Antonio Longhini
Antonio Longhini (Como, 29 marzo 1918 – Fontanelle, 16 novembre 1944) è stato un aviatore italiano. Pilota da caccia della Regia Aeronautica partecipò alla seconda guerra mondiale, dove divenne un pluridecorato asso dell'aviazione. BiografiaNacque a Como il 29 marzo 1918,[1] figlio di Cristiano[N 1] e di Dina Finco.[1] Frequentò il liceo classico di Bassano del Grappa, e dopo aver conseguito la maturità si iscrisse alla Facoltà di Farmacia.[1] Abbandonò l'università dopo il primo anno, conseguendo il brevetto di volo civile[2] presso la R.U.N.A. di Vicenza nel 1939. Nel novembre dello stesso anno fece domanda al Ministero dell'Aeronautica per essere ammesso a frequentare il Corso Allievi Ufficiali Piloti, che venne accettata.[1] Frequentò il corso presso l'aeroporto di Castiglione del Lago[1] nel 1940, e ottenuto il brevetto di pilota militare a Foligno nel 1941 fu immediatamente inviato ai reparti da caccia.[1] Combatte in seno alla 370ª Squadriglia Caccia Terrestri, e poi alla 355ª equipaggiata con i caccia Aermacchi C.202 Folgore. Tra il 1941 e il settembre 1943 operò in Sicilia,[2] Calabria,[2] Albania[2] e per molto tempo in Sardegna, conseguendo cinque vittorie aeree che gli valsero la qualifica di "asso".[2] Per le sue azioni durante la battaglia di Pantelleria,[1] combattuta tra il 14 e il 15 giugno 1942, viene decorato con la Medaglia di bronzo al valor militare "sul campo".[1] Combatte valorosamente anche durante la battaglia di mezzo agosto[3] (14-15 agosto 1942), ottenendo la sua prima Medaglia d'argento al valor militare,[3] cui ne seguiranno altre due.[N 2] Alla data dell'armistizio con gli angloamericani,[2] l'8 settembre 1943, lasciò il reparto per fare ritorno in famiglia, ad Asiago. Dopo il bombardamento su Vicenza,[4] avvenuto il giorno di Natale del 1943, decise di arruolarsi nell'Aeronautica Nazionale Repubblicana per difendere le città dell'Italia del nord dalle incursioni dei bombardieri alleati.[2] Entrò a far parte della 2ª Squadriglia del 2º Gruppo caccia "Gigi Tre Osei",[N 3] dotata di caccia Fiat G.55 Centauro. Il 14 novembre 1944 il generale Maximilian Ritter von Pohl[3] lo decorò con la Croce di Ferro di 2ª classe[3] per aver impegnato in combattimento, da solo, una formazione di bombardieri alleati, salvando alcuni caccia Messerschmitt Bf.109 che stavano decollando.[3] Il 16 novembre otto caccia Messerschmitt Bf.109G-6[5] della 2ª Squadriglia, al comando del capitano Mario Bellagambi,[5] decollarono da Aviano per intercettare una formazione di bombardieri Boeing B-17 Flying Fortress[6] pesantemente scortata da caccia North American P-51 Mustang che avevano come obiettivo Ormelle e San Polo di Piave.[6] Dopo aver abbattuto due[6] caccia Republic P-47 Thunderbolt[6] attaccò risolutamente un bombardiere B-17[N 4] abbattendolo. Subito dopo due caccia Lockheed P-38 Lightning[6] sorpresero l'aereo, ormai senza munizioni[7] per difendersi, abbattendolo.[8] Il pilota rimase ucciso[4] sul colpo, e il suo velivolo precipitò in località Lutrano di Fontanelle. Al suo attivo aveva 8 vittorie, 5 conseguite nella Regia Aeronautica e 3 nelle file dell'Aeronautica Nazionale Repubblicana. In sua memoria la città di Asiago gli ha dedicato un parco pubblico.[4][3] La locale sezione dell'Associazione Arma Aeronautica porta il suo nome. OnorificenzeOnorificenze italiane«Pilota da caccia partecipava alla luminosa Vittoria dell'Ala d'Italia nei giorni 14 e 15 giugno 1942 in Mediterraneo con tempestiva ed efficace azione di scorta agli stormi da bombardamento e siluranti lanciati all'attacco di potenti formazioni navali nemiche effettuando inoltre, un audace tiro in picchiata contro un incrociatore che veniva colpito da bomba. Cielo del Mediterraneo Occidentale 14 e 15 giugno 1942.»
«Pilota da caccia già distintosi in precedenti azioni belliche, partecipava alla luminosa Vittoria dell'Ala d'Italia nei giorni 12 e 13 agosto 1942 concorrendo attraverso la formidabile reazione aerea e contraerea al danneggiamento di numerose unità nemiche. Cielo del Mediterraneo 6 settembre 1941 - 19 agosto 1942.»
«Ardito cacciatore già precedentemente distintosi, non esitava ad attaccare, isolato, una poderosa formazione di bimotori scortata da numerosissima caccia, riportando dopo aspro combattimento una prima vittoria. Sebbene con l'apparecchio gravemente danneggiato dalla reazione avversaria, inseguiva la formazione in mare aperto desistendo solo quando vedeva altro apparecchio nemico perdersi in una densa scia di fumo. Dava prove esemplari di aggressività e valore. Cielo del Mediterraneo 1 - giugno 1943.»
«Ardito ed abile pilota da caccia, rivelava alte doti di combattente tenace e generoso in numerose scorte a convogli ed azioni offensive a tuffo in mare aperto su munitissnne unità nemiche che venivano ripetutamente centrate. A difesa del cielo sardo, non esitava ad attaccare con slancio nobilissimo poderose formazioni avversarie, collaborando in impari lotte all'abbattimento di otto apparecchi nemici. Benché ripetutamente colpito, in ogni circostanza, dava esemplari prove di serenità e valore. Cielo del Mediterraneo Centrale ed Orientale settembre 1942 - maggio 1943.»
— Regio Decreto 28 gennaio 1943-XXI[9] «Ardito ed abile pilota da caccia, rivelava doti di combattente tenace e generoso in numerose scorte a convogli ed azioni offensive a tuffo in mare aperto su munitissime unità nemiche che venivano ripetutamente centrate. A difesa del cielo Sardo, non esitava ad attaccare con slancio nobilissimo poderose formazioni avversarie e, collaborando in impari lotta all'abbattimento di 8 apparecchi nemici. Benché ripetutamente colpito in ogni circostanza dava esemplare prova di serenità e valore. Cielo del Mediterraneo centrale e Orientale, settembre 1942-maggio 1943.»
«sul Campo.»
Onorificenze straniereNoteAnnotazioni
Fonti
Bibliografia
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