Luigi Manconi
Luigi Manconi (Sassari, 21 febbraio 1948) è un politico, sociologo e critico musicale italiano. BiografiaFamiglia e inizi come docente universitarioFiglio del cargeghese Giangiacomo Manconi, dirigente dei Laureati cattolici dell'Azione cattolica italiana[4], si laureò in Scienze politiche presso l'Università Statale di Milano, dopo essere stato espulso dall'Università Cattolica del Sacro Cuore perché indicato come uno dei dirigenti del movimento studentesco dell'Ateneo. Successivamente si dedicò all'insegnamento universitario, prima presso l'Università di Palermo e, successivamente, nella Libera università di lingue e comunicazione IULM di Milano, dove è stato docente di Sociologia dei fenomeni politici (s.s.d. SPS/11). Impegno in Lotta Continua e critico di cinema, letteratura e musicaTra il 1969 e il 1975 ha militato in Lotta Continua, inizialmente come redattore dell'omonimo settimanale. Nel 1973 la rivista Quaderni Piacentini pubblicò una «lettera di un compagno di Lotta Continua», a firma Marcello Manconi. Uno pseudonimo che, oltre alla responsabilità individuale di Manconi, richiamava la condivisione delle sue opinioni da parte di settori di Lotta Continua a proposito della legittimità di forme di «violenza rivoluzionaria»[5]. Quella posizione, negli anni successivi, venne radicalmente criticata dagli stessi autori in vari scritti e, in particolare, in La violenza e la politica, con prefazione e cura di Luigi Manconi, pubblicato da Savelli nel 1979. Negli stessi anni e fino al 1980 Manconi ha scritto sulla rivista Ombre rosse, diretta da Goffredo Fofi, come critico cinematografico e letterario, diventandone poi condirettore. Nella seconda metà degli anni Settanta, con lo pseudonimo di Simone Dessì, collaborò a riviste musicali come Muzak e partecipò alla stesura di articoli e volumi sulla musica popolare e sulla musica leggera italiana. Di questa attività si ricorda, tra l'altro, la critica a Fabrizio De André per l'album Storia di un impiegato: «Il tentativo, clamorosamente fallito, di dare un contenuto "politico" a un impianto musicale, culturale e linguistico assolutamente tradizionale, privo di qualunque sforzo di rinnovamento e di qualunque ripensamento autocritico»[6]. Anni dopo, nel volume La musica è leggera, pur confermando il giudizio assai negativo su quell'album (di cui pure si apprezzava «la bellissima Nella mia ora di libertà»), a proposito di De André, Manconi scrive: «Ha quel merito raro già evidenziato: la sua produzione risulta eccellente lungo l’intero corso della sua attività. Perché sottolineare questo? Perché spiega come la forza dello scrivere e del musicare di De André fosse assai più solida e più "lunga" del contesto nel quale era immerso e si voleva immerso»[7]. Carriera da scrittoreDal 1987 è giornalista professionista iscritto all'Ordine dei Giornalisti del Lazio, fino alle dimissioni date nel 2020. Nel 1980 pubblicò per Mondadori il romanzo poliziesco Lavoro ai fianchi, scritto con il neuropsichiatra infantile Marco Lombardo Radice. Negli anni Ottanta ha fondato e diretto, con Massimo Cacciari e Rossana Rossanda, la rivista Antigone. È stato editorialista e commentatore delle più importanti testate italiane, come Il Messaggero, Il Foglio, La Stampa, il manifesto, l'Unità, Il Sole 24 Ore, il Corriere della Sera e la Repubblica. Attualmente è editorialista di questo ultimo quotidiano. Nel 1991 il suo rapporto di collaborazione con la Rai fu bruscamente interrotto e Manconi fu licenziato a seguito di un editoriale assai critico nei confronti dell'allora ministro del Bilancio, Paolo Cirino Pomicino, nel corso della trasmissione di Rai 3 Girone all'italiana, condotta da Andrea Barbato. Negli anni Novanta è stato consulente delle trasmissioni televisive di Rai 3 Profondo Nord e Milano, Italia, ideate e condotte da Gad Lerner. I suoi libri hanno ottenuto un notevole successo di critica. Di Per il tuo bene ti mozzerò la testa. Contro il giustizialismo morale, con Federica Graziani, il Corriere della Sera ha scritto: «Nuotare controcorrente e contro il giustizialismo, come si fa in questo libro, diventa un esercizio di resistenza civile»[8]. Su Il senso della vita. Conversazione tra un religioso e un pococredente così il giudizio di la Repubblica: «La conversazione tra Luigi Manconi e don Vincenzo Paglia arriva come un miracolo»[9]. A proposito del libro La scomparsa dei colori, dove l'autore racconta la progressiva perdita della vista e la cecità, Claudio Magris ha parlato di «umana