Figlio unico di Émile Auguste Anquetin e di Félicité Céline Rose Chauvet, Louis Anquetin nacque in una famiglia di macellai benestanti.[1]. Attirato assai presto dal disegno, dopo il diploma al liceo Corneille di Rouen e il servizio di leva, convinse i genitori a sostenere la sua vocazione artistica. Si trasferì così a Parigi e nel 1882 entrò dapprima nell'atelier di Léon Bonnat, per passare un anno dopo nello studio di Fernand Cormon, dove restò per quattro anni.
Anquetin si trovò a vivere l'inizio del periodo delle grandi innovazioni, entrando in contatto con i più famosi protagonisti, in una Parigi che era un crogiolo di idee nuove, culla dell'arte moderna e di tutti i suoi futuri sviluppi. La sua carriera iniziò infatti a fianco di artisti d'avanguardia, come Van Gogh, Toulouse-Lautrec e Émile Bernard di cui divenne particolarmente amico. Conobbe Monet e, nel 1885, "scoprì" l'Impressionismo.
Frequentò Seurat e apprese la tecnica del divisionismo. Nel frattempo esponeva, con Lautrec e Bernard, nei ritrovi e nei caffè, come il Café du Tambourin, in Boulevard de Clichy.
Nel 1887 incontrò Signac e, con Émile Bernard, ne seguì le orme sulla via del divisionismo-puntillismo. Poi, una serie di osservazioni sugli effetti cromatici, nonché un continuo ripensamento delle varie teorie, lo spinsero a prendere in considerazione le idee di Édouard Dujardin, di segno opposto a quelle divisioniste. Lo stesso Dujardin, vedendo le opere di Anquetin esposte al Salon degli Indipendenti del 1888, attribuì pubblicamente a lui la paternità del "cloisonnisme". Anquetin conobbe allora un periodo di grande popolarità.
L'anno seguente le sue tele, come quelle di molti altri, vennero respinte dalla commissione per l'Expo di Parigi del 1889. Anquetin si trovò così fra coloro che si definirono "i rifiutati" e con loro espose al Caffè Volpini che si trovava comunque nel recinto dell'Expo. I suoi quadri comparvero a fianco di quelli di Paul Gauguin, Charles Laval, Émile Bernard, Émile Schuffenecker, Charles Filiger e altri.
Ricevette persino un elogio esplicito da parte di Felix Fénéon.
Era quella, senza dubbio, una felice stagione di transizione, e quindi di grandi fervori, di contrasti e di entusiasmi, di un intenso fiorire di idee e teorie. Mentre il mondo dell'arte accademica moriva, da mille esperienze nasceva l'arte contemporanea. In quegli anni, assieme a Lautrec, divenne un assiduo frequentatore del Moulin Rouge.
Sentì il bisogno di rifarsi ad una realtà più concreta. Smise di esporre e si dedicò alla ricerca, sia sulla composizione chimica e la preparazione dei colori, sia sull'anatomia, frequentando il laboratorio del professor Arroux.
Nel 1894, in compagnia di Lautrec e di Joseph Albert fece un viaggio nei Paesi Bassi. Al ritorno il suo stile si addolcì, divenne più conciliante, in un tentativo di recuperare la chiarezza di una seppur contenuta classicità. È probabile che su di lui abbia influito l'opera di Rubens i cui lavori aveva avuto modo di apprezzare pienamente in terra fiamminga.
Divenne amico di Paul Fort, di Stuart Merrill, di Pierre Margueritte e di Armand Point.
A 45 anni, nel 1906, Anquetin sposò Berthe Coquinet, vedova di un ufficiale. Prese alloggio in una bella casa, circondato dai suoi allievi, cui raccomandava sempre, ma con scarso successo, "un ritorno al mestiere", cioè un recupero delle tecniche pittoriche classiche e di impostazione dei quadri.
Dal 1908 al 1921 s'impegnò con la Manifattura dei Gobelins e con quella di Beauvais, per le quali produsse numerosi cartoni per tappezzerie.
Ridusse la produzione di quadri e fece parte di gruppi anarchici della cerchia di Zo d'Axa, Jean Grave e Octave Mirbeau. Scrisse sui loro giornali e sposò cause non sempre convincenti. Forse tutto ciò lo allontanò dai tanti amici.
Nell'agosto del 1932 Louis Anquetin morì, dimenticato quasi da tutti. Aveva vissuto 71 anni.
Durante i suoi ultimi giorni Émile Bernard, l'amico di sempre, gli fece visita e lo ritrasse in un disegno commovente. Dopo la sua scomparsa Bernard scrisse dietro il ritratto questa dedica: "A Louis Anquetin, a testimonianza della mia più profonda ammirazione".
1925 - Mostra dal 27 gennaio al 15 febbraio 1925 a Nizza
Musei che espongono Anquetin
Musée d'Orsay a Parigi: (Femme dans la rue) - (Portrait des frères Margueritte) - (La Course)
Musée du Louvre: (Pégase cabré, ailes déployées, crinière au vent) - (Combat de cavaliers nus, armés de lances) - (Croquis d'un vieux cheval la tête basse)
AA.VV., Catalogue des oevres d'Anquetin, Mostra a "L'Artistique", Nizza, 1925
Emile Bernard, Louis Anquetin, artiste peintre , in Mercure de France, Parigi, 1932
Émile Bernard, Louis Anquetin , L'Arte e gli Artisti, 1933
Jean-Jacques Lévêque, Les années de la Belle Époque, 1890 - 1914, Ediz. ACR.
Jean Ajalbert, Les peintres de la Manufacture de tapisserie de Beauvais, Louis Anquetin, Paul Vera, E. Rey, Parigi, 1930
Frédéric Destrémau, Les Années d'avant garde de Louis Anquetin, Diploma di storia, Università Paris I, 1989
Frédéric Destrémau, Louis Anquetin, le retour au métier, DEA dell'Università Paris I, 1990
Galerie Brame et Lorenceau, Anquetin, la passion d'être peintre, prefazione di Bernard Lorenceau, testi di : Frédéric Destrémau, Dottore in Storia dell'Arte, Thibault de la Chatre, Paris, 1991
Ignacio Zuloaga, Gislhaine Plessier, Ignacio Zuloaga et ses amis, Ediz. "L'Harmattan", 1995 - ISBN 2-73843-624-2
Joan Cassell-Dassule, Louis Anquetin and The Origins of Synthetism, 1973