Luigi AmbrosiniLuigi Ambrosini (Fano, 2 novembre 1883 – Torino, 10 dicembre 1929) è stato uno scrittore e giornalista italiano. BiografiaStudiò a Bologna e fu allievo di Giosuè Carducci. Laureatosi nel 1906, fu giornalista del quotidiano La Stampa. Vivace polemista, si ricorda per le opere Fra Galdino alla cerca (1920), Teste di legno contemporanee (1920) e Teocrito, Ariosto, minori e minimi (1926). Curò inoltre l'epistolario di Renato Serra. Sostenitore di Giovanni Giolitti, nel dopoguerra si trovò in rotta di collisione col fascismo: il ventiseienne Tuninetti, sulla rivista Il maglio, impartì addirittura "l'ordine ai fascisti torinesi, consistente nell'obbligo morale di schiaffeggiare Luigi Ambrosini in qualunque luogo lo incontrassero"[1]. Quando si spegneva a Torino nella notte di martedì 10 dicembre 1929 a soli quarantasei anni di età, "il quotidiano al quale Luigi Ambrosini aveva legato la propria vita professionale non dedicava neppure un rigo alla notizia, improvvisa ma non inattesa, della sua scomparsa: una notizia della quale solo l'annunzio mortuario a pagamento dettato dalla famiglia (dalla vedova Maria Majoni e dal figlio Luigi Antonio insieme con la madre del giornalista, Vittoria Luttichau, e i fratelli Giorgio, presidente e amministratore delegato di una piccola casa automobilistica, e Giuseppe, avviato a un brillante futuro come caporedattore dei servizi sportivi proprio della Stampa e, più avanti, come direttore della Gazzetta dello Sport in tandem con un giovane Gianni Brera) informava i lettori della testata, ormai stabilmente sotto il controllo di Giovanni Agnelli e affidata pro tempore alla guida – irrequieta ma fascistissima – di Curzio Malaparte"[2]. Opere
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