Luciano FrancoLuciano Franco (Carlentini, 25 settembre 1868[1] – Catania, 7 febbraio 1943) è stato un ingegnere e architetto italiano. BiografiaDi origini umili, studia a Catania ove si diploma in Scienze matematiche e fisiche. Iscritto alla Scuola d’applicazione per gli ingegneri di Napoli si diploma il 23 dicembre del 1892. Svolge la sua attività professionale prevalentemente a Catania. Autore del Palazzo dell’Esposizione e del grande Ottagono, spesso erroneamente attribuiti a Tommaso Malerba (1866-1962). A riprova della corretta attribuzione dei progetti al Franco si ha la testimonianza scritta di Federico De Roberto che nel suo albo illustrato dell'evento lo indica espressamente come autore dei progetti degli edifici[2] dell'esposizione e ne descrive le scelte architettoniche, in particolare l'uso della curva araba per i tre archi del prospetto frontale. Infatti, nello stesso albo, il De Roberto scrive: "Del resto il Franco volle introdurre nello suo disegno architettonico uno degli elementi locali, e forse il più caratteristico, il saraceno, dando la curva araba al grande arco dell'ingresso principale ed a quelli dei due laterali."[3] Anche un settimanale dell'epoca, La Tribuna Illustrata, scrive: "Autore degli indovinati e lodati progetti è l'ingegnere Luciano Franco, che ne dirige l'esecuzione"[4] specificando anche che l'ingegnere è il direttore dei lavori. Inoltre il Corriere della Sera dedica all'evento la prima pagina e riporta "I vasti edifici dell'Esposizione sorgono sulla bella e spaziosa piazza d'Armi. Autore del progetto, riuscito opera artistica e bellissima è il giovane e valente ingegnere Luciano Franco."[5] L'idea di rivolgersi all'Art Nouveau gli fu ispirata dalle opere di Raimondo D'Aronco esposte all'esposizione di Torino del 1902 e all'esposizione di Milano del 1906. L'opera del Franco fu a sua volta all'origine di una convinta adesione degli architetti etnei agli stilemi del Liberty.[6] Originale interprete di un eclettismo composito si conosce poco della sua prima attività professionale, che sembra promettere bene poiché meglio esprime l'architettura del nuovo secolo. La sua appartenenza all'area socialista espressa dal De Felice non gli consentirà negli anni Venti e Trenta una intensa attività professionale. Autore documentato di interventi minori di completamento sino al 1939. Dopo la sua morte, nel 1943, venne tumulato nel cimitero di Carlentini. Nel 1980 la bara fu esumata e trasferita nella tomba delle famiglie Franco e Motta. Pubblicazioni:
Note
Bibliografia
Voci correlate
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