grandezza con la quale Luigi Manconi, accanto a tante battaglie etiche – come politico, come scrittore, come giornalista – fa i conti con la propria perdita della vista» (Corriere della Sera); Concita De Gregorio di «un libro bellissimo» (la Repubblica); e Marino Sinibaldi di «un romanzo personale, fortemente introspettivo ma anche molto comunicativo» (Timbuctù). Daria Bignardi ha commentato: «È nato un vero scrittore» (Vanity Fair); e Goffredo Fofi: «Manconi è stato ieri un coerentissimo militante della nuova sinistra ed è oggi personaggio tra i più integri e puri di un ceto politico e culturale perlopiù malato di mediocrità e superficialità, smanioso di esibirsi; [...] si tratta di uno straordinario manuale di ri-apprendimento (o meglio, di continuità negli impegni umani e civili, nonostante il buio e da dentro il buio» (Corriere del Mezzogiorno). Ricerca socialeL'attività di sociologo di Luigi Manconi si è concentrata su tre principali aree tematiche: A) Le forme dell'azione collettiva e i movimenti sociali. Nell'arco di quattro decenni Manconi ha costantemente studiato le forme e le modalità dell'azione collettiva, i metodi di lotta e le strutture della mobilitazione. La prima sistematizzazione di queste ricerche si è avuta in Solidarietà, egoismo. Buone azioni, movimenti incerti, nuovi conflitti, Bologna, Il Mulino, 1990; B) Gli atteggiamenti dei gruppi sociali in relazione all'immigrazione straniera. In particolare lo studio delle dinamiche di competizione territoriale tra autoctoni e immigrati, che determinano conflitti intorno alla disponibilità di risorse scarse (servizi, spazi, beni); e che hanno come ricadute atteggiamenti xenofobi e di intolleranza. Manconi ha inoltre approfondito la tematica del «conflitto etnico» alla luce del ruolo che i soggetti politico-istituzionali giocano nella sua diffusione, riflettendo sul concetto di «imprenditore politico dell’intolleranza». I risultati di tale attività di ricerca si trovano in numerosi report e nelle seguenti pubblicazioni:
C) Le devianze, le dipendenze, i diritti di cittadinanza. Nel corso della prima conferenza nazionale sulla droga, organizzata dal Dipartimento per gli Affari sociali della Presidenza del Consiglio dei Ministri (Palermo, 24-26 giugno 1993), Manconi ha presieduto la Commissione sulle Strategie di riduzione del danno. Negli anni più recenti, ha studiato come la devianza sia connessa a processi di stigmatizzazione sociale e come questi ultimi perpetuino meccanismi di esclusione. Ha esaminato, inoltre, le strategie di recupero e riabilitazione nei loro principali approcci: quello delle comunità terapeutiche e quello delle politiche di riduzione del danno. I risultati di tale ricerca si trovano in Legalizzare la droga. Una ragionevole proposta di sperimentazione, Autori vari, a cura e con introduzione di Luigi Manconi, Milano, Feltrinelli, 1991; D) Le garanzie dei diritti. Ovvero l'effettività e l'esigibilità dei diritti e, in particolare, di quelli di libertà. Già nella seconda metà degli anni Ottanta ha diretto la rivista Antigone, interamente dedicata alle garanzie dei diritti nel processo penale. Dal 1996 e fino al 2004 ha curato la rubrica “Né grazia né giustizia” su Il Foglio, focalizzata sul tema del garantismo. Nel corso di questi anni è intervenuto sulle problematiche delle garanzie individuali, sia attraverso un’intensa attività pubblicistica sia attraverso il lavoro di ricerca scientifica. Dentro questo filone di ricerca di collocano gli studi sulla violenza politica e sul terrorismo di sinistra in Italia. Tra il 1981 e il 1988 Manconi è stato uno dei ricercatori che ha condotto l'indagine Terrorismo e violenza politica, promossa dall'istituto Cattaneo di Bologna. Di questo lungo lavoro sono stati tratti numerosi saggi:
Di recente Manconi è tornato sul tema con la pubblicazione di Poliziotto-Sessantotto. Violenza e democrazia, con Gaetano Lettieri, pubblicato da Il Saggiatore nel 2023. E) Il carcere e gli istituti di privazione della libertà. Lo studio del rapporto tra allarme sociale e penalizzazione e tra crisi economica e panico morale. Manconi ha concentrato la sua attenzione su eventi critici quali autolesionismo, tentati suicidi e suicidi, indagando sulle relazioni tra ambiente detentivo (regole, linguaggi, rapporti) e fenomeno suicidario, nonché tra integrazione nel sistema e capacità di adattamento dell’individuo recluso. I risultati di tale ricerca si trovano in:
