Mario Paolucci
Mario Paolucci (Berna, 1908 – Schterowka, 17 luglio 1942) è stato un militare italiano, insignito della medaglia d'oro al valor militare alla memoria nel corso della seconda guerra mondiale[2]. BiografiaNacque a Berna, in Svizzera, nel 1908, all'interno di una famiglia di origine marchigiana, figlio di Luigi.[2] Dopo avere assolto il servizio militare di leva nel Regio Esercito come fante, si stabilì a Milano dedicandosi all'attività politica.[1] Nel novembre 1941 si arruolò, a domanda, nella Milizia Volontaria Sicurezza Nazionale in forza alla 24ª Legione CC.NN. "Carroccio", ottenendo di essere mobilitato come semplice camicia nera.[1] Nel marzo 1942 fu trasferito alla 75ª Compagnia complementi in addestramento a Cesenatico per la 63ª Legione CC.NN. d'Assalto "Tagliamento" facente parte del Raggruppamento CC.NN. "3 Gennaio" dell'ARMIR (Armata Italiana Russia).[1] Giunto sul fronte orientale nell'aprile successivo, fu destinato in servizio al LXXIX Battaglione CC.NN. d'assalto.[1] Cadde in combattimento durante l'attacco al villaggio di Schterowka il 17 luglio 1942, e fu decorato "motu" proprio da re Vittorio Emanuele III con la medaglia d'oro al valor militare alla memoria.[2] La sua salma riposa presso il Tempio di Cargnacco, provincia di Udine. Onorificenze«Insofferente di attesa, pur essendo ufficiale in congedo, si arruolava come semplice gregario. Sempre volontario nelle azioni più rischiose, durante violento combattimento, si lanciava all’assalto di munite posizioni a colpi di bombe a mano, esempio e incitamento a tutti i compagni. Gravemente ferito al braccio destro, non desisteva dalla azione continuando a combattere con leonino coraggio. Raggiunta la posizione avversaria e determinatosi un violento contrattacco, poiché scarseggiavano le munizioni, attraversava la zona battuta portando alcune cassette di rifornimento col solo braccio sinistro. Visto cadere il proprio ufficiale, mentre più furiosa si scatenava la reazione nemica, prontamente accorreva per portargli aiuto. Colpito da raffica di mitragliatrice che gli immobilizzava anche il braccio sinistro, raggiungeva carponi l’ufficiale e afferratolo con i denti per un lembo della giubba, in un supremo sforzo, riusciva a trascinano, per breve tratto finché, colpito a morte, consacrava sul campo di battaglia il suo indomito eroismo. Schterowka (Fronte russo), 17 luglio 1942 .[3]»
— Decreto Luogotenenziale del 6 aprile 1946. NoteAnnotazioni
Fonti
Bibliografia
Voci correlateCollegamenti esterni
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