Marino Marini (aviatore)
Marino Marini (Castel Goffredo, 22 febbraio 1911 – Padova, 17 settembre 1959) è stato un aviatore italiano. BiografiaFiglio di Sperandio Marini, nacque a Castel Goffredo nel 1911 prima del trasferimento della famiglia a Castiglione delle Stiviere. Specialista degli aerosiluranti durante la seconda guerra mondiale, prestò servizio inizialmente nella Regia Aeronautica del Regno d'Italia e successivamente alla firma dell'armistizio di Cassibile, nell'Aeronautica Nazionale Repubblicana, dove ricevette l'incarico di comandante del Gruppo Aerosiluranti Buscaglia. L'aviatore Marino Marini (che visse a lungo a Castiglione delle Stiviere) si distinse durante la Seconda guerra mondiale per avere colpito, nel canale di Sicilia il 27 settembre 1941 nell'ambito dell'Operazione Halberd, con un siluro un incrociatore da 10.000 tonnellate della marina inglese.[4] È sepolto a Montorio Veronese nella tomba di famiglia ed una targa è a lui dedicata lungo il viale di Cipressi che conduce al cimitero.[senza fonte] Il 28 giugno 1941 il capitano Marini prende il comando della neocostituita 282ª Squadriglia sui Savoia-Marchetti S.M.84 nella versione aerosilurante del 41º Gruppo Bombardamento Terrestre. Il 1º giugno 1944 una squadriglia di 10 velivoli Savoia-Marchetti S.M.79, guidata dal comandante Marini, partì per una missione contro la piazzaforte britannica di Gibilterra. Il 3 giugno gli aerosiluranti si trasferirono a Istres in Francia e il 5 giugno la squadriglia, composta da dieci aerosiluranti, arrivò sull'obiettivo. La squadriglia effettuò un attacco contro le navi alla fonda nel porto di Gibilterra senza però causare danni significativi al nemico. Nominato maggiore, il 13 gennaio 1945 venne rapito da forze partigiane che lo rilasciarono dopo due settimane in cambio di alcuni partigiani che erano stati catturati. Mantenne il comando del 41º Gruppo fino al 28 aprile 1945 quando si arrese al maggiore Franco Melley della Aeronautica Cobelligerante Italiana. Nel 1950 partecipò alla XVII edizione della Mille Miglia assieme all'imprenditore Paolo Marzotto.[5] Morì a Padova il 17 settembre 1959. Castel Goffredo, sua città natale, nel 1964 ha intitolato a lui il "Gruppo aviatori" e Castiglione delle Stiviere una via. OnorificenzeOnorificenze italiane«Capo equipaggio di apparecchio da bombardamento, già distintosi in precedenza, partecipava a numerose altre azioni di guerra su obiettivi fortemente difesi, superando, con tenacia e coraggio ammirevoli, pericolosi sbarramenti contraerei e sostenendo duri combattimenti con la caccia avversaria. Cielo di Spagna, agosto-dicembre 1938.»
«Capo pattuglia e capo equipaggio di velivolo da bombardamento, partecipava a numerose e rischiose azioni di guerra, su squadra navali e convogli fortemente scortati e sugli impianti petroliferi di Haifa. In ogni missione, incurante della precisa reazione contraerea che spesso colpiva i velivoli della formazione e per due volte il suo, con cosciente ardimento e serenità di spirito, contribuiva efficacemente ad infliggere gravi danni e perdite al nemico. Cielo del Mediterraneo e della Grecia, giugno-novembre 1940.»
— Regio Decreto 26 settembre 1941.[6][7] «In numerose azioni belliche e negli attacchi per la conquista di Creta, sempre alla testa della sua squadriglia, superando con entusiasmo e slancio le difficoltà del volo e la reazione del nemico dando chiare e ripetute prove di ardimento e valore. Cielo della Grecia e del Mediterraneo, novembre 1940-gennaio 1941.»
«Ufficiale di elevate virtù militari, già distintosi in precedenti azioni di aerosiluramento, si lanciava alla testa della sua squadriglia su di un convoglio nemico, trascinando con l'esempio i gregari al centro della formazione forte di oltre venti unità. Superando l'assalto dei caccia e il rabbioso fuoco di sbarramento affondava un grosso incrociatore britannico. Costretto ad ammarare con il velivolo in fiamme, poneva in salvo con perizia e calma i superstiti dell'equipaggio prendendo posto per ultimo sul battellino di salvataggio che durante la notte veniva recuperato da un sottomarino alleato. Bell'esempio di decisione inflessibile e audacia senza pari. Cielo del Mediterraneo Orientale, 15 febbraio 1942.»
«Abile ed ardito pilota si distingueva in numerose azioni di bombardamento molte delle quali su apparecchio monomotore a oltre 400 km dalla base e 300 dalle nostre linee. Durante la battaglia di Birgot sorvolava le posizioni nemiche a bassa quota per meglio individuare gli armati nemici e per lanciare messaggi alle nostre truppe a stretto contatto col nemico incurante dell'intenso fuoco antiaereo e solamente preoccupato di portare a termine la propria missione. Neghelli-Addis Abeba-Neghelli, 6 marzo 1936.»
«Ufficiale pilota volontario in una guerra combattuta per l'affermazione degli ideali fascisti, partecipava quale capo equipaggio di apparecchio da bombardamento, a molte azioni belliche, presso fortemente contrastate da violenta reazione contraerea e della caccia, contribuendo sempre, con abnegazione e con coraggio al vittorioso esito delle missioni. Cielo di Spagna, giugno-luglio 1938.»
«Capo pilota di velivolo da bombardamento, eseguiva con eccezionali risultati, azioni offensive al limite dell'autonomia, superando gravi difficoltà, contro importantissimi e ben difesi depositi di carburante nemici.»
«Partecipava quale capo equipaggio da bombardamento alla luminosa vittoria dell'Ala d'Italia nei giorni 14 e 15 giugno 1942 nel Mediterraneo occidentale. Cielo del Mediterraneo, 14-15 giugno 1942.»
«Capo equipaggio di velivolo aerosilurante, già distintosi in precedenti battaglie aeronavali, partecipava a due azioni di siluramento contro navi nemiche alla fonda in munite basi e contro un grosso convoglio potentemente scortato da numerose unità da guerra e da forti aliquote di velivoli da caccia, cooperando all'affondamento di due piroscafi. Rientrava alla base col velivolo danneggiato confermando ancora una volta le sue elevati doti di combattente audace e generoso. Cielo dell'Africa Settentrionale Francese, 11-12 novembre 1942.»
Onorificenze estereNote
Bibliografia
Voci correlate |