Martin GrabmannMartin Grabmann (Winterzhofen, 1875 – Eichstätt, 1949) è stato uno storico tedesco. Esponente del neotomismo e sacerdote cattolico dal 1898, fu docente all'università di Vienna dal 1913 al 1918 e all'università di Monaco dal 1918 al 1939; nel 1927 ottenne la direzione del Philosophisches Jahrbuch. Curò e tradusse opere di Aristotele, Dante Alighieri e del contestatore di quest'ultimo Guido Vernani. Fu descritto come "uno degli uomini più eruditi del suo tempo".[1] FormazioneNell'agosto 1895, Grabmann entrò nel noviziato domenicano, quello che oggi è Olomouc nella Repubblica Ceca, ma lo lasciò dopo sei mesi. Divenne terziario dell'Ordine Domenicano nel 1921. Dopo l'ordinazione sacerdotale nel 1898, Grabmann venne inviato dal suo Vescovo a studiare a Roma. Grabmann era un alunno del Collegium Divi Thomae de Urbe e divenne in seguito Pontefice dell'Università San Tommaso d'Aquino Angelicum a Roma. All'Angelicum, Grabmann ottenne il bachelor, ossia la licenza in teologia nel 1901, e il dottorato in teologia nel 1902. Durante la sua permanenza presso l'Angelicum, Grabmann studiò paleografia presso la Biblioteca Vaticana incoraggiato dai due dei paleografi più illustri del tempo, Heinrich Denifle e Franz Ehrle, prefetto della Biblioteca Vaticana e poi il cardinale bibliotecario. Opere
Grabmann completò la prima edizione critica del De summo bono di Ulrico di Strasburgo (c. 1225–1277). Il metodo assiomatico comune a Alano di Lilla e a Nicola d'Amiens (1147 – c.1200) fu contrapposto a quello dialettico della quaestio scolastica di sant'Alberto Magno e di san Tommaso d'Aquino.[2] Le ampie e frequenti citazioni di Alberto Magno collocano Ulrico come una figura autonoma e come un tratto d'unione fra il pensiero scolastico e il neoplatonismo dei domenicani tedeschi Meister Eckhart, Teodorico di Freiberg e Bertoldo di Mosburgo.[3] Note
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