Lupo di AnsbachIl lupo di Ansbach (conosciuto anche come lupo mannaro di Ansbach) fu un lupo antropofago che, nel 1685, attaccò un numero imprecisato di persone nel Principato di Ansbach, all'epoca parte del Sacro Romano Impero.[1] StoriaNel 1685 un lupo cominciò ad attaccare il bestiame al pascolo nei dintorni di Ansbach, una piccola città a sud-ovest di Norimberga. Tali avvenimenti erano considerati comuni nell'Europa del XVII secolo, ma in seguito l'animale iniziò ad aggredire anche contadini e pastori, uccidendo alcuni bambini. Parte degli abitanti di Ansbach credette che quello non fosse un normale lupo, bensì che si trattasse dell'anima del defunto borgomastro Michael Leicht, odiato dal popolo perché dispotico e disonesto, il quale, per punizione divina, si sarebbe reincarnato in un canide.[2] Sempre secondo la popolazione, Leicht era stato visto tra la folla mentre assisteva al proprio funerale e appariva di notte sotto forma di lupo mannaro, vagando per le strade avvolto da un lenzuolo bianco. Altri, invece, pensavano che l'animale fosse semplicemente un lupo posseduto dal diavolo.[3] Durante una battuta di caccia, il 9 ottobre 1685, la gente del posto riuscì a stanare il lupo dal bosco nei pressi di Neuses e, usando un gallo come esca, lo fece cadere in una fossa ricoperta di sterpaglie, dove rimase intrappolato e dove venne ucciso con pietre e bastoni. Per scacciare il maleficio, gli abitanti compirono poi una sorta di esecuzione post mortem del vecchio borgomastro Leicht: il corpo del lupo venne spellato e rivestito con abiti da uomo, gli amputarono il muso e vi applicarono una maschera di cartone con raffigurato il viso del defunto borgomastro, gli misero una parrucca in testa e lo fecero sfilare per le vie del paese.[4] La carcassa fu poi impiccata a una forca, visibile da tutti, su una collina posta nelle vicinanze.[5] Successivamente, l'animale venne impagliato e conservato per qualche tempo all'interno del museo cittadino.[6] All'epoca vennero anche scritte alcune poesie di stampo moraleggiante sulla vicenda, le quali forniscono dettagli sul lupo e sulla sua fine:[7][8] (DE)
«Ich Wolf, ein grimmig Thier und Fresser vieler Kinder, / Die ich weit mehr geacht’, als fette Schaf’ und Rinder, / Ein Hahn, der bracht’ mich um, ein Bronnen war mein Tod; / Nun häng’ am Galgen ich, zu aller Leute Spott. / Als Geist und Wolf zugleich thät ich die Menschen plagen, / Wie recht geschiehet mir, daß jetzt die Leute sagen: / Ha! du verfluchter Geist bist in den Wolf gefahren, / Hängst nun am Galgen hier geziert mit Menschenhaaren. / Dieß ist der rechte Lohn und wohlverdiente Gab’, / So du verdienet hast, der Galgen ist dein Grab. / Hab’ dieses Trankgeld dir, weil du fraßt Menschenkinder, / Wie ein wuthgrimmig Thier und rechter Menschenschinder. / Nun mußt am Galgen du stets hangen für und für, / zu aller Leute Spott und aller Schinder Zier. / Geiz, Wucher, Eigennutz, Untreu' in Amteswegen, / bringt wahrlich schlechten Lohn, bringt weit mehr Fluch als Segen. / Drum liebe Gott, mein Christ! sei redlich, fromm und schlecht, / weil du auf Erden bist, mit Kurzem: thue recht!» (IT)
«Io, il lupo, bestia truce e divoratore di tanti bambini / che ho di gran lunga preferito a pecore grasse e manzi, / un gallo mi ha ucciso, un pozzo è stato la mia morte. / Adesso sono appeso alla forca, per il ludibrio di tutte le genti. / Come spirito e come lupo ho infastidito gli uomini. / Quanto è giusto che adesso la gente dica: / Ah! Tu, maledetto spirito che sei entrato nel lupo, / ora sei impiccato alla forca vestito da uomo, / questo è il giusto compenso, il dono che ti sei guadagnato. / Questo ti sei meritato, la forca è la tua tomba. / Prendi questa mancia, perché hai divorato i figli degli uomini / come una bestia furiosa e feroce, vero mangiatore di bambini. / Ora devi stare appeso alla forca / per il ludibrio del popolo e a monito dei malfattori. / Avarizia, usura, egoismo e infedeltà nelle mansioni ufficiali / portano cattivi guadagni e attirano molte più maledizioni che benedizioni. / Quindi ama Dio, mio cristiano! Sii onesto e pio, / dato che sei sulla Terra, fai il bene!» Note
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