Marchio ecologicoUn marchio ecologico (detto anche etichetta ecologica o etichetta ambientale o eco-etichetta,[1] dall'inglese ecolabel) è un sistema di etichettatura volontario per prodotti al consumo, un imballaggio o un servizio che garantisce che il prodotto, l'imballaggio o il servizio che li espongono siano progettati per limitare al minimo il proprio impatto ambientale in tutto il suo ciclo di vita (dall'approvvigionamento delle materie prime allo smaltimento) o l'impatto ambientale su un aspetto specifico (ad esempio l'origine delle materie prime o la riciclabilità),[1] in un'ottica di sostenibilità. CaratteristicheIl fine di un marchio ecologico è quello di rendere facilmente riconoscibile al consumatore un prodotto ecologico permettendo di effettuare la propria scelta di acquisto consapevole, tenendo conto del principio di sostenibilità ambientale. In questo modo viene incentivato un miglioramento continuo dei prodotti dal punto di vista del loro impatto sull'ambiente. I vantaggi di adottare un marchio ecologico sono quindi sia per l'organizzazione (che ottiene attraverso il marchio ecologico un vantaggio competitivo rispetto ai concorrenti) sia per i consumatori (che sono informati sull'impatto ambientale e possono quindi decidere i loro acquisti sulla base di criteri di sostenibilità ambientale).[1] I marchi ecologici sono generalmente istituiti da apposite organizzazioni, che possono essere indipendenti o istituzionali, che stabiliscono i requisiti standard che devono essere rispettati per ogni categoria di prodotto. Generalmente il controllo di compatibilità sul prodotto viene eseguito da appositi organismi certificatori riconosciuti dalle organizzazioni promotrici del marchio. I marchi che vengono apposti dai singoli prodotti in base all'autocertificazione non appartengono propriamente alla categoria. I marchi ecologici sono uno strumento selettivo e volontario:
I prodotti che espongono il marchio rientrano nella categoria dei "prodotti ecologici" (o "acquisti verdi"). Un marchio ecologico può essere generico, cioè essere posto sulla maggioranza delle categorie merceologiche, oppure essere specifico di alcune tipologie di prodotti (ad esempio i marchi FSC e PEFC per i prodotti derivati dal legno). Marchio e dichiarazioneNell'ambito degli strumenti volontari di politica ambientale volti alla comunicazione delle prestazioni ambientali dei prodotti, la normativa internazionale ed europea utilizza il termine etichetta (o marchio) e dichiarazione. Si distinguono:
Le etichettature e certificazioni di parte terza comportano il riferimento a requisiti ambientali specificati e quindi la dichiarazione di livelli prestazionali del prodotto corrispondenti a dati requisiti. La dichiarazione del produttore invece fornisce una informazione su prestazioni ambientali senza entrare in merito alla rispondenza a requisiti. ClassificazioneSecondo la classificazione e descrizione delle etichette e delle dichiarazioni ambientali della norma ISO 14020, si distinguono tre tipologie di etichettature/dichiarazioni ecologiche:[1] Marchi ecologici di tipo ILe etichette ecologiche di tipo I sono volontarie e sottoposte a certificazione esterna (o di parte terza). Sono basate su un sistema che considera l'intero ciclo di vita del prodotto, fissando dei valori soglia e limiti di prestazione ambientale da rispettare per ottenere il rilascio del marchio.[1] L'organismo competente per l'assegnazione del marchio può essere pubblico o privato.[1] Sono regolamentati dalla norma ISO 14024.[1] Esempi di etichettatura di tipo I sono:
Marchi ecologici di tipo IILe etichette ecologiche di tipo II (o autodichiarazioni ambientali[1]) sono etichette e dichiarazioni ecologiche che riportano informazioni ambientali dichiarate da parte di produttori, importatori o distributori di prodotti, senza che vi sia l'intervento di un organismo indipendente di certificazione.[1] Sono regolamentati dalla norma ISO 14021,[1] che prevede una serie di vincoli da rispettare sulle modalità di diffusione e i requisiti sui contenuti dell'informazione. In particolare tale norma richiede che le autodichiarazioni ambientali siano non ingannevoli, verificabili, specifiche, chiare e non soggette a errori di interpretazione.[1] Esempi di marchi di tipo II sono il Punto Verde e indicazioni del tipo "Riciclabile" e "Compostabile". Marchi ecologici di tipo IIILe etichette ecologiche di tipo III (dette anche "Dichiarazioni ambientali di prodotto" o DAP o EPD, dall'inglese Environmental Product Declaration) sono dichiarazioni ecologiche che riportano informazioni basate su parametri stabiliti che contengono una quantificazione degli impatti ambientali associati al ciclo di vita del prodotto calcolati attraverso un sistema LCA. Le DAP sono sottoposte a un controllo indipendente e contengono informazioni oggettive, confrontabili e credibili.[1] In particolare, la credibilità è assicurata attraverso attività di verifica e convalida svolte da organismi terzi accreditati.[1] Sono regolamentati dalla norma ISO 14025.[1] Normativa di riferimento
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