Massacro di Maguindanao

Massacro di Maguindanao
Tipomassacro
Data23 novembre 2009
10:00 circa – 15:00 circa
LuogoAmpatuan, Mindanao
StatoFilippine (bandiera) Filippine
Coordinate6°48′34″N 124°26′22″E
ObiettivoFamiglia e sostenitori di Esmael Mangundadatu
Giornalisti
MotivazionePolitica
Conseguenze
Morti58
Feriti4

Il massacro di Maguindanao, noto anche come massacro di Ampatuan,[1] è stato un eccidio perpetrato la mattina del 23 novembre 2009 nelle Filippine, nella municipalità di Ampatuan (provincia di Maguindanao).

Descrizione

Cinquantotto persone furono sequestrate, e in seguito uccise, mentre erano in viaggio per consegnare il certificato di candidatura a vice sindaco di Butuan di Esmael Mangudadatu, che avrebbe dovuto sfidare alle imminenti elezioni regionali il sindaco in carica a Datu Unsay,[2] Andal Ampatuan, Jr., figlio del governatore locale e membro di uno dei clan politici più potenti di Mindanao.[3] Le votazioni regionali erano parte delle elezioni generali del 2010. Tra le vittime accertate vi furono la moglie e due sorelle di Mangudadatu, così come giornalisti, avvocati, aiutanti e civili. Molte delle persone uccise avevano assistito agli altri omicidi oppure furono scambiate per membri del gruppo del vice sindaco. I cadaveri furono successivamente sepolti in una fossa comune.

La famiglia Ampatuan fu sospettata di aver ordinato il massacro. Il Comitato per la Protezione dei Giornalisti (CPJ) definì il massacro di Maguindanao come l'evento che ha causato la più grande perdita di giornalisti nella storia filippina.[4] Si stima che almeno 34 giornalisti abbiano perso la vita nel massacro. Prima dell'evento, il CJP aveva etichettato le Filippine come "il paese più pericoloso per i giornalisti dopo l'Iraq".[4] L'uccisione di corrispondenti è infatti talmente diffusa nel paese che vari sono stati uccisi in diretta.[4]

Il 25 gennaio 2015, cinque anni dopo l'avvenimento, si verificò un nuovo massacro a Maguindanao, la strage di Mamasapano, nella quale furono uccisi 44 membri delle forze speciali della Polizia Nazionale Filippina.[5][6]

L'8 settembre 2010 è iniziato il processo alla famiglia di Andal Ampatuan [7] che per la sua lunghezza non ha portato a stabilire chiaramente le responsabilità[8]

Note

  1. ^ Analyn Perez, The Ampatuan Massacre: a map and timeline, in GMA News, gmanews.tv, 25 novembre 2009.
  2. ^ Rina Jimenez-David, Understanding the unbelievable, Philippine Daily Inquirer, 24 novembre 2009. URL consultato il 24 novembre 2009 (archiviato dall'url originale il 27 novembre 2009).
  3. ^ http://content.time.com/time/world/article/0,8599,1943191,00.html, in Time, 27 novembre 2009.
  4. ^ a b c Alcuin Papa, Maguindanao massacre worst-ever for journalists, in Philippine Daily Inquirer, 26 novembre 2009. URL consultato il 30 settembre 2010 (archiviato dall'url originale il 29 novembre 2009).
  5. ^ At least 30 elite cops killed in clash with MILF, su abs-cbnnews.com, ABS-CBN News. URL consultato il 25 gennaio 2015.
  6. ^ Arcon, Dennis, PNP-SAF casualties in encounter now 50 - ARMM police chief, su interaksyon.com, Interaksyon, 26 gennaio 2015. URL consultato il 26 gennaio 2015 (archiviato dall'url originale il 30 gennaio 2015).
  7. ^ Il processo per il massacro delle Filippine, ilpost.it, 8 settembre 2010. URL consultato l'8 settembre 2010 (archiviato il 26 maggio 2016).
  8. ^ Filippine, ancora nessuna giustizia per le vittime del “peggior massacro politico”, asianews.it, 21 novembre 2014. URL consultato il 26 maggio 2016 (archiviato il 26 maggio 2016).

Collegamenti esterni