Margherita NugentMargherita Nugent (Firenze, 31 gennaio 1891 – Trieste, 28 gennaio 1954) è stata una scrittrice, critica d'arte e collezionista d'arte italiana. BiografiaIl feudo di IrsinaUnica figlia del conte Laval Nugent (pron. Nughent), nato a Trieste il 19 aprile 1843 da Johann Graf Laval Nugent, che si era distinto durante le Dieci giornate di Brescia del 1849, e da Regina Abriani, Contessa di Padova. Laval Nugent a soli 21 anni entrò in possesso del cospicuo patrimonio della Famiglia Riario-Sforza-Nugent, di cui faceva parte il feudo di Monte Piloso (oggi Irsina) in Basilicata. Fu l'ultima feudataria di Irsina[1], la cui vicenda feudale era iniziata con Gerolamo Riario che acquistò il feudo dalla famiglia Grimaldi nel 1665. Tra gli eredi che si succedettero, Raffaele Riario Sforza, la cui figlia Giovannina sposò Laval Nugent von Westmeath. L'eredità passò agli eredi e in seguito a Laval Nugent, figlio di Michele che era fratello del generale, e da questi a Margherita[2]. Osservando le miserevoli condizioni dei contadini di Irsina pensò di migliorarle, continuando l'opera del padre. Pertanto affidò a eminenti studiosi la stesura di progetti che migliorassero il lavoro dei braccianti e anche i sistemi di coltura. Introdusse, tra le innovazioni a Irsina, la coltivazione del tabacco in via sperimentale. Forse la vera riforma agraria era stata intuita in termini moderni da lei sin dal 1930 con poderi serviti da strade, con fabbricati rurali dotati di tutti i servizi che consentissero al colono di fermarsi in campagna realizzando una piccola azienda agricola familiare. Il primo progetto fu realizzato nel 1937 in contrada "Scaricaturo". Qui fece costruire due fabbricati rurali per due aziende agricole a conduzione familiare che vennero assegnate a due famiglie che rispondevano ai requisiti di capacità imprenditoriale. Istituì in un locale, adeguato alla funzione, la scuola elementare pluriclasse affidata ad una suora che in calesse si recava in campagna dal paese ogni giorno. Possedeva un vasto vigneto in prossimità del paese, chiamato "Vigna del duca". I lavori della vigna erano l'unico reddito di tante famiglie che vivevano solo di quelle giornate che il vignaiolo offriva. Il collezionismo e gli studi artisticiAlla morte del padre, avvenuta nel 1923 Margherita Nugent ne ereditò il patrimonio consistente in castelli, case, terre, palazzi, monete e dipinti in varie città italiane (Irsina, Firenze, Trieste) e croate. Spentasi senza eredi, lasciò i propri beni, con testamento olografo datato 19 dicembre 1951[3] alla Provincia di Matera[4], Comune di Irsina, per la parte relativa al feudo lucano, e per le restanti parti allo Stato italiano. Al Comune di Trieste cedette il palazzetto Leo e la contigua ex chiesa dei SS. Rocco e Sebastiano di Cavana; al Museo del Bargello di Firenze donò, oltre alla collezione numismatica di circa 1.500 monete, di cui un centinaio in oro, tutte di Casa Savoia[5], con un excursus storico che va dal 1080 al 1946, ossia dal conte Umberto II il Rinforzato fino al regno di Vittorio Emanuele III[6], la sua raccolta di porcellane, di pizzi e merletti antichi, orologi, pipe, mentre alla Galleria di Palazzo Pitti furono destinati alcuni quadri ad olio e al Museo del Risorgimento di Brescia alcuni cimeli appartenuti a suo nonno, generale dell’esercito austriaco, di origine irlandese (1777-1862). Dal suo interesse per l'arte italiana nascono alcune delle sue pubblicazioni, tra le quali di grande interesse per la storia dell'arte il testo Alla mostra della pittura del '600 e del '700 Note e impressioni, intervento critico sulla Mostra tenuta a Palazzo Pitti nel 1922. «Nell'Italia del Ventennio il recupero storiografico della cultura artistica nazionale fu esigenza condivisa e sentita da molti storici dell'arte; certo il dibattito sarà profondamente segnato dalla Mostra della Pittura Italiana del Sei e Settecento del 1922 a Palazzo Pitti, definita da Francis Haskell come "l'evento che mutò permanentemente la percezione della storia dell'arte europea". Testimone dell'iniziativa curata da Ugo Ojetti fu la contessa di Monte Piloso (poi Irsina, Potenza) Margherita Riario-Sforza-Nugent, scrittrice d'arte, collezionista e figura poco nota della storiografia artistica del primo Novecento. Rispondendo all'auspicio di Ojetti, con cui era in contatto e che chiamava all'"intervento dei cultori d'arte per mettere ordine in questo caos", la Nugent pubblicò tra il 1925 e il 1930 le sue monumentali Note e Impressioni alla mostra fiorentina - sequel del suo contributo critico alla Mostra del Ritratto Italiano (Firenze, Palazzo Vecchio, 1911) - dalle quali emergono, fra l'altro, pionieristiche riflessioni sull'adesione ai temi del 'popolaresco' da parte degli artisti. L'autrice, percorrendo da visitatrice le sale espositive, tratteggiò infatti un Settecento attento anche alle dinamiche delle classi subalterne: il peso sociale del popolo, le feste laiche e le partecipazioni devozionali, il ruolo del lavoro, le trasformazioni del paesaggio agrario e urbano, unitamente a 'quadri' di miseria e di infermità.[7]» A Margherita Nugent si deve la riscoperta degli affreschi del Trecento nella Cripta di S. Francesco ad Irsina, oggi meta di un qualificato turismo culturale. Opere
Note
Bibliografia
Voci correlateCollegamenti esterni
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