Dopo aver studiato nella scuola d'arte drammatica "Italia Conti" di Londra, in cui si diplomò nel 1960, si trasferì in Italia, dove la sua capacità di parlare in maniera fluente tanto la lingua inglese quanto quella italiana (sia pure con un vago accento anglosassone) le consentirà di doppiare sé stessa in alcuni dei film da lei interpretati. La aiutò anche il fisico prorompente, che ne aveva fatto in Inghilterra una specie di sosia di Marilyn Monroe.
Cinema
Esordì nel cinema in Maciste contro i mostri (1962), dov'era già coprotagonista nel ruolo di Moa, figlia del capo dei druidi, per il quale ebbe una paga di 500.000 lire (in un film il cui budget totale era di 100 milioni)[2].
Sarà coprotagonista anche di un altro film mitologico, Sansone contro i pirati (1963), nel ruolo di Amanda, nipote del governatore della Martinica. Ma a poco a poco si specializzò, grazie all'avvenenza fisica e alla recitazione brillante, in film comici e in commedie, dove rivestiva immancabilmente, ma senza volgarità, ruoli maliziosi. Come scrive Enrico Giacovelli, «quando si leggeva il suo nome nei titoli di testa, uno spogliarello era garantito, e non si vedeva l’ora che le calze nere scivolassero via, sinuosamente, dalle sue cosce bianche»[3]. Uno dei suoi strip-tease più sensuali e insieme divertenti (e naturalmente, vista l'epoca, non integrali) è nel film a episodi di Gianni Puccini Io uccido, tu uccidi (1965), sulle note della Danza delle ore di Ponchielli.[3]
Nella seconda metà degli anni Sessanta e nella prima metà degli anni Settanta interpretò numerosi polizieschi e thriller, da Banditi a Milano (1968) di Carlo Lizzani a La bestia uccide a sangue freddo (1971) di Fernando Di Leo, e apparve senza veli in Donne sopra, femmine sotto (1971) e in alcuni film erotici come Il trionfo della casta Susanna (1969), nel ruolo di Paolina Borghese, e La sensualità è... un attimo di vita (1974). A metà anni Settanta lasciò l'Italia, dove tornerà soltanto per un episodio non felicissimo di Sesso e volentieri (1982), in cui peraltro ritroverà il suo partner cinematografico e televisivo degli anni migliori Johnny Dorelli; e, suo ultimo film, Stangata napoletana (1982) di Vittorio Caprioli. A quasi quarant'anni apparve ancora, ma con i capelli rossi, sulla copertina di Playmen nel febbraio 1982. Dopodiché decise di trasferirsi negli Stati Uniti e lasciò il cinema.
Televisione
Grazie al successo dei suoi primi film apparve come avvenente show-girl anche alla televisione italiana, al fianco di Johnny Dorelli nel varietà Johnny Sera del 1966 (dove impersonava la fidanzata di Dorellik, lo spassoso supereroe comico creato da Dorelli, e talvolta anche la supereroina Margaretlik, una specie di Eva Kant[3]). Prese parte anche al Galà per Johnny Dorelli (1968) e al varietà La domenica è un'altra cosa (1969-1970).
Morte
Margaret Lee è morta a Londra all'età di 80 anni.
Vita privata
Ebbe due figli: Damian Anderson e Roberto Malerba (quest'ultimo nato dal suo matrimonio con il coreografo Gino Malerba), entrambi impegnati come produttori in campo cinematografico.
Rita Savagnone in Sansone contro i pirati, Il ladro della Gioconda, I due sergenti del generale Custer, Se tutte le donne del mondo..., Racconti a due piazze, Dick Smart 2.007, Colpo maestro al servizio di Sua Maestà britannica, I bastardi, Niente rose per OSS 117, Il dio chiamato Dorian
Fiorella Betti in Letti sbagliati, Agente 077 dall'Oriente con furore, New York chiama Superdrago, La sensualità è... un attimo di vita
Gabriella Genta in Banditi a Milano, Cinque per l'inferno, La bestia uccide a sangue freddo
^Il grande libro di Ercole: il cinema mitologico in Italia, Edizioni Sabinae, 2013, ISBN978-88-98623-05-1.
^abc Enrico Giacovelli, C'era una volta la commedia all'italiana: la storia, i luoghi, gli autori, gli attori, i film, Gremese, 2015, ISBN978-88-8440-916-4.