LucillioLucillio (in latino Lucillius; fl. I secolo) è stato uno scrittore romano, di origini ignote, la cui attività raggiunse l'apice nell'età neroniana (54-68 d.C.). EpigrammiA volte chiamato Lucilio (rischiando di confonderlo con l'antecedente poeta satirico Lucilio), scrisse in greco epigrammi satirici che preannunciano quelli di Marziale. Di essi ce ne sono pervenuti 123. Fu un esponente del filone "scoptico" (o "scommatico"), nel quale l'epigramma assume la forma di un'analisi fulminea quanto aggressiva della realtà, connotata spesso da satira o sarcasmo, alla quale l'epigramma è tradizionalmente associato, soprattutto grazie alla successiva opera di Marziale. Come Marziale, Lucillio ricorre spesso all'aprosdòketon, l'introduzione di un elemento inatteso che sconvolge la risoluzione naturale dell'aspettativa creata dalla descrizione iniziale. I suoi bersagli compongono una fauna assortita di tipi umani, quali ad esempio:
«Conoscete l'usanza delle cene. Stasera,
Non manca l'aggressiva trattazione di difetti fisici: il nome di una persona magrissima viene attribuito a una particella elementare: «Epicuro scrisse che il mondo è composto di atomi In A.P., Libro XI, 76 viene rovesciato un mito ben noto: si esorta un uomo bruttissimo a non specchiarsi, perché odierebbe sé stesso quanto Narciso si amava. In A.P., Libro XI, 80 vengono resi onori ad un pugile, «per non aver mai fatto male a nessuno». Non manca la trattazione paradossale di vizi morali:
«Vedendo un altro crocefisso ad una croce Il trattato Arte cosmeticaIn un trattato intitolato Arte cosmetica, Lucillio descrisse con salacità, le tecniche utilizzate delle patrizie romane per abbellirsi o nascondere i propri difetti: depilazione, sbiancatura dei denti, applicazioni di finti nei per coprire difetti della pelle e così via. Ovviamente senza rinunciare alla tecnica lessicale del fulmen in clausula, cioè della stoccata finale: «Riccioli, trucco, belletto Bibliografia
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