Malipiero (famiglia)
I Malipiero furono una nobile famiglia veneziana ascritta al patriziato. StoriaRiguardo alle origini della casata, le tradizioni divergono tra loro; infatti, alcune la dicono di Aquileia[4], altri di Altino[5][6], altri dalla Germania[7] e altri ancora dalla Boemia[6]. In ogni caso, tutte concordano sulla loro antichità e li dicono coinvolti nella vita politica lagunare già nei primi tempi[4][7][5]. Ciononostante, non erano considerati tra le casate più nobili del loro ceto (facevano parte dei cosiddetti curti)[8]. A lungo si è ritenuto che i Malipiero fossero da identificare con i Mastropiero, a cui appartenne il doge Orio Mastropiero. Solo in tempi recenti lo storico Vittorio Lazzarini ha dimostrato che si tratta di due famiglie differenti, come suggerito dall'etimo dei cognomi: mentre i Mastropiero dovrebbero avere come capostipite un magister Petrus, i Malipiero discenderebbero da un Marinus Petrus[5]. La famiglia diede alla Repubblica il doge Pasquale (1392 ca. - 1462), il cui governo (1457 - 1462) rappresentò un periodo di pace dopo le guerre condotte sotto Francesco Foscari[6][5]. Si citano poi il provveditore Stefano il quale, accanto al capitano Pietro Mocenigo, fu impegnato contro i Turchi alla Boiana[6]; Marino († 1478), ambasciatore presso Sigismondo di Lussemburgo; Tommaso Malipiero, provveditore al campo del Carmagnola[6]; Domenico (1445 - 1513), che partecipò alla conquista di Gallipoli e fu autore di Annales che testimoniano le prime imprese marinare dei Portoghesi[6][5]; Caterino, distintosi a Lepanto; Antonio, letterato amico di Paolo Sarpi[6]. Benché un tempo numerosi e distinti in diversi rami, i Malipiero si estinsero nel 1856 con la linea "delle Procuratie Vecchie"[5][2]. Nel secolo successivo sono venuti meno anche i Moro Malipiero, discendenti per linea femminile[2]. Membri illustri
Legata alla famiglia era anche Laura Malipiero († 1660), che nel Seicento fu implicata in alcuni casi di stregoneria: sua madre Isabella era figlia naturale di Gianpaolo Malipiero del ramo di San Gregorio[9]. PalazziNote
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