Manfredi Talamo
Manfredi Talamo (Castellammare di Stabia, 2 gennaio 1895 – Roma, 24 marzo 1944) è stato un militare italiano, Tenente Colonnello dell'Arma dei Carabinieri, vittima dell'eccidio delle Fosse Ardeatine, e gli fu attribuita la medaglia d'oro al valor militare alla memoria. Biografia[1]A 18 anni si arruolò volontario presso la Legione Allievi di Roma e il 31 agosto 1914 conseguì la nomina di Carabiniere, intraprentendo una brillante carriera che lo porterà al gradi di Tenente Colonello. Nell'aprile 1920 fu promosso Sottotenente e destinato al comando del 262º Plotone addetto al 26º Corpo d'Armata, a Pola, ove si distinse per capacità professionale e coraggio nella cattura di tre evasi, con uno dei quali, armato di coltello, sostenne un accanito corpo a corpo; per cui ricevette la Medaglia di Bronzo al Valor Militare (17 dicembre 1920). Nel 1923 conseguì il grado di Tenente e, a domanda, partì per la Tripolitania, dove rimase fino al 1930, comandando la Tenenza di Jefren ed assolvendo altri delicati incarichi; in tale comando fu encomiato quattro volte. Nel settembre 1941, fu protagonista dell'Operazione "Black code". Infiltratosi nell'ambasciata USA a Roma, riuscì ad impossessarsi delle tabelle con i codici cifrati in uso agli addetti militari statunitensi. Nel 1942 individuò una rete spionistica tramite la quale l'Addetto Culturale dell'Ambasciata tedesca fece pervenire almeno 200 rapporti all'Addetto militare svizzero, reclutato dai Servizi britannici. Tale operazione fu talmente complessa che gli alleati nazisti si videro surclassati in casa, ed in particolar modo il Colonnello Herbert Kappler. L'Ufficiale tedesco non perdonerà mai lo smacco. Dopo l'8 settembre 1943 rimase a Roma quando fu catturato dai tedeschi[2]. Sottoposto a torture dai nazisti durante la sua prigionia, fu poi trucidato nelle Fosse Ardeatine[3], il suo nome fu inserito personalmente da Kappler. Talamo è anche ricordato per aver agevolato, per quanto possibile, la liberazione di Adriano Olivetti dal carcere di Regina Coeli poiché antifascista[4] Onorificenze«Nell'assolvere delicate rischiose mansioni, eccelleva per rare virtù militari ed impareggiabile senso del dovere, rendendo al Paese, in pace e in guerra, servigi di inestimabile valore. Caduto in sospetto della polizia tedesca che ne ordinava l'arresto, sopportava stoicamente prolungate torture, senza svelare alcun segreto sulle organizzazioni clandestine e sui loro dirigenti. Condotto alla fucilazione, alle Fosse Ardeatine, dava sublime esempio di spirito di sacrificio, di incrollabile fermezza, di alte e pure idealità, santificate dal martirio e dall'olocausto della vita. Fronte clandestino di resistenza dei Carabinieri. Roma, 8 settembre 1943 - 24 marzo 1944, Fosse Ardeatine.»
«"In occasione di un tentativo di evasione da parte di tre detenuti che erano riusciti a raggiungere il tetto delle carceri, con alto sentimento del dovere si recava di propria iniziativa con due dipendenti militari sul tetto stesso, ove riusciva ad arrestarne due. Veniva poscia a colluttazione con il terzo dei fuggitivi, che armato di coltello opponeva resistenza e, noncurante di poter essere colpito dal fuoco delle sentinelle, riusciva, coadiuvato dai suoi dipendenti, a ridurlo all'impotenza"»
— Pola. 262º Plotone CC.RR. R.D. 5 gennaio 1922 (B.U.CC. 1922, disp. 2^, P.117) RiconoscimentiL'Arma dei Carabinieri lo ha ricordato intitolandogli la caserma[5] di Roma- Ponte Salario, sede di numerosi Reparti dell'Arma, quali il Raggrupamento Operativo Speciale, il Battaglione Carabinieri "Lazio", la Scuola di Perfezionamento al Tiro Il 153º corso allievi carabinieri ausiliari che si è svolto dal 1º maggio al 21 luglio 1990 a Torino con giuramento il 29 maggio.[6] L'Associazione nazionale carabinieri, sezione di Castellammare di Stabia è intitolata alla sua memoria[7]. Inoltre sono stati intitolati a Manfredi Talamo un piccolo largo a Roma in zona Tor de' Cenci e un viale interno alla villa comunale di Castellammare di Stabia[8] Note
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