Carriera politicaSenatore e portavoce nazionale dei VerdiNel 1994, da indipendente, Manconi fu eletto senatore nelle liste della Federazione dei Verdi, e nuovamente eletto nella successiva legislatura (1996-2001). Partecipò ai lavori di numerose commissioni sulle tematiche che, da sempre, connotano la sua militanza e le sue attività di ricerca: la giustizia e il garantismo, le libertà individuali e i diritti sociali, l'autonomia della persona e le “questioni di vita e di morte” (dalla libertà di cura e di ricerca al testamento biologico). Dal novembre del 1996 al giugno del 1999 è stato portavoce nazionale dei Verdi, impostando il programma del movimento sulla combinazione tra tematiche ambientali e diritti civili. Dopo la sconfitta alle elezioni europee del 1999 Manconi diede immediatamente le dimissioni da portavoce nazionale e venne sostituito da Grazia Francescato[10]. Nel 2003 il sindaco di Roma Walter Veltroni ha istituito per la prima volta in Italia la figura del Garante dei diritti delle persone private della libertà, nominando Luigi Manconi per quel ruolo[11]. Sottosegretario nel secondo governo ProdiNel 2005 Manconi si è iscritto ai Democratici di Sinistra, per i quali è stato responsabile del Dipartimento nazionale per i diritti civili e membro della direzione nazionale. È stato sottosegretario di Stato alla Giustizia nel secondo governo Prodi, dal 2006 al 2008. Senatore del PdIl 24 febbraio 2013 è stato eletto senatore nelle liste del Partito Democratico in Sardegna[12]. Componente della Commissione Giustizia, verrà eletto presidente della Commissione straordinaria per la tutela e la promozione dei diritti umani. In questo ruolo promuove la prima mobilitazione intorno alla vicenda di Giulio Regeni, ospitando la conferenza stampa dei genitori il martedì di Pasqua del 2016[13]. E intensifica l'attività, iniziata anni prima, a tutela della popolazione detenuta e delle vittime di abusi e illegalità a opera di appartenenti alle forze di polizia. Conduce, così, una costante battaglia intorno a vicende di cronaca che hanno visto morire, nel corso di azioni di fermo da parte di membri dell'Arma dei Carabinieri e della Polizia di Stato, Federico Aldrovandi, Giuseppe Uva (si veda su YouTube l'interrogatorio al quale il Pubblico Ministero dell'indagine Agostino Abate sottopose Manconi[14]), Stefano Cucchi (si veda la requisitoria del Pubblico ministero Giovanni Musarò che evidenzia il ruolo svolto da Manconi[15]), Riccardo Magherini, Michele Ferrulli, Dino Budroni e altri[16], fino a Luca Ventre e Mario Paciolla. E intorno alla sorte di persone sottoposte al Trattamento sanitario obbligatorio come Francesco Mastrogiovanni, Mauro Guerra, Andrea Soldi e Matteo Tenni. Svolge questa attività in stretto contatto con i familiari delle vittime[17]. Sulla vicenda relativa alla morte di Franco Mastrogiovanni, è coautore, con Valentina Calderone, della sceneggiatura del docu-film 87 ore di Costanza Quatriglio[18]. Già esponente del No in occasione del referendum costituzionale del 4 dicembre 2016[19], il successivo 23 ottobre del 2017 Manconi non partecipa ai voti di fiducia sul Rosatellum, la nuova legge elettorale[20]. Nell'autunno-inverno del 2017 lancia l'iniziativa di uno sciopero della fame per l'approvazione della legge per lo ius soli, che tuttavia non raggiunge il numero legale al Senato[21]. Il 2 febbraio del 2018 il presidente del Consiglio dei ministri Paolo Gentiloni nomina Manconi direttore dell'Unar, l'Ufficio per la promozione della parità di trattamento e la rimozione delle discriminazioni razziali[22]. Tra il 1994 e il 2021, Manconi si è adoperato al fine di ottenere il riconoscimento del cosiddetto vitalizio Bacchelli (un fondo a favore di cittadini illustri che versino in stato di particolare necessità) per scrittori e poeti, quali Alda Merini, Dario Bellezza, Elio Fiore, Anna Maria Cascella, Valentino Zeichen e Giancarlo Majorino. Attività umanitariaÈ iscritto ad Amnesty International, a Nessuno tocchi Caino e all'Associazione Luca Coscioni. Nel 2001 ha fondato A Buon Diritto onlus, di cui tuttora è presidente. Nel novembre del 2020 ha promosso la costituzione del Comitato per il diritto al soccorso, del quale è stato responsabile. Partecipazioni cinematograficheHa avuto un ruolo da figurante in[23]:
Vita privataVive a Roma ed è padre di Davide, di Giacomo e di Giulia, quest'ultima nata dalla relazione con la giornalista Bianca Berlinguer[24]. Dal 2007 è affetto da una forma progressiva di cecità[25]. Incarichi politici ricoperti
Opere
Note
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