Marco Coira
Marco Coira (Finale Ligure, 16 gennaio 1950 – Roma, 9 maggio 2024) è stato un militare italiano, insignito della medaglia d'oro al valor militare. BiografiaIl Luogotenente Marco Coira nacque a Finale Ligure (SV) il 16 gennaio 1950. Figlio di un graduato del Corpo degli agenti di Custodia, si arruolò nell'Arma a 18 anni, nel 1968. Prestò servizio presso le Stazioni di Butera (CL) e Chiusa Scafani e a Tudia. Nel 1974 fu ammesso a frequentare il corso per Sottufficiali di Velletri e conseguì il grado di Brigadiere, nello stesso anno si sposò con la signora Concetta Migliore, da cui ebbe due figli, Roberta e Stefano. nominato comandante della Stazione di Prenestina, nel 1987, conseguiva il grado di Maresciallo Ordinario. Nel 1995 conseguiva il grado di Maresciallo Aiutante sostituto ufficiale di PS e nel 1999, il 5 gennaio, alle ore 19 circa, mentre era ad un supermercato con la moglie e i figli, libero dal servizio e in abiti borghesi e disarmato è rimasto coinvolto in una rapina a mano armata ad opera di tre individui. Senza esitare ingaggiò una colluttazione con uno dei tre, ma mentre stava per avere la meglio, gli altri due esplosero tre colpi di pistola, ferendolo ad una gamba. A seguito di ciò si accanirono su di lui con calci e pugni e successivamente fuggirono. In seguito, il Maresciallo fu portato in Ospedale dove fu sottoposto a numerosi interventi. Dopo essersi ripreso e aver ripreso il servizio, grazie al suo contributo i tre malviventi furono identificati e sottoposti a fermo. Per il suo gesto fu insignito della Medaglia d'oro al valor militare. Il Luogotenente è morto il 9 maggio 2024 e al cordoglio si sono unite varie cariche dello Stato sia politiche che militari.[1] Onorificenze«Comandante di stazione, libero dal servizio ed in abiti civili, occasionalmente presente con la consorte in un pubblico esercizio, benché privo dell'arma in dotazione affrontava, con ferma determinazione, esemplare iniziativa ed insigne coraggio, tre malviventi armati in flagrante rapina ai danni del gestore, ingaggiando con uno di essi violenta colluttazione. Aggredito dagli altri due complici, che lo percuotevano selvaggiamente e lo ferivano con alcuni colpi di pistola, persisteva nell'eroica azione, costringendo i malviventi a desistere dall'atto criminoso e a darsi alla fuga. Pur stremato dalle gravi ferite, forniva, inoltre, determinanti elementi per il positivo sviluppo delle indagini, che si concludevano con la cattura dei rapinatori. Fulgido esempio di elette virtù morali, militari ed altissimo senso del dovere.»
— Roma, 5 gennaio 1999 NoteCollegamenti esterni
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