. La famiglia attualmente (2021) è divisa in 16 sottofamiglie; la sottofamiglia Asteroideae è una di queste e rappresenta l'evoluzione più recente di tutta la famiglia.[1][11][10]
Filogenesi
Il gruppo di questa voce è descritto nella tribù Anthemideae, una delle 21 tribù della sottofamiglia Asteroideae). In base alle ultime ricerche nella tribù sono stati individuati (provvisoriamente) 4 principali lignaggi (o cladi): "Southern hemisphere grade", "Asian-southern African grade", "Eurasian grade" e "Mediterranean clade". Il genere Matricaria (insieme alla sottotribù Matricariinae) è incluso nel clade Eurasian grade.[9]
Nella "Flora d'Italia" Sandro Pignatti divide le tre specie di Matricaria presenti nella flora spontanea italiana in: (1) piante con capolini a fiori del disco gialli e fiori raggianti bianchi e (2) piante con capolini con soli fiori del disco gialli (mancano i fiori raggianti bianchi). La specie di questa voce appartiene al secondo gruppo. [12]
I caratteri distintivi della specie Matricaria discoidea sono:[12]
il capolino è privo dei fiori periferici raggianti;
l'odore della pianta è sgradevole;
le foglie sono di tipo 3-pennatosette;
il ricettacolo è 2 volte più lungo che largo con forme conico-clavate.
^Prodromo della vegetazione italiana, su prodromo-vegetazione-italia.org, p. 38.1.3 All. Polygono arenastri-Coronopodion squamati Br.-Bl. ex Sissingh 1969. URL consultato il 23 settembre 2024.
Kadereit J.W. & Jeffrey C., The Families and Genera of Vascular Plants, Volume VIII. Asterales., Berlin, Heidelberg, 2007.
V.A. Funk, A. Susanna, T.F. Steussy & R.J. Bayer, Systematics, Evolution, and Biogeography of Compositae, Vienna, International Association for Plant Taxonomy (IAPT), 2009.
Judd S.W. et al, Botanica Sistematica - Un approccio filogenetico, Padova, Piccin Nuova Libraria, 2007, ISBN978-88-299-1824-9.
1996 Alfio Musmarra, Dizionario di botanica, Bologna, Edagricole.
F.Conti, G. Abbate, A.Alessandrini, C.Blasi, An annotated checklist of the Italian Vascular Flora, Roma, Palombi Editore, 2005, p. 91, ISBN88-7621-458-